Google ha incluso il saldo dei portafogli elettronici nei risultati del suo motore di ricerca. I risultati, in particolare, sono quelli di alcune delle più importanti blockchain, tra cui Bitcoin, Ethereum, Optimism, Avalanche, Fantom e Polygon.
Per capire meglio la portata dell’evento, si tratta di una funzione svolta sin qui dai cosiddetti blockchain explorer, a partire da Etherscan. Una novità di non poca importanza, che testimonia il crescente rilievo dell’innovazione finanziaria, di cui anche Google ha dovuto tenere conto.
Google è sempre più attento al mondo della blockchain
L’inclusione del saldo dei wallet di alcune delle maggiori catene rappresenta soltanto l’ultimo atto dell’attenzione che Google ha deciso di riservare all’ecosfera. Già nel maggio dello scorso anno, infatti, il motore di ricerca aveva provveduto a integrare una funzionalità grazie alla quale è possibile a determinati indirizzi di wallet Ethereum di tracciare il saldo in Ether direttamente al suo interno, senza doversi collegare a Etherscan o piattaforme analoghe.
Ora la funzione è stata estesa a Bitcoin e altre blockchain di rilievo, coi risultati della ricerca che mettono in evidenza non solo il saldo dei token, ma anche l’orario dell’ultimo aggiornamento.
A conferire maggior rilievo alla mossa di Google, è il fatto che il rapporto dell’azienda di Mountain View con le criptovalute non è stato sempre disteso. Tanto che nel 2018 aveva espressamente vietato la pubblicità su Bitcoin, riflettendo in pratica la contrarietà della finanza tradizionale nei confronti di quella decentralizzata.
Un atteggiamento il quale è però mutato completamente di segno con il trascorrere del tempo. Sino all’accettazione delle iniziative promozionali collegate agli ETF spot su BTC, approvati a gennaio dalla Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti.
Il nuovo servizio per ora presenta dei problemi
Se la nuova funzionalità è già attiva, sembra però che ci siano dei problemi per il suo sfruttamento. Alcuni utenti, infatti, hanno segnalato come in alcuni momenti non appaia sul motore di ricerca. Inoltre, alcuni fans di Bitcoin più orientati alla privacy, hanno affermato che l’aggregazione centralizzata dei dati porrebbe non pochi problemi in tal senso.
Al di là dei possibili problemi o delle iniziali disfunzioni, la presa d’atto di Google sulla crescente importanza di Bitcoin e blockchain in generale suona come l’ennesimo riconoscimento della legittimità ormai conquistata dall’innovazione finanziaria agli occhi dell’opinione pubblica.
Proprio Google, del resto, ha di recente aggiornato le sue linee guida sul tema. Lo ha fatto aprendo anche nei confronti dei prodotti indicati come Cryptocurrency Coin Trust. Ovvero, di quegli strumenti finanziari i quali permettono agli investitori di partecipare alle negoziazioni di “quote di trust che detengono pool di valuta digitale”.
Perché l’apertura di Google nei confronti delle criptovalute è così importante?
La nuova politica di Google nel confronti delle criptovalute è estremamente importante, nell’ottica dell’adozione globale delle stesse. Il gigante tecnologico detiene infatti la più grande catena pubblicitaria a livello mondiale, dall’alto dei 224 miliardi fatturati. Non è complicato capire che molti degli utenti della società porranno la massima attenzione alle prospettive di un settore liquido come quello crypto. Tale da tradursi in un afflusso di nuovi utenti sul mercato di settore.
Considerato l’ormai imminente quarto halving di BTC, la crescita del numero di persone che maneggiano BTC e Altcoin potrebbe crescere in maniera esponenziale, nel corso dei prossimi mesi. Avvicinando in maniera significativa la diffusione capillare degli asset virtuali nella vita di tutti i giorni.
Una prospettiva la quale, del resto, sembra essere ormai stata accettata dalla finanza tradizionale. La stessa che sino a qualche anno fa tempestava di accuse Bitcoin e consorelle, accusandole di essere nulla più che una lavanderia di soldi sporchi. Un atteggiamento tramutatosi ora nel suo opposto, con il tentativo di sfruttare la nuova tendenza a proprio vantaggio.