Il Napoli ha mostrato la propria vicinanza a Juan Jesus: prima del fischio d’inizio contro l’Atalanta, i giocatori in ginocchio per combattere il razzismo. Usando il gesto divenuto iconico del Black Lives Matter, i calciatori azzurri si sono schierati a sostegno del proprio compagno dopo che il brasiliano ha ricevuto insulti razzisti da Francesco Acerbi in occasione della sfida Inter-Napoli giocata a San Siro prima della sosta per le Nazionali. Gli azzurri hanno deciso di combattere il razzismo in maniera autonoma.

Napoli-Atalanta, giocatori in ginocchio contro il razzismo

Nei giorni scorsi, Francesco Acerbi è stato assolto dal giudice sportivo per i presunti insulti razzisti a Juan Jesus in occasione di Inter-Napoli. Dopo la sentenza, il club azzurro ha deciso di non prendere più parte a iniziative istituzionali, ma continuare in proprio la lotta al razzismo con campagne ad hoc. In occasione della sfida contro l’Atalanta, i calciatori del Napoli si sono schierati in ginocchio mentre risuonava l’inno della Serie A. Il gesto, divenuto iconico grazie al movimento Black Lives Matter, è un segnale di vicinanza a Juan Jesus, vittima di insulti razzisti nell’ultimo turno di campionato.

Oltre a quanto andato in scena al Maradona prima del fischio d’inizio della sfida contro l’Atalanta, il Napoli sta portando avanti una serie di iniziative per la lotta al razzismo. Gli azzurri, come già accaduto in passato per casi analoghi con protagonista Kalidou Koulibaly, non sono rimasti indifferenti agli insulti razzisti nei confronti di Juan Jesus. Il Napoli ha lanciato una campagna per dire “No al razzismo”, in cui sono stati protagonisti tutti i calciatori della rosa di Francesco Calzona. Anche sugli spalti, i tifosi azzurri non hanno fatto mancare il supporto al difensore brasiliano. Tanti striscioni nei confronti del classe 1991, tra cui quello di difensori bambini che recita “Io sto con Juan Jesus”.

Il precedente della Premier League

Vedere i calciatori in ginocchio prima di Napoli-Atalanta non è un gesto insolito nel mondo del calcio. Per anni, infatti, la Premier League ha appoggiato la campagna Black Lives Matter a sostegno della lotta al razzismo. Prima del fischio d’inizio delle partite del massimo campionato inglese, infatti, i giocatori si inginocchiavano per poco più di otto secondi.

La lotta al razzismo ha deciso di utilizzare il gesto iconico dopo la morte di George Floyd. Il 25 maggio 2020, infatti, il cittadino afroamericano è stato ucciso da un poliziotto, che gli lo ha bloccato a terra mettendogli il ginocchio sul volto per 8 minuti e 46 secondi. “Non riesco a respirare”, aveva ammesso il quarantaseienne prima di spirare. Da lì il movimento Black Lives Matter ha deciso di inginocchiarsi in onore di George Floyd e di tutti gli uomini e le donne vittime del razzismo e di discriminazioni. Il gesto ha avuto seguito anche nel mondo del calcio. Oltre ai calciatori di Premier League, anche in altri campionati i calciatori hanno deciso di inginocchiarsi negli anni passati. L’Italia ha due precedenti, risalenti agli Europei giocati nel 2021. In quell’occasione, diversi calciatori azzurri hanno scelto di inginocchiarsi prima delle sfide contro Galles e Belgio, per mostrare vicinanza nella lotta al razzismo.