Russia, il proprietario di un bar LGBTQ+ è arrestato a Orenburg con l’accusa di “estremismo” e rischia fino a 10 anni di carcere. Continua brutale ed incessante la repressione delle minoranze sessuali nella Paese.
Russia, proprietario di un bar LGBTQ+ è stato arrestato
Arriva, irrevocabile, da un tribunale russo la decisione di disporre un fermo nei confronti del proprietario di un bar LGBT+. L’accusa sulla quale si base il provvedimento è quella di “estremismo”, un reato che in Russia è punibile con una pena durissima: fino a dieci anni di carcere.
Questo fatto rappresenta l’ennesimo segnale del regime di repressione che, la nazione di Vladimir Putin, ha scelto di intraprendere contro la comunità LGBTQ+. Una sorta di caccia alle streghe che vuole annientare e mortificare le minoranze sessuali presenti nello Stato.
Un sistema fondato sulla paura del diverso e sulla discriminazione feroce che non ammette deroghe e procede nella condanna incessante di chi ancora cerca di far valere i propri diritti o che, semplicemente, sceglie di vivere un’esistenza libera.
Russia, proprietario bar LGBTQ+ arrestato: la dinamica dei fatti
Il proprietario del bar “Pose” nella città di Orenburg è l’uomo protagonista della vicenda che, nella giornata di Pasqua, domenica 31 marzo 2024, ha catturato l’attenzione dei media. Una vittima di un sistema duro, repressivo e discriminatorio nei confronti della comunità LGBTQ+ in Russia, dichiarato “movimento illegale” nel 2023 dalla Corte Suprema della nazione di Putin.
Fonti locali rivelano che l’uomo resterà in stato di fermo almeno fino al prossimo 18 maggio. L’accusa cè quella di essere responsabile e promotore di “organizzare attività estremiste”. La notizia del fermo, arrivata oggi in Italia, risalirebbe in realtà a circa tre giorni fa, il 28 marzo. Le forze dell’ordine russe lo avrebbero prelevato all’aeroporto internazionale Sheremetyevo di Mosca.