La Procura di Torino ha aperto un fascicolo d’inchiesta per omicidio colposo per fare luce sulla morte dell’86enne Claudio Ellena, scomparso e poi ritrovato senza vita in auto in un dirupo nei dintorni di Pino Torinese: l’obiettivo è accertare se i soccorsi avrebbero potuto salvargli la vita.

Claudio Ellena scomparso e ritrovato venti giorni dopo l’inizio delle ricerche nel Torinese

Del pensionato di 86 anni si erano perse le tracce lo scorso 14 febbraio: da San Mauro, dove aveva alloggiato a casa della sorella, si era diretto verso la propria abitazione a bordo della sua Lancia Ypsilon bianca, ma non vi era mai arrivato.

A dare l’allarme erano stati i familiari, che si erano anche rivolti all’associazione Penelope e alla trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?”, che sui rispettivi siti web avevano pubblicato delle sue foto, diffonfendo informazioni utili sull’abbigliamento che indossava al momento della scomparsa. “Temiamo in un gesto estremo, aveva ventilato intenti suicidari, ultimamente era depresso”, era stato l’appello lanciato dalla nipote Patrizia al quotidiano locale La Voce.

La svolta era arrivata lo scorso 5 marzo, venti giorni dopo l’inizio delle ricerche, quando un addetto del parco avventura “Tre Querce” di Pino Torinese impegnato in dei lavori di manutenzione su una piattaforma a diversi metri d’altezza aveva notato l’auto dell’anziano in un dirupo non molto distante da una piazzola di sosta e aveva allertato le autorità.

Il corpo di Ellena si trovava all’interno dell’abitacolo, senza vita. Dagli accertamenti della Procura era emerso che l’anziano non era morto a causa dell’impatto della caduta dell’auto nel burrone, ma per un’embolia polmonare. A confermarlo, oltre all’esame autoptico, le condizioni della vettura, con il frontale ammaccato ma senza airbag esplosi.

Il fascicolo d’inchiesta per omicidio colposo

Per fare luce sulla morte dell’86enne la Procura di Torino ha ora aperto un fascicolo d’inchiesta – senza indagati – per omicidio colposo. L’obiettivo del pm Alessandro Aghemo è capire se i soccorsi, agendo in modo diverso, avrebbero potuto salvargli la vita: sembra infatti che dopo l’incidente Ellena sia rimasto in vita per diverso tempo, mantenendo la lucidità necessaria a mettersi le chiavi dell’auto nelle tasche dei pantaloni e ad assumere alcuni dei farmaci che prendeva abitualmente.

Il suo telefono cellulare, del resto, sarebbe rimasto in funzione per quasi una giornata, venendo addirittura agganciato dalla cella telefonica più vicina. A riportarlo è Il Corriere della Sera, secondo cui l’anziano, forse nel tentativo di chiedere aiuto, avrebbe inoltrato diverse chiamate, rimaste non risposte a causa della continua caduta della linea, abbastanza precaria in quella zona.

La vicenda di Luigi Dessì

Mentre gli inquirenti torinesi sono al lavoro per ricostruire l’esatta dinamica della morte dell’86enne, da Cagliari è arrivata la conferma che in tanti aspettavano: apparterrebbero a Luigi Dessì i resti umani trovati nel 2020 sul monte Nerba, nella zona di Sarrabus.

Il pensionato di 74 anni era scomparso nel 2017. Le ricerche, partite subito serrate, avevano portato a un nulla di fatto. Quattro anni fa, la svolta, seguita dai lunghi accertamenti che si sono conclusi con l’identificazione della vittima, che ora potrà finalmente avere una degna sepoltura.

Diverso il caso del giovane che era scomparso da Colico, nel Lecchese: dopo nove giorni di ricerche il 16enne è stato rintracciato nei pressi della stazione Centrale di Milano mentre aspettava un treno per tornare dai suoi genitori dopo aver raggiunto il confine tra Montenegro e Serbia per imbarcarsi alla volta di Keros, in Grecia.

Il pm di Lecco ha deciso che a giorni lo ascolterà per capire se si sia allontanato volontariamente oppure sia stato indotto a farlo da qualcun altro.