Superbonus, senza sconti in fattura e cessione dei crediti d’imposta, si rischia di perdere il bonus anche con la detrazione fiscale. Proprio le novità degli ultimi giorni hanno ristretto le possibilità di utilizzo dei bonus per le quote del 2023 con le due opzioni, ma il numero ridotto degli anni di detrazione fiscale fanno in modo che almeno una parte del bonus possa andare perduta.

Le situazioni da considerare per mantenere il superbonus e le relative opzioni di cessione e di sconto sono le seguenti:

  • la comunicazione delle due opzioni degli anni dal 2020 al 2023 da effettuare entro giovedì prossimo, 4 aprile 2024;
  • la riduzione delle spese oggetto di cessione o di sconto considerando la stretta del decreto 11 del 2023;
  • l’alternativa della detrazione fiscale compatibilmente con l’importo medio degli interventi di efficientamento energetico e di ristrutturazione, nonché con le soglie di reddito all’anno capienti rispetto alla quota di detrazione.

Superbonus: senza sconti e cessione crediti, ecco chi rischia il bonus anche con la detrazione fiscale

Tempo di comunicazione dei crediti d’imposta ceduti sul superbonus del 2023 o di sconti in fattura applicati ai lavori dello scorso anno o per le quote residue degli anni dal 2020 al 2022. Entro giovedì prossimo, 4 aprile 2024, si dovranno comunicare questi crediti all’Agenzia delle entrate senza possibilità di proroga. Infatti la scadenza, già fatta slittare dallo scorso 16 marzo, sarà l’ultima data prima di perdere la possibilità di utilizzo di una delle due opzioni, senza dover ricorrere alla detrazione fiscale.

Non ci sarà la possibilità di pagare la sanzione di 250 euro e di comunicare in ritardo – e non oltre il 15 ottobre 2024 – grazie al meccanismo della remissione in bonis. Il decreto varato dal Consiglio dei ministri del governo di Giorgia Meloni nella giornata del 26 marzo scorso esclude la possibilità di ulteriori deroghe. Nel 2023 la remissione in bonis si era spinta addirittura fino alla scadenza del 30 novembre.

Superbonus chi rischia bonus: quanto bisogna guadagnare per la detrazione fiscale?

Chi non effettuerà la comunicazione degli sconti in fattura o della cessione dei crediti del superbonus entro giovedì prossimo potrà contare, comunque, sulla possibilità di detrarre il bonus per non perderne l’agevolazione. Tuttavia, anche la detrazione fiscale nelle quattro dichiarazioni dei redditi successive non è esente dal rischio di perdere, almeno in parte, il superbonus.

Nel calcolo di questa probabilità entra in gioco l’importo medio dei lavori effettuati con il superbonus e il reddito familiare. In media, secondo i dati dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea), un lavoro in condominio genera detrazioni fiscali per 55.000 euro, da utilizzare in 4 rate di 13.750 euro nelle successive dichiarazioni dei redditi. Per arrivare a detrarre questa cifra in quattro anni servono redditi al di sopra di 50.000 euro all’anno.

Detrazione fiscale bonus edilizi, nel 2024 non c’è quella di 10 anni

Senza cessione dei crediti e sconti in fattura, la stragrande maggioranza dei contribuenti italiani rischia di perdere almeno in parte l’agevolazione sui lavori edilizi non arrivando a redditi di almeno 50.000 euro. La media si ferma molto prima, dal momento che solo 2,5 milioni di contribuenti, su circa 42 milioni, taglia questo traguardo. A tal proposito, nel 2024 non ci sarà nemmeno la possibilità della detrazione fiscale in 10 anni, come introdotto dal governo per il solo anno 2023. Allungando il periodo di detrazione si riduce la quota annuale, consentendo a un numero infinitamente più grande di contribuenti di sfruttare interamente l’agevolazione.

Nella dichiarazione dei redditi del 2024 si potrà detrarre la prima quota delle spese sostenute nel 2022 (ma non di quelle del 2023, anche se lo scorso anno è quello d’imposta). La normativa prevedeva, infatti, un anno di sospensione della detrazione fiscale decennale, mentre la quota 2022 poteva essere inserita nella scorsa dichiarazione dei redditi nel caso di fruizione del beneficio in quattro anni. La detrazione decennale varrà invece sui redditi dal 2024 al 2033.