Ilaria Salis, la 39enne attivista italiana detenuta in un carcere a Budapest dal febbraio 2023, ha voluto ringraziare personalmente il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, per essersi interessato alla sua vicenda. Lo ha fatto affidando al padre Roberto le sue parole di riconoscenza.

A raccontarlo – oggi 1 aprile – è lo stesso Roberto Salis, all’agenzia di stampa AGI dopo una conversazione telefonica con la figlia, in carcere in Ungheria con l’accusa di aver aggredito due manifestanti nel corso di una manifestazione neonazista svoltasi nella capitale magiara nel febbraio dello scorso anno.

Roberto Salis: “Mi ha detto di ringraziare il presidente Mattarella per il suo interessamento”

Roberto Salis ha raccontato che la figlia Ilaria è rimasta molto colpita dall’interessamento del presidente Mattarella e gli ha chiesto di ringraziarlo per lei.

“Ci siamo sentiti e mi ha detto di ringraziare il presidente Mattarella per il suo interessamento”.

Sabato – 30 marzo – il Presidente della Repubblica ha contattato il padre di Ilaria per esprimergli la sua vicinanza per il difficile momento attraversato dalla sua famiglia, rispondendo personalmente alla lettera che l’uomo gli aveva inviato il giorno precedente, all’indomani della sentenza del giudice ungherese con cui venivano negati gli arresti domiciliari a Ilaria.

“Ilaria si augurava un interessamento ed è rimasta molto favorevolmente impressionata dalla solerzia del presidente della Repubblica, che ha risposto in meno di 24 ore alla mia mail. E’ rimasta molto colpita anche dal fatto che lo abbia fatto in prima persona”.

ha concluso Roberto Salis.

La telefonata di Mattarella e il silenzio del Governo

Nel corso della telefonata, il presidente Mattarella ha garantito il suo personale interessamento al caso di Ilaria. Un interessamento che, invece, continuerebbe a non esserci da parte degli altri vertici del Governo, come denunciato dal padre dell’insegnante italiana. Dopo la telefonata del presidente Mattarella, infatti, Roberto Salis ha anche rivelato di non essere stato contattato da nessun esponente dell’esecutivo neanche dopo che il tribunale di Budapest aveva “bocciato” la strategia che lo stesso Governo aveva suggerito alla famiglia di adottare, ovvero, presentare richiesta di arresti domiciliari in Ungheria per poi successivamente ottenere di scontarli in Italia.