C’è ancora domani” è stato il primo film che ha visto Paola Cortellesi regista ed ha conquistato milioni di spettatori che si sono avvicinati al cinema. La pellicola è stata un successo al botteghino, considerata una dei migliori del 2023. A pochi mesi dall’uscita nelle sale cinematografiche sbarca su Netflix.

“C’è ancora domani” su Netflix

C’è chi lo ha visto per la prima volta qualche giorno fa, chi lo ha rivisto e chi lo deve ancora vedere. Tanti i commenti al riguardo e se fino a pochi mesi fa era considerato uno dei film più belli e significativi, oggi, invece, qualcuno sembra aver cambiato idea.

Infatti, l’arrivo di “C’è ancora domani” su Netflix sta facendo molto discutere e soprattutto divide il pubblico in due parti, da un lato chi continua ad amare il lavoro fatto dalla regista Paola Cortellesi e ad ammirare il tema e messaggio della pellicola, dall’altro chi, invece, ha riferito di aver sopravvalutato il film quando è uscito al cinema.

Il commento dello scrittore Fulvio Abbate

Tanti i commenti relativi all’uscita di “C’è ancora domani” tra cui il Tweet di Fulvio Abbate. Lo scrittore su X ha tenuto a dire la sua sul film di Paola Cortellesi, spiegando di aver cambiato idea rispetto a quando lo ha visto al cinema per la prima volta.

A distanza di mesi lo ha reputato più banale e modesto tanto da considerarlo un’ordinaria serie televisiva minore di maniera.

Polemica su X

Le parole dello scrittore Fulvio Abbate non sono passate inosservate ma hanno scatenato una polemica su X. Infatti, c’è chi non ha digerito il suo commento, affermando di essere fuori luogo. La maggior parte delle persone ritiene che il film della Cortellesi sia una lezione di vita ed anche a distanza di mesi sia uno dei migliori usciti nelle sale cinematografiche.

Un utente ha risposto allo scrittore, spiegando che si tratta di una pellicola senza pretese autoriali eccessiva che, però, è riuscito a spiegare un frammento di storia e costume anche all’italiano medio.

Qualcun altro, invece, si trova d’accordo con le parole di Abbate, paragonandolo ad una puntata di “L’Amica geniale”.

La trama di “C’è ancora domani”

Il film di Paola Cortellesi è ambientato a Roma intorno alla metà degli anni Novanta, precisamente maggio 1946. La protagonista è Delia che rappresenta la tipica donna di famiglia dell’epoca. Si occupa delle faccende domestiche, dei figli ed ha un marito violento e insensibile e un suocero ammalato. A differenza di altre donne di quei tempi, Delia va anche a lavorare perché i soldi in quella casa non bastano mai.

Anche se la donna si dà molto da fare per la sua famiglia, il marito non comprende e la insulta, offende, denigra e maltratta, facendola sentire una nullità anche davanti ai figli che soffrono per questo.

In particolare è la prima figlia che non riesce a sopportare il comportamento della madre e del padre e reputa l’atteggiamento dei genitori vergognoso. A tal proposito, la primogenita entra in conflitto con Delia che è proprio grazie a lei che inizia a riflettere sulle scelte di vita fatte fino allora. A poco a poco raggiunge piena consapevolezza del suo valore di donna e inizia a stravolgere i suoi piani, passando da un comportamento passivo e rassegnato a reattivo.

Tale cambiamento fa sì che la figlia evita di vivere la stessa condizione della madre ed entrambi capiranno che per riscattarsi c’è sempre domani.

Il significato del film

La decisione finale di Delia di partecipare in modo attivo e determinante alla costruzione del futuro del suo paese rappresenta un atto di autodeterminazione.

Nella pellicola di Paola Cortellesi vince la libertà sotto ogni punto di vista a cui fa riferimento anche la colonna sonora intitolata “A bocca chiusa” di Daniele Silvestri che schiaccia definitivamente la brutalità di un personaggio come quello di Ivano, il marito di Delia.