Sulla domanda di Assegno di inclusione (Adi) del 2024 sono vari i quesiti ai quali il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali sta fornendo dei chiarimenti: in particolare si fa riferimento a casa fare sulle attestazioni e validazioni della condizione degli over 60, dei minori e dei soggetti con disabilità.

Due sono, in particolare, i quesiti che riguardano le famiglie che debbano presentare domanda ai fini dell’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) e che abbiano soggetti con situazioni di svantaggio nel nucleo. Nello specifico, la domanda è se occorra procedere con l’attestazione di svantaggio per i membri della famiglia richiedente l’Adi con età di almeno 60 anni o al di sotto dei 18 anni, o con disabilità ai fini dell’attestazione Isee.

E, inoltre, ci si chiede ancora se occorra validare le condizioni di svantaggio delle tre categorie di soggetti ai fini dell’Isee. In queste situazioni, cosa dovrebbe fare l’operatore se non può confermare il possesso delle attestazioni e delle certificazioni?

Domanda Assegno di inclusione 2024: attestazioni e validazione ai fini Isee per condizioni over 60, minori e disabili

Di recente, il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali è intervenuto nuovamente per fornire chiarimenti in merito alle situazioni relative all’Assegno di inclusione, l’indennità che, a partire dal 1° gennaio 2024, ha preso il posto del Reddito di cittadinanza.

Nel dettaglio, il ministero ha risposto a due quesiti relativi alle famiglie con all’interno membri in condizioni di svantaggio tra gli over 60, i minori e i componenti con disabilità ai fini dell’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee). Ricordiamo che, a partire dalla mensilità dell’Assegno di inclusione di marzo 2024, è necessario il rinnovo del Documento sostitutivo unico (Dsu) ai fini dell’Isee affinché non si blocchi il pagamento dell’indennità stessa.

Il primo quesito al quale ha risposto il ministero del Lavoro riguarda la necessità di procedere con l’attestazione di svantaggio per i membri della famiglia che siano di età di almeno 60 anni o minori, oppure con disabilità. Ai fini dell’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee), non occorre procedere con l’attestazione di svantaggio in quanto i membri indicati sono già in possesso di requisiti per ottenere l’Assegno di inclusione.

Nel loro caso, pertanto, l’attestazione di svantaggio non va a incidere ai fini della determinazione della scala di equivalenza e, dunque, sull’importo dell’indennità spettante.

Domanda Assegno inclusione attestazioni ai fini Isee e validazione

Il secondo quesito al quale ha risposto il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali riguarda la necessità di validare la condizione di svantaggio di una persona con età di 60 anni e oltre oppure minorenne, o ancora, di un componente con disabilità. In questi casi, ai fini dell’Isee, quale decisione deve prendere l’operatore se non può confermare il possesso delle attestazioni e delle certificazioni?

La risposta a questa domanda da parte del ministero del Lavoro parte dalla consapevolezza che, quando a un componente di una famiglia fruitrice dell’Assegno di inclusione sia stata dichiarata la condizione di svantaggio ma rientri già tra le persone di almeno 60 anni, minori o con disabilità, l’Istituto di previdenza provvede a validare la situazione fin da subito e in automatico.

Pertanto, la validazione della situazione di svantaggio avviene senza dover attendere i 60 giorni necessari alla verifica della certificazione da parte degli altri operatori.

Cosa prevede l’Inps e come deve comportarsi?

In considerazione del fatto che il soggetto e la famiglia di appartenenza hanno già diritto a fruire dell’Assegno di inclusione (Adi) e che, pertanto, la situazione di svantaggio non andrebbe a incidere sulla scala di equivalenza e nemmeno sull’importo spettante per l’indennità, i tecnici dell’Istituto di previdenza stanno rivedendo le procedure della verifica stessa. Gli operatori territoriali, a tal proposito, non devono procedere a inserire alcun flag sui dati relativi alla famiglia.

Da queste considerazioni, e anche nell’ottica di una maggiore rapidità e trasparenze nella verifica delle istanze presentate, l’Inps sta procedendo a rivedere le domande già in possesso e a sbloccare le situazioni ferme da tempo.