Proseguono le contestazioni per il nuovo biodigestore in arrivo a Casal Selce, quartiere di Roma a pochi metri dalla vicina discarica di Malagrotta. Nonostante l’attivazione di un comitato di opposizione alla costruzione dell’impianto e lo sciopero della fame da parte di un abitante della zona, Celestino Leonetti, la voce dei cittadini è rimasta totalmente inascoltata dalle istituzioni.

Questa mattina, l’Ama (società di raccolta, trasporto, trattamento, riciclaggio e smaltimento di rifiuti della capitale) ha tentato un presunto accesso non autorizzato all’interno del presidio di Via Casal Selce insieme alla ditta vincitrice della gara d’appalto.

Il gestore del terreno, di proprietà della Regione Lazio, insieme a Leonetti, ha chiesto ai dirigenti delle due società l’autorizzazione scritta per accedere all’interno della struttura, documento che non è mai stato presentato. Al rifiuto dei due oppositori di aprire le porte, sono state convocate le forze dell’ordine.

Una volta giunte sul posto, i militari hanno identificato Leonetti e richiesto agli agricoltori la tassativa apertura dei cancelli.

Tag24 ha intervistato Celestino Leonetti, il suo avvocato Graziella Brancaccio e il consigliere Carlo Mattia di Fratelli D’Italia in Municipio XIII riguardo la vicenda.

Intervista a Celestino Leonetti: “In sciopero della fame contro il biodigestore da 14 giorni”

D. Celestino, cosa è successo oggi?

R. Sto facendo uno sciopero della fame da 14 giorni. Praticamente notte e giorno sono qui, ho solidarietà da parte degli amici e dei cittadini. Questa mattina si è presentata l’AMA e ho chiesto se avessero l’autorizzazione – essendo proprietà privata – del contadino che ha seminato sedici ettari di terreno a grano. Anzi, l’agricoltore ci tiene a ribadire che “volevano abbatergli sedici ettari di terreno a grano” con tutte le difficoltà e le crisi di questo periodo. Abbiamo chiuso i cancelli e non abbiamo fatto entrare nessuno. Nel frattempo è arrivata la polizia. Dato che io che sono il promotore di tutto sono stato portato al commissariato.

D. Lei è stato portato via, ma ha sempre manifestato pacificamente. C’era la necessità da parte delle forze dell’ordine di comportarsi in questo modo?

R. La mia – nonché la nostra – è sempre stata una protesta pacifica, fin dall’inizio. Sicuramente non c’era il bisogno. Sono due mesi che chiediamo un incontro con il sindaco di Roma. Noi il biodigestore non lo vogliamo qui. Siamo vicini a Malagrotta e la situazione è già drammatica così. Abbiamo cercato di far installare un impianto differente, non nocivo. Gualtieri ha fatto un consiglio straordinato al 13esimo municipio. Ci ha fatto vedere come era l’impianto e abbiamo fischiato all’assessore Alfonsi, poiché non favorevoli alle sue idee.

D. Lei è contrario a questa tipologia di impianti?

R. Io non sono contrario agli impianti, ma sono 50 anni dall’inquinamento di Malagrotta e non è giusto che questa zona si deve prendere tutti i rifiuti di Roma. Abbiamo creato comitato, presidi e lottiamo tutti per contrastare questo fenomeno. Questa mattina hanno fatto un blitz, ma siccome c’ero io nella casetta, me ne sono accorto subito. Tutti gli amici e i cittadini mi hanno raggiunto poco dopo. Carlo Mattia mi è venuto anche a prendere al commissariato e il mio avvocato ha abbracciato la stessa nostra causa.

Intervista all’avvocato Graziella Brancaccio

D. Avvocato Brancaccio, cosa è successo oggi? Perché Celestino è stato prelevato dalle forze dell’ordine?

R. E’ stato prelevato, identificato e rilasciato senza alcun tipo di provvedimento. Anche oggi, Celestino stava manifestando e riferendo al personale AMA la sua opposizione al loro ingresso nei terreni del sopralluogo. Gli appezzamenti risultano essere in concessione ad un contadino della zona mediante la Regione Lazio, per cui era richiesta l’esibizione di un permesso al gestore. Leonetti si è incatenato alla sbarra d’ingresso che conduce a questi terreni e fermato dalle forze dell’ordine.

D. Il cancello è stato aperto mentre Leonetti era in commissariato?

R. Celestino è stato condotto in commissariato ed io mi sono recata lì. Sul posto sono rimasti altri uomini della pattuglia che, secondo quanto mi hanno riferito testimoni, hanno chiesto al Contadino l’apertura dei lucchetti per far accedere Ama, senza che dall’altra parte, venisse esibito alcun titolo legitimmante l’accesso. Il contadino mi ha confermato questa versione. Se ad un agricoltore le forze dell ordine intimano l’apertura di un cancello, certamente non opporrà resistenza, al di là della cogenza o della legittimità della richiesta. Per quanto mi hanno riferito, gli uomini dell’Ama sono entrati a piedi ed hanno scattato alcune foto.

D. Dunque il personale AMA non era autorizzato all’accesso?

R. Celestino e il contadino che ha autorizzazione sull’area, richiedevano un documento che attestasse la conferma di accesso al terreno, alle loro coltivazioni. Bisogna sempre verificare i titoli. I contadini potevano legittimamente rifiutare l’accesso dell’AMA e ne avevano piena facoltà.

