Oltre un milione di validatori: questo è il dato conseguito da Ethereum almeno stando a Dune Analytics. Circa 32 milioni di ETH, pari al 26% dell’offerta totale, sono attualmente bloccati all’interno del network.

A rendere possibile il dato è la funzione decisiva svolta da protocolli di liquid staking come Lido. Sino al 30% degli ETH messi in staking provengono infatti da questo genere di piattaforme, che permettono anche a chi non possiede i 32 token necessari per lo stoccaggio sulla Ethereum Virtual Machine di prendere parte allo staking sulla EVM.

Un milione di validatori sono troppi

Com’è noto agli esperti di blockchain, i validatori svolgono una funzione essenziale per la sicurezza e il funzionamento delle reti DLT. Sono proprio loro, infatti, ad assumersi il compito di monitorare la rete per individuare le transazioni potenzialmente dannose. Un ambito in cui rientrano, in particolare, i fenomeni di double spending (doppia spesa), ovvero l’impiego dello stesso token in due distinte transazioni.

All’interno di Ethereum, i validatori possono assumere tale funzione solo versando almeno 32 ETH. Si tratta in effetti di un impegno finanziario di rilievo, considerando che al momento ogni token emanato dalla EVM vale oltre 3.600 dollari USA.

Per cercare di bypassare questa barriera di accesso, nel corso degli ultimi anni sono stati varati un gran numero di protocolli dedicati al liquid staking. Soluzioni le quali hanno permesso anche a chi non arriva a questo livello di partecipare comunque allo staking su Ethereum.

Ora, però, secondo alcuni un milioni di validatori sarebbero troppi. Una tesi sostenuta, ad esempio, da Peter Kim, Head of Engineering di Coinbase Wallet. Secondo lui, infatti, il numero di validatori è sicuramente impressionante, ma gonfiato artificialmente dal tetto di 32 ETH. Aggiungendo comunque che tale limitazione potrebbe presto essere rimossa.

Mentre Gabriel Weide, gestore di una staking pool, sostiene che un numero eccessivo di validatori apre la porta al rischio di un numero eccessivo di transazioni fallite. Insomma, la decentralizzazione sarà anche un caposaldo della blockchain, a patto che gli eccessi in tal senso non conducano a malfunzionamenti.

La proposta di Vitalik Buterin per risolvere il problema

Del problema relativo alle possibili distorsioni dello staking su Ethereum, si è dedicato anche il suo creatore, Vitalik Buterin. Lo ha fatto il passato 27 marzo, pubblicando un intervento sul forum Ethereum Research in cui ha affrontato il tema proponendo maggiori penalizzazioni.

Le penalizzazioni in questione, sono quelle che riguarderebbero i validatori controllati da uno stesso soggetto. Se nel corso delle operazioni falliscono insieme, dovrebbero essere sanzionati da una penalità maggiore di quella prevista nel caso in cui fallissero separatamente.

Qual è la ratio di questa proposta? È lo stesso Buterin a spiegarla: “La teoria è che se si è un unico grande operatore, qualsiasi errore commesso ha maggiori probabilità di essere replicato in tutte le ‘identità’ che si controllano”.

La tesi di Buterin, del resto, si fonda sulle simulazioni effettuate al riguardo. Dal loro esame è infatti emerso che un approccio di questo genere potrebbe in effetti ridurre il vantaggio vantato dagli staker Ethereum di maggiori dimensioni rispetto a quelli più piccoli. Un trend favorito dalla maggiore probabilità che i validatori controllati da grandi entità vadano a causare picchi nel tasso di fallimento proprio a causa di malfunzionamenti correlati.

Una proposta di questo genere, peraltro, assicurerebbe altri potenziali vantaggi. Tra le principali la possibilità di riuscire a rendere più competitivo lo staking singolo rispetto a quello delle pool e quella di includere l’incentivazione dello staking decentralizzato tramite un’infrastruttura distinta per ogni validatore.

Se questa è la proposta che ha calamitato l’attenzione degli osservatori, Buterin ne ha però formulate altre. A dimostrazione del fatto che il problema dello staking su Ethereum continua ad essere molto avvertito, proprio per il modo ancora non ottimale con cui viene condotto.