La Corte Costituzionale, nonostante un po’ di ritardo, ha dichiarato l’incostituzionalità di una legge emanata dall’Alto Adige nel 2020. Una serie di norme che, in piena pandemia, permise alla Provincia Autonoma di Bolzano di sancire le aperture di tutte le attività in anticipo rispetto al resto d’Italia.

Covid, la Corte Costituzionale si pronuncia dopo quattro anni su una legge dell’Alto Adige

Dal punto di vista della Consulta, l’Alto Adige non aveva alcuna competenza ad emanare una legge del genere. Un’opinione condivisa anche dall’avvocato Luca Crisfaulli, che da diversi anni esercita la propria professione proprio a Bolzano e che è stato uno tra i primi giuristi ad esprimere dubbi sulla legge del maggio 2020.

Crisafulli dunque non è affatto sorpreso dalla pronuncia dei giudici costituzionali e, nel corso dell’intervista rilasciata a TAG24, ha ricordato come lo Stato decise di non impugnare la legge nel 2020 a differenza di quanto fatto per un’identica serie di norme approvate dalla Valle d’Aosta e poi respinte:

“Nel maggio 2020 l’Alto Adige ha deciso di muoversi in autonomia rispetto alla fase due di gestione della pandemia, disponendo regole, divieti e sanzioni. Tutto ciò è stato fatto con una propria legge provinciale. Questa legge però non venne impugnata dallo Stato, che però decise di fare lo stesso per una legge della Valle d’Aosta”.

Crisafulli: “Nessun ente locale si può occupare di profilassi”

Per Crisafulli la Corte Costituzionale nel 2020 ha sancito un principio chiaro, visto che in materia di profilassi internazionale e gestione di pandemia la competenza esclusiva appartiene allo Stato. E per questo motivo, già quattro anni fa, sarebbe stato corretto utilizzare lo stesso orientamento per l’Alto Adige:

“Nessun ente locale, neanche le Province autonome o le Regioni a statuto speciale si possono occupare di profilassi internazionale. Non ci possono essere enti locali che con propri provvedimenti adottano decisioni fatte in casa. Purtroppo abbiamo aspettato tanto perché i tempi della giustizia, in Italia, sono cronicamente dilatati”

La Provincia Autonoma di Bolzano emanò altri provvedimenti simili

E adesso cosa succederà? Dal punto di vista giuridico chiaramente le sanzioni erogate sulla base della legge del maggio 2020 verranno annullate. Per Crisafulli però anche altri provvedimenti, che allora fecero molto discutere, potranno subire la stessa sorte di questa disposizione dichiarata incostituzionale dalla Consulta:

“La provincia Autonoma di Bolzano emanò altri provvedimenti che fecero molto discutere. Adesso con questa sentenza possiamo dire che la provincia non poteva intervenire in una materia del genere. Chi si sente danneggiato da queste decisioni ha motivo di recriminazione ma tecnicamente si dovrà studiare caso per caso”.

Nel 2020 le tensioni fra governo e Provincia generarono molta confusione

Crisafulli infine ha ribadito come la legge, emanata sulla base del parere di un comitato tecnico-scientifico locale, nel 2020 generò molta confusione all’interno della Provincia Autonoma di Bolzano:

“Le leggi dello Stato erano emanate sulla base dei pareri del comitato tecnico-scientifico. In Alto Adige venne fatto da un comitato tecnico locale, che non aveva gli stessi requisiti di scientificità. La conseguenza fu che all’epoca ci creò molta una confusione, anche per quanto riguarda i ristori che tardarono ad arrivare per queste frizioni tra il governo centrale e la provincia autonoma di Bolzano”.