Docenti andati in pensione nel 2023, quali arretrati spettano per effetto degli aumenti degli stipendi arrivati con il rinnovo del contratto dell’Istruzione e della Ricerca per il triennio 2019-2021? Il quesito riguarda tutti i docenti e il personale della scuola andati in pensione con decorrenza dal 1° settembre 2023, ma nei confronti dei quali sono dovuti gli aumenti delle retribuzioni arrivati con la firma definitiva del contratto il 18 gennaio 2024.
I miglioramenti contrattuali riguardano, dunque, il periodo in cui i docenti erano ancora in servizio. Le spettanze più importanti, a tal fine, implicano la comunicazione all’Inps dei nuovi importi retributivi ai fini del calcolo dei contributi utili per la pensione. Ulteriori effetti della firma del contratto della scuola riguardano anche il trattamento di fine servizio (Tfs) ed eventuali fondi di previdenza complementare verso i quali gli insegnanti potrebbero aver contribuito negli anni.
Docenti pensione 2023 arretrati spettanti: aumenti stipendi, Tfs e fondi complementari
Quali effetti, intesi come arretrati di stipendio e di contributi previdenziali, produce il rinnovo del contratto della scuola per il triennio 2019-2021 la cui firma è arrivata il 18 gennaio 2024 per i docenti andati in pensione nel 2023? Il quesito riguarda anche i possibili risvolti sul trattamento di fine servizio (Tfs) del personale della scuola, nonché eventuali effetti su fondi di pensione complementare ai quali gli insegnanti potrebbero aver aderito nel corso degli anni.
Dal punto di vista degli arretrati spettanti per l’entrata in vigore del nuovo contratto firmato il giorno 18 gennaio 2024, è utile ricordare che gli aumenti più consistenti e gli arretrati per il ritardato rinnovo contrattuale furono versati con il cedolino di dicembre 2022, periodo nel quale, dunque, gli insegnanti andati in pensione il 1° settembre 2023 prestavano ancora servizio. Tuttavia, alcuni aumenti retributivi sono arrivati solo con la firma definitiva del contratto.
Docenti pensione 2023 arretrati, di quanto sono gli ultimi aumenti di stipendio?
A tal proposito, si ricorda che per i docenti l’aumento medio definitivo delle retribuzioni alla firma finale del nuovo contratto 2019-2021 era stato di 124,40 euro lordi al mese; per i dipendenti amministrativi, tecnici e ausiliari (Ata), gli incrementi definitivi in busta paga erano stati di 96 euro; infine, ai direttori amministrativi (Dsga) spettavano 197,50 euro lordi in più al mese.
Inoltre, alla firma definitiva del contratto sono stati calcolati ulteriori retribuzioni professionali del docente (Rpd), variabili in base all’anzianità di servizio nei seguenti importi:
- 10,30 euro per anzianità di servizio da 0 a 14 anni e arretrati 2022-2023 di 247,20 euro;
- 12,70 euro per anzianità di servizio da 15 a 27 anni e arretrati di 304,80 euro;
- 16,10 euro per anzianità oltre i 28 anni e un totale arretrati di 386,40 euro.
Infine, ai docenti spetta anche un’indennità una tantum pari a 63,84 euro. Per gli Ata questa indennità è pari a 6,70 euro a titolo di Compenso individuale accessorio (Cia) e si aggiunge a 160,80 euro di arretrati. Agli assistenti andranno, invece, 7,40 euro di indennità una tantum e 177,60 euro di arretrati. L’elevata qualificazione è pari, invece, a 44,11 euro.
Insegnanti neo-pensionati, per cosa contattare la scuola di appartenenza?
In linea di massima, per i docenti andati in pensione in un periodo precedente alla firma del nuovo contratto di lavoro del quale, però, essi stessi ne raccolgono gli effetti avendo prestato servizio nel periodo di riferimento (2019-2021), l’amministrazione di appartenenza deve provvedere a inviare comunicazione all’Istituto di previdenza (Gestione dei dipendenti pubblici) circa i nuovi importi delle retribuzioni spettanti all’ex docente.
La comunicazione è basilare per il nuovo calcolo di liquidazione della pensione e del Trattamento di fine servizio. Gli importi di cui sopra, dunque, si dovranno ricalcolare per determinare il nuovo mensile di pensione e la liquidazione.
Sottoscrizione di un fondo pensione complementare da parte di un insegnante
Peraltro, i docenti potrebbero aver sottoscritto anche un fondo pensione complementare al quale vanno aggiornati gli importi degli stipendi. Si pensi, ad esempio, al Fondo complementare Espero. Sarà lo stesso fondo pensione a ridefinire gli importi spettanti ai docenti andati in pensione non appena l’amministrazione pubblica di appartenenza versi all’ex insegnanti alle dipendenze le quote spettanti sulla base degli aumenti retributivi del nuovo contratto.
Sollecito Inps con modello Tfr2
A tal proposito, l’amministrazione scolastica dovrà provvedere a inviare il modello Tfr2 all’Istituto di previdenza ai fini di rivalutare la situazione del montante dei contributi versato dai docenti neo-pensionati, anche in rapporto al Trattamento di fine servizio (Tfs). Il consiglio è quello di inviare un’istanza alla scuola di appartenenza al fine di sollecitare gli adempimenti spettanti e utili per il ricalcolo di quanto dovuto a titolo di arretrati (anche da parte dell’Inps).