L’intelligenza artificiale sta trasformando radicalmente il panorama lavorativo. Non solo ha automatizzato compiti precedentemente svolti dall’uomo, ma ha anche creato e sta continuando a creare nuove professioni ad alta specializzazione e remunerazione. Tra queste emergono i “prompt engineer“, figure chiave nell’ambito dell’AI, la cui domanda sul mercato del lavoro è in costante aumento.

Cos’è un prompt engineer?

Un prompt engineer è un professionista che progetta e sviluppa prompt: istruzioni dettagliate destinate a sistemi di intelligenza artificiale per generare risposte specifiche. Questa figura gioca un ruolo molto rilevante nell’affinamento delle capacità di risposta delle AI, rendendole strumenti sempre più precisi ed efficienti nell’elaborazione del linguaggio naturale (NLP) e in altre applicazioni.

Insomma, il prompt engineer è una figura professionale che si colloca all’incrocio tra la tecnologia e la creatività, essenziale nell’era della intelligenza artificiale. Questi specialisti hanno il compito di sviluppare e progettare prompt, ovvero istruzioni specifiche, che guidano l’AI a generare risposte mirate e pertinenti a partire da un input umano.

Con l’avanzamento delle tecnologie AI, la necessità di prompt sempre più sofisticati cresce esponenzialmente, rendendo questa professione sempre più richiesta sul mercato. Non solo nei contesti tecnologici avanzati ma anche in ambiti più tradizionali, dove l’integrazione dell’AI inizia a rappresentare un valore aggiunto non trascurabile.

Cosa fa un prompt engineer?

Questi esperti contribuiscono significativamente alla qualità dei servizi basati sull’AI, influenzando direttamente l’efficacia con cui questi sistemi comprendono e rispondono alle richieste degli utenti. Attraverso la creazione di prompt ben strutturati, i prompt engineer ottimizzano l’interazione tra umani e macchine, rendendola più naturale e intuitiva.

Cosa deve studiare: la formazione

Data la novità di questa professione, non esiste un percorso formativo univoco. Tuttavia, una solida base in informatica o ingegneria informatica, unita a conoscenze avanzate di linguaggi di programmazione come Python, è fortemente raccomandata. La formazione in campi correlati all’AI e all’elaborazione del linguaggio naturale, attraverso corsi specializzati e master, rappresenta un ulteriore vantaggio competitivo.

Prompt engineer: opportunità di carriera

La domanda di prompt engineer è in crescita in diversi settori, inclusi media, e-commerce, e sviluppo software, rendendo questa professione una delle più ricercate e meglio retribuite nell’ambito dell’intelligenza artificiale. Le opportunità di lavoro per questi specialisti sono ampie e varie, sia come dipendenti che come freelance.

Mentre il campo dell’intelligenza artificiale continua a evolversi, anche il ruolo e le competenze richieste ai prompt engineer si trasformeranno. Mantenere le competenze aggiornate e adattarsi alle nuove tecnologie sarà fondamentale per chi opera in questo settore.

Prompt engineer: serve la partita IVA?

Per i prompt engineer che scelgono di lavorare come freelance, la normativa fiscale italiana impone l’apertura di una partita IVA. Questo requisito diventa obbligatorio quando l’attività viene esercitata in modo professionale e continuativo, superando la soglia dell’occasionalità. La Partita IVA non è solo una formalità burocratica, ma un passo fondamentale che legittima l’attività dell’ingegnere dei prompt sul mercato, permettendogli di operare in conformità con le norme fiscali del paese. Questo processo implica una serie di adempimenti, dalla registrazione presso l’Agenzia delle Entrate alla scelta del regime fiscale più vantaggioso.

L’apertura della Partita IVA per un prompt engineer inizia con la compilazione del modello AA9/12, attraverso il quale si comunica all’Agenzia delle Entrate l’inizio dell’attività. Questa procedura può essere completata online, direttamente sul sito dell’Agenzia delle Entrate, oppure presentando la documentazione presso gli uffici territoriali o inviandola tramite raccomandata A/R. Il termine entro cui deve essere effettuata questa comunicazione è di 30 giorni dall’inizio dell’attività. Al momento dell’apertura, il professionista deve anche indicare il codice Ateco corrispondente alla sua attività e il regime fiscale prescelto.

La scelta del codice ATECO e del regime fiscale

Il codice ATECO rappresenta una classificazione dell’attività economica svolta e, per i prompt engineer, il codice di riferimento è tipicamente quello relativo agli “studi di ingegneria” (71.12.10). Questa classificazione abbraccia un’ampia gamma di attività ingegneristiche, dalla progettazione di macchinari e impianti industriali alla consulenza in ambito elettronico e informatico. La corretta identificazione del codice ATECO è fondamentale non solo ai fini fiscali, ma anche per l’individuazione del regime di tassazione più adeguato.

La scelta più comune tra i freelance, specie per chi non supera i 65.000 euro di ricavi annui, è il regime forfettario. Questo regime offre notevoli vantaggi, come una tassazione agevolata (flat tax al 15%, ridotta al 5% per i primi 5 anni per i nuovi contribuenti) e minori obblighi contabili. Inoltre, l’assenza dell’IVA sulle fatture emesse semplifica la gestione amministrativa dell’attività.

Contributi previdenziali e gestione separata INPS

Essendo liberi professionisti, i prompt engineer sono tenuti a gestire autonomamente la propria posizione previdenziale, iscrivendosi alla Gestione Separata INPS. L’aliquota contributiva è fissata al 25,72% per l’anno in corso e si applica al reddito imponibile, offrendo una copertura previdenziale fondamentale per il professionista.