D. La protesta di Celestino sin dall’inizio è sempre stata pacifica. C’era necessità di prelevarlo?

R. Celestino non ha resistito ad una forza pubblica. Sempre nell’ambito della sua opposizione ha chiesto legittimamente, in modo plateale, l’autorizzazione.

D. Perché Celestino si sente inascoltato dal sindaco Gualtieri?

R. Celestino chiede un confronto delle istituzioni con tutti noi che lo sosteniamo nella protesta, ognuno secondo le proprie conoscenze e competenze. Noi abbiamo manifestato con diversi canali, mai con i diretti interessati su tutte le criticità della costruzione di questo impianto. Ci sono sempre state date risposte non documentate come è “tutto sotto controllo”. Gualtieri si sincera del fatto che sia un impianto green.

D. Come mai perseguire la costruzione dell’impianto, pur sapendo che potrebbe esserci un aumento dei tumori?

R. Per quanto riguarda l’incidenza di malattie, il rischio è elevato. Se c’è un incidente in un impianto può avvenire una reazione a catena. Malagrotta è un’area altamente contaminata e questo lo dicono degli studi certificati. Gualtieri ha dichiarato che Casal Secce non è Malagrotta. Ignorare l’evidenza dei fatti, con tre impianti tutti uno vicino l’altro, come l’impianto di Casal Secce che occuperà 12 ettari di terreno è parte di una “politica schizofrenica”. Da una parte si stanziano ingenti fondi per bonificare e mettere in sicurezza Malagrotta, dall’altra si prevede la costruzione di un nuovo mega impianto nella medesima area. Un impianto “maxi, di dimensioni abnormi, con 120.000 tonnellate annue con un indotto di cementificazione, traffico, mezzi, servizi accessori che sono incompatibili con questo territorio. Nonostante questo, Gualtieri non ci risponde e ciò vuol dire che vuole realizzarlo a tutti costi, ma non sappiamo le motivazioni.

Intervista al consigliere comunale Carlo Mattia di Municipio XIII

D. Era necessaria una autorizzazione per accedere nel presidio?

R. Sì, il presidio era chiuso. C’era la sbarra perché il terreno è in custodia ad un signore che mediante un contratto con la Regione (attualmente scaduto) mantiene pulito e coltiva. Giustamente proponevano un documento che secondo il presidio non li autorizzava ad entrare all’interno per i rilievi. Sono ugualmente entrati a fare i controlli, ma a piedi. E come previsto dal codice civile, Celestino e l’agricoltore volevano soltanto vedere un documento.

D. Sciopero della fame e protesta pacifica per Celestino giunto al 14esimo giorno. Perché al momento è inascoltato dalle istituzioni?

R. Tutti noi cittadini sosteniamo l’iniziativa di Celestino rispetto al tema. Qui ognuno di noi ha ricevuto un “regalo” da quando è arrivata la discarica. Io ho perso mio padre e mia moglie per i tumori ricollegabili a questa area, compromessa. Ci sono fondi della comunità europea per una riqualificazione importante, anche dopo l’incendio della raffineria.

D. Con l’arrivo del biodigestore è previsto un aumento del 40% dei tumori. Perché proseguire questo progetto?

R. C’è uno studio dell’Istituto Superiore di Sanità secondo il quale, l’incidenza dei tumori previsto in questa zona è maggiore rispetto ai dati attuali di altri quartieri di Roma. A Casal Selce è previsto circa il 40% di aumento di malattie.

D. Perché Gualitieri vuole costruire l’impianto proprio a Casal Selce?

R. Perché c’è un piano rifiuti e il commissario straordinario selezionato è proprio Gualtieri. Vogliono andare avanti e velocemente anche per il Giubileo, Santa Palomba e il termovalorizzatore, che spinge a prendere iniziative rapide per cercare di risolvere il problema. La nostra è una vecchia cava dove dentro (anche se non è certificato) verrebbe posionato il biodigestore, lì dove – secondo voci di popolo – c’è tutta la curva smontata dei mondiali degli anni ’90. E’ un’area compromessa, non ci sono fogne o la viabilità. L’unico vantaggio del biodigestore è solo la vicinanza della discarica, a pochi minuti.

D. Cosa consiglierebbe lei per risolvere il problema del biodigestore?

R. Il tentativo di tutto il comitato è quello di localizzare più biodigestori, evitando le aree centrali delle città. Bisognerebbe cercare di inserirli in varie zone della città, in punti meno invasivi anche per la salute dell’uomo.

D. Perché il sindaco Gualitieri non vuole confrontarsi?

Un tentativo di confronto con Gualtieri c’è stato. consigliere municipio 3 L’alfonsi era sorda sul problema, incurante dei vari comunicati, persone ferrate in materia che hanno avanzato proposte per delocalizzare il biodigestore in vari punti. Il problema è dal punto di vista della salute, riteniamo che bisogna arrivare al punto.

D. Il premier Giorgia Meloni potrebbe interessarsi al caso?

R. Celestino in maniera plateale: sta scioperando pacificamente. E penso che se arrivi all’orecchio di Giorgia Meloni lo ascolterà. Leonetti è sempre stato vicino ai valori del centro destra. Era un ragazzo quando Celestino sosteneva il partito di centro destra.