Contributi previdenziali versati da lavoratore alle dipendenze con datore di lavoro sia privato che ente pubblico: al momento dell’andata in pensione occorrerà fare la ricongiunzione (o la totalizzazione) o il cumulo dei contributi per sommare i versamenti effettuati in una gestione con gli altri di un’altra gestione previdenziale.
A prescindere dal numero di anni di versamenti come dipendenti pubblici e privati, ogni istituto ha la sue sue regole che determinano la convenienza o meno. Ad esempio, la totalizzazione comporta il passaggio al sistema contributivo puro, meccanismo che per chi sia in procinto di andare in pensione in questi anni potrebbe comportare una penalizzazione sull’importo della pensione.
I passaggi da effettuare ai fini della futura pensione consentono di arrivare al trattamento previdenziale senza perdere contributi e, soprattutto, valorizzando tutti i periodi di lavoro alle dipendenze, sia nel privato che nel pubblico.
Contributi previdenziali ricongiunzione e cumulo pensione, cosa avviene per versamenti nel privato e nel pubblico?
Per chi si appresta ad andare in pensione potrebbe essere tempo di riunire i contributi versati per più gestioni previdenziali al fine di ottenere un assegno più corposo. Può capitare, ad esempio, che durante la vita lavorativa il lavoratore abbia versato un certo numero di anni di contributi alla gestione Inps da dipendente del settore privato e un altro quantitativo di anni a quello del pubblico impiego.
Pertanto, i contributi risultano suddivisi per il numero rispettivo di anni di versamenti tra il Fondo lavoratori gestito dall’Inps (settore privato) e il Fondo Inps Gestione dei dipendenti pubblici (Ex Inpdap), come dipendente del pubblico impiego.
Contributi, ricongiunzione o cumulo per la pensione: quale conviene?
Ai fini del calcolo della pensione è utile la riunione dei contributi versati a più gestioni. Si può procedere con il meccanismo della ricongiunzione, disciplinata dalla legge numero 29 del 7 febbraio 1979, che però comporta il pagamento di un onere; oppure utilizzare il meccanismo del cumulo dei contributi, previsto dalla legge numero 228 del 2012.
Quest’ultimo meccanismo è a titolo gratuito, come il sistema della totalizzazione che, tuttavia, comporta l’accettazione del passaggio al sistema previdenziale contributivo puro, meno conveniente per l’importo della pensione rispetto al sistema retributivo o misto.
Ricongiunzione dei versamenti previdenziali effettuati
Nel caso, dunque, di una riunione dei contributi previdenziali versati alla gestione dei dipendenti privati e a quella dei dipendenti del pubblico impiego mediante la ricongiunzione (per la quale si prevede il versamento di un onere), si accentrano in una sola e unica gestione tutti i contributi previdenziali versati nelle due gestioni.
I versamenti effettuati vengono trasferiti effettivamente da una gestione a un’altra, consentendo al contribuente di poter ricevere un unico trattamento di pensione. Il calcolo di quanto spetti al mese di pensione dipende dalle regole della gestione contributiva che effettua l’accentramento.
In cosa consiste la ricongiunzione dei contributi?
L’articolo 1 della legge 29 del 1979 stabilisce che “al lavoratore dipendente, pubblico o privato, che sia o sia stato iscritto a forme obbligatorie di previdenza sostitutive dell’assicurazione generale obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia ed i superstiti dei lavoratori dipendenti gestita dall’Inps o che abbiano dato luogo all’esclusione o all’esonero da detta assicurazione è data facoltà, ai fini del diritto e della misura di una unica pensione, di chiedere, in qualsiasi momento, la ricongiunzione di tutti i periodi di contribuzione obbligatoria, volontaria e figurativa presso lo sopracitate forme previdenziali mediante la iscrizione nell’assicurazione generale obbligatoria e la costituzione in quest’ultima delle corrispondenti posizioni assicurative”.
Cumulo versamenti previdenziali
Nel caso, invece, del cumulo di pensione, ai fini del calcolo del trattamento di pensione, ciascuna gestione partecipa con le proprie regole previdenziali alla determinazione della propria quota. Proprio per questo motivo, il calcolo avviene per pro rata. Pertanto, ciascuna gestione calcola la propria quota di pensione secondo le proprie regole, in rapporto al periodo di contribuzione da parte del lavoratore alle dipendenze.