Cardano e altri token di rilievo (tra cui spiccano Tezos, Litecoin, Algorand, Monero, Ripple) sarebbero null’altro che zombie: questa è la tesi espressa di recente da Forbes. Una tesi che sicuramente sarà apparsa a molti sorprendente, considerato il rilievo assunto da questi protocolli nel corso degli anni.

Ad incaricarsi di rispondere è stato Charles Hoskinson, il fondatore della moneta dei professori (così è indicata spesso ADA per il suo collegamento agli ambienti universitari). Che stavolta, a differenza di altre, ha scelto l’ironia.

Cardano e altri token di rilevo sono solo zombie: parola di Forbes

Secondo le rilevazioni condotte da un gruppo di analisti di Forbes, non meno di 50 token hanno una capitalizzazione di mercato superiore al miliardo di dollari, pur non essendo altro che “zombie funzionali”. Una tesi abbastanza provocatoria che ha naturalmente destato un certo scalpore in ambito crypto.

L’articolo è stato pubblicato il passato 27 marzo e firmato da Steven Ehrlich, Nina Bambysheva e Maria Grazia Santillana. Per spiegare la loro tesi, gli estensori hanno iniziato ricordando un semplice dato: secondo Messari, l’anno scorso XRP di Ripple ha fruttato solo 583mila dollari in commissioni per l’elaborazione delle transazioni sulla sua rete.

Un dato che trasferito a Wall Street darebbe a XRP un rapporto prezzo/vendite pari a 61.689. Nvidia, il titolo più interessante del mercato, con una capitalizzazione di mercato superiore a 2 trilioni di dollari e un fatturato di 61 miliardi di dollari, ha un rapporto prezzo/vendite di 37.

L’articolo prosegue dando un giudizio effettivamente lapidario: “Ripple Labs è un criptozombi. I suoi token XRP continuano a essere scambiati attivamente, per un valore di circa 2 miliardi di dollari al giorno, ma senza alcuno scopo se non la speculazione.”

Ad incaricarsi di rispondere, però, non è stato Ripple Labs, bensì Charles Hoskinson. Qual è il motivo di questa apparente bizzarria?

La risposta di Hoskinson

Per capire meglio, occorre scorrere l’articolo e giungere ai giudizi su Cardano. Dopo averne ricordato il lancio, nel 2017, dopo un litigio tra Charles Hoskinson e Vitalik Buterin, si attesta come la blockchain valga al momento la sorprendente cifra di 23 miliardi di dollari e vanti un TVL (Total Value Locked) di 396 milioni di dollari. Lo scorso anno ha inoltre incassato 3 milioni di dollari in commissioni, nonostante la stessa Fondazione Cardano abbia affermato di non aver ancora completato le sue fasi di sviluppo.

Sin qui nulla di particolarmente eclatante. Subito dopo, però, parte quello che può essere considerato l’attacco frontale allo stesso Hoskinson. Si ricorda infatti come questi possieda un ranch di 11mila acri nel Wyoming, finanzi sedicenti cacciatori di alieni e, proprio di recente, abbia aperto un centro di medicina antietà e rigenerativa nella città di Gillette.

Per poi lanciare una stoccata non proprio leggera: “Non è sempre un narratore affidabile. Ha affermato di aver abbandonato il dottorato in matematica. Programma presso l’Università del Colorado, Boulder, ma la scuola dice che Hoskinson era uno studente universitario che non ha completato la sua laurea.”

Di fronte a questo attacco frontale, ci si poteva immaginare una risposta piccata da parte di un personaggio che in passato si è distinto in tal senso. Al contrario, il numero uno di Cardano ha stavolta scelto la strada dell’ironia. Ha infatti condiviso un’animazione di zombie della serie South Park, includendo riferimenti a Bitcoin Cash, Stellar ed Ethereum Classic e suggerendo che tali “zombi” hanno materia cerebrale da vendere. Naturalmente, non è difficile leggere il seguito, anche se Hoskinson non lo ha pubblicato: ce l’hanno, a differenza di Forbes.

Cardano e gli altri sono in buona compagnia

Sinora la discussione è rimasta confinata in un ambito abbastanza ironico ed è un bene che continui a restarci. Del resto, la criptosfera è ormai abituata alle critiche non proprio leggere provenienti dalla finanza tradizionale.

Se Cardano e gli altri sono zombie, anche se funzionali, occorre sottolineare che Bitcoin già 476 volte è stato dichiarato morto dai suoi detrattori. Un “morto” che però gode di buona salute, considerata l’attuale capitalizzazione di mercato pari a 1.375.327.056.367 di dollari statunitensi, che potrebbe crescere in maniera considerevole dopo l’halving e, soprattutto, una crescente accettazione da parte degli investitori istituzionali.

Una buona salute che, a quanto sembra, la finanza tradizionale non riesce a elaborare, ma con la quale dovrebbe forse iniziare a convivere in maniera più sana.