Si parla molto di staking pool, ma molti appassionati di innovazione finanziaria non hanno un’idea esauriente di cosa si tratti effettivamente. Andiamo quindi a esaminarle da vicino, in modo da riuscire a capire non solo cosa siano, ma anche la loro importanza rilevante nell’ambito della finanza decentralizzata (DeFi) e quali siano i problemi che vanno a risolvere.

Tutto parte dalla decentralizzazione

La blockchain è notoriamente fondata sul principio della decentralizzazione. In pratica la convalida di ogni transazione viene ad essere suddivisa tra un gran numero di dispositivi disseminati in ogni parte del globo.

Per funzionare, un sistema di questo genere presume il conseguimento di un livello di fiducia maggioritario, tale da dare vita a scelte effettivamente condivise. Per averlo, ogni catena si affida ad un meccanismo di consenso e quello ormai largamente prevalente nella finanza decentralizzata è il Proof-of-Stake.

In questo sistema, è però necessario conseguire livelli di sicurezza molto elevati. Per riuscirci, viene attuato lo staking, ovvero lo stoccaggio dei token nativi della blockchain interessata. Chi ne mette in deposito una quantità minima richiesta, può fungere da validatore. Chi lo fa bene, viene ricompensato sempre con token della catena in oggetto, mentre chi lo fa male può essere penalizzato.

Sulla Ethereum Virtual Machine (EVM), ovvero la blockchain largamente prevalente in ambito DeFi, riuscire a diventare validatori non è una questione semplice. Per poter rientrare in questo ambito è infatti necessario stoccare 32 ETH. Si tratta di un impegno finanziario rilevante, nell’ordine delle centinaia di migliaia di dollari, alla luce del prezzo attuale del token. Proprio per bypassare questa soglia sono nate le staking pool.

Staking pool: cosa sono

Per staking pool si intendono quegli organismi formati da più utenti i quali combinano le rispettive risorse virtuali in modo da riuscire a conseguire una rilevante massa di manovra. Come è facile capire, questi organismi cercano di dare una risposta al fatto che su Ethereum e altre blockchain fondate sul Proof-of-Stake si hanno molte più probabilità di essere scelti in qualità di validatori se la quantità di token da poter riversare nella catena è di un certo rilievo.

Chi apporta risorse alle staking pool, non deve fare null’altro che attendere la divisione dei proventi delle transazioni, senza dover partecipare al processo di convalida delle stesse. Naturalmente, il premio spettante è proporzionale al quantitativo di token apportati all’organismo.

Come scegliere una staking pool?

Una volta compreso cosa sia una staking pool e come funzioni, il passo successivo, se si ha intenzione di approfittare dell’opportunità, è sceglierne una. Una scelta che può dipendere da svariati fattori. Ad esempio, alcune di esse prevedono l’investimento su svariate blockchain, mentre altre concentrano i loro sforzi su una singola catena.

Proprio in questa fase occorre molta attenzione. Occorre infatti sottolineare come le staking pool possono essere pubbliche o private. Alle prime può partecipare chiunque, apportando le proprie risorse digitali, per le seconde occorre un vero e proprio invito. Le staking pool private prospettano profitti maggiori, ma a volte possono mascherare una pura e semplice truffa.

Anche le staking pool degli exchange devono essere valutate con attenzione. Gli scambi centralizzati, infatti, richiedono le chiavi private per gestire i token apportati, con tutti i rischi che ne conseguono. I DEX, a loro volta, potrebbero non essere effettivamente decentralizzati, ma rispondere in maniera mascherata ad una sola società.

Altro criterio fondamentale nella scelta delle staking pool è proprio il tipo di staking supportato. Se si tratta di quello normale, occorre tenere bloccati i token, col rischio di perdere occasioni migliori. Per ovviare si può puntare sullo staking liquido, che non prevede periodi di blocco e si attua col rilascio di rappresentazioni dei coin bloccati da puntare su altre blockchain.

Infine, un dato da considerare con molta attenzione, ovvero l’APR. Acronimo di Annual Percentage Rate, è in pratica il rendimento prospettato da ogni staking pool. Anche in questo caso occorre fare molta attenzione: un rendimento troppo elevato può nascondere una truffa.