Sulla vicenda di Ilaria Salis sono state spese molte parole, in alcuni casi anche troppe di fronte alla verità incontestabile di una cittadina italiana detenuta in condizioni indegne da uno Stato membro dell’Unione europea. A queste parole, spesso meschine, si aggiungono ora quelle di tutt’altra levatura pronunciate dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella sul caso, e rivolte al padre della Salis, Roberto, per esprimergli la vicinanza dello Stato e delle sue istituzioni.
Mattarella a Roberto Salis: “Le sono vicino e seguo personalmente il caso”
Una telefonata avvenuta nella mattinata di oggi, 30 marzo 2024, che, a giudicare dai suoi contenuti, è stata all’insegna dell’umanità ma anche dell’impegno che impone la carica istituzionale ricoperta da Mattarella.
Come raccontato dallo stesso Roberto Salis all’agenzia Ansa, il capo dello Stato ha espresso il suo sostegno in questo momento complicato e durissimo, oltre alla promessa di farsi carico personalmente di seguire gli sviluppi della vicenda.
“Ha ribadito la sua vicinanza personale a me e alla famiglia e mi ha garantito il suo personale interessamento al caso”.
L’indifferenza del governo e l’appello al capo dello Stato
Fa rumore ed è particolarmente significativo il colloquio tra Salis e Mattarella. Soprattutto alla luce delle tensioni che il caso della maestra 39enne detenuta a Budapest sta creando tra l’uomo e il governo Meloni, da lui accusato di non fare abbastanza per la sorte di sua figlia.
La chiamata arriva, infatti, a meno di 24 ore da un vero e proprio appello che Roberto Salis aveva rivolto proprio al Presidente della Repubblica, all’indomani della decisione del giudice ungherese di negare i domiciliari a sua figlia.
L’uomo ha ringraziato Mattarella proprio per la rapidità della sua risposta e per “la vicinanza al dramma che sto vivendo con la mia famiglia“.
Il capo dello Stato, spiegava Salis nella lettera inviata ieri, è stato l’unico a recepire l’urgenza del problema e a reagire con la dovuta sensibilità, nel silenzio del governo, anche dopo il “buco nell’acqua” ottenuto seguendo proprio la linea suggerita dall’esecutivo.
“Nessun ministro mi ha chiamato. Quando chi riveste cariche importanti ti dice cosa fare e tu lo fai, solo per scoprire che tutto questo si rivela un buco nell’acqua, il minimo dovrebbe essere fare almeno una telefonata per mostrare vicinanza”.
Roberto Salis confida nel sostegno di Mattarella affinché provi lui a fare pressioni – nel limite delle sue prerogative – sul premier ungherese Orban, dal momento che l’esecutivo non sembra avere intenzione o in grado di farsi valere con il governo di Budapest come, invece, sarebbe nelle sue possibilità.
A me pare che ora stiamo esagerando. Va bene tutto ma questa signorina è andata lì proprio con l’intento di fare quello che ha fatto ben conoscendo le regole e le leggi del posto. Allora si assuma la responsabilità delle conseguenze e non faccia la martire. E suo padre pure. Ci sono altri problemi ben più seri da risolvere. È poi, se devo dirla fino in fondo, se la tengono lì un po’ ha modo di “meditare” e, visto che è insegnante, almeno per un po’ non “inquina” i nostri figli. Con buona pace dei “garantisti” (quando conviene loro) della sinistra.