“Gli errori sono necessari, utili come il pane, e spesso anche belli, per esempio la Torre di Pisa” scriveva Gianni Rodari nel “Libro degli errori” e aveva ragione. E l’importanza di sbagliare lo conferma Mario Calabresi perché “l’errore fa parte delle nostre vite. Tutta la nostra vita è fatta di scelte, è fatta di bivi. Qualche volta prendiamo la strada giusta, altre quella sbagliata. Ma l’errore non va lasciato da solo, riconoscerlo è fondamentale per capirlo e per farci pace”. Calabresi prende spunto da un colloquio con Piero Martin, docente di Fisica sperimentale all’università di Padova, che ha scritto un libro intitolato “Storie di errori memorabili” in cui racconta che i progressi della scienza sono stati possibili grazie ad utilissimi sbagli. Basta pensare a Leonardo Da Vinci, che dal monte sopra Fiesole sperimentava la possibilità di volare e qualche amico ci lasciò la pelle.
Evviva l’imperfezione nel mondo delle perfezione effimera
Calabresi pensa che il ragionamento di Martin possa “essere valido anche per tutto quello che ci accade nella vita, perché se gli errori li riconosciamo e li comprendiamo questo ci fa crescere e forse anche diventare persone migliori”. Quindi abbasso la perfezione effimera e viva l’imperfezione e l’errore che fanno imparare e crescere, se ne teniamo in debito conto.
Stefano Bisi