A Rozzano, con l’accusa di violenza sessuale, è stato arrestato un 23enne di origine marocchina. Avrebbe picchiato e stuprato una ragazza in strada, fuori da una discoteca, nella provincia di Milano.

Rozzano, violenza sessuale: arrestato 23enne marocchino

Un ragazzo di 23 anni di origine marocchina è stato arrestato dai carabinieri di Rozzano con l’accusa di aver violentato e picchiato una giovane donna nella provincia di Milano. Il fatto si sarebbe consumato il 16 luglio dello scorso anno, in tarda serata, fuori da una discoteca.

Il giovane è stato prelevato dalle autorità, su ordine del gip di Milano, Giulio Fanales. Le accuse a cui dovrà rispondere sono quelle di violenza sessuale e lesioni. Le indagini, coordinate dal pm Pasquale Addesso, avevano preso il via poco dopo il tragico episodio, quando alcuni passanti avevano fermato in via Lombardia una volante dell’Arma. Si erano accorti che la ragazza vittima di violenza era seminuda e in stato di choc per la strada.

Il giudice del tribunale di Milano ha dichiarato:

“La concreta realizzazione dei fatti mette in luce la personalità negativa dell’arrestato, desumibile dalla sua condotta prevaricatrice e riprovevole, posta in essere nell’ambito di tale grave fatto delittuoso: costui ha infatti picchiato selvaggiamente la persona offesa pur di ottenere un rapporto sessuale contro la volontà della stessa”.

Il tragico episodio di violenza

La violenza messa presumibilmente in atto dal 23enne marocchino è avvenuta lo scorso 16 luglio 2023 tra le vie di Rozzano, nella provincia milanese, fuori da una discoteca. La vittima ha raccontato di essere stata malmenata, morsa sui seni e costretta ad un rapporto sessuale.

La denuncia è stata sporta dalla vittima nei giorni successivi allo stupro. Aveva rivelato alle autorità che mentre camminava per la strada, era stata improvvisamente afferrata alle spalle e bruscamente trascinata dietro una siepe da un giovane nordafricano. Picchiata e violentata.

I carabinieri sono riusciti a trovare il 23enne grazie al cellulare che lo stesso aveva perso proprio mentre fuggiva, dopo aver stuprato la ragazza. Nel telefono erano salvati dei selfie che, comparati con le foto raccolte nel sistema Sari, hanno dato un riscontro del 98%. Il riconoscimento da parte della vittima poi è stato decisivo per inchiodare il ragazzo.