E’ uno stop più ampio di quanto si pensasse quello che taglia gli sconti in fattura e le cessioni dei crediti d’imposta del superbonus. Da una lettura più attenta dell’articolo 5 del decreto varato in Consiglio dei ministri del governo Meloni nel giorno 26 marzo 2024, anche chi in questo momento può utilizzare le due opzioni per agevolare i lavori, con l’entrata in vigore del provvedimento – che potrebbe arrivare nella giornata di domani, 30 marzo – perderebbe la possibilità di rientrare nelle spese dei lavori del superbonus con sconti e cessioni.
Il decreto di tre giorni fa, pertanto, va oltre le strette operate dal decreto legge numero 11 del 17 febbraio 2023 che consentiva, a chi avesse già presentato il certificato asseverato di inizio dei lavori (Cilas), di poter utilizzare la cessione dei crediti. Il nuovo decreto chiude le deroghe anche a case popolari, enti del Terzo settore e zone terremotate.
Stop sconti e cessione crediti superbonus anche a chi poteva ancora usarli: ecco perché
Lo stop a cessione dei crediti d’imposta e sconti in fattura del superbonus, per le eccezioni ancora possibili dopo le strette degli ultimi anni, è più ampia di quanto si pensasse a un primo esame della norma del Consiglio dei ministri del 26 marzo 2024. Infatti, lo stop si allarga anche alle due opzioni in precedenza accordate per effetto della presentazione del Certificato asseverato di inizio dei lavori (Cilas) senza che, tuttavia, si sia verificato l’inizio dei lavori.
O che, anche con l’inizio dei lavori, non sia stata prodotta ancora alcuna spesa. In tutti questi casi, si perderà la possibilità di poter utilizzare lo sconto in fattura e la cessione dei crediti, pur nella consapevolezza che – in questo momento – le due opzioni sono ancora utilizzabili. Lo saranno fino all’entrata in vigore del decreto “Superbonus” con pubblicazione in Gazzetta Ufficiale che potrebbe arrivare nella giornata di domani.
Stop sconti crediti superbonus, anche a chi aveva conservato il diritto dal dl 17 del 2023
Facendo un passo indietro sulle proroghe di sconti in fattura e cessione dei crediti delle spese del superbonus, sono due le date da verificare ai fini dell’applicazione della nuova stretta. La prima data è quella di fine 2022 che concedeva, a chi avesse presentato la delibera condominiale e la Cilas entro la fine di novembre, di poter utilizzare il superbonus con la percentuale del 110% anche nel 2023, anno in cui il bonus sarebbe sceso al 90%.
La seconda data è quella del 17 febbraio 2023, giorno a partire dal quale non sono stati più accettabili sconti in fattura e cessioni dei crediti per i nuovi Certificati asseverati di inizio dei lavori (Cilas). Pertanto, chi aveva presentato la Cilas fino al 16 febbraio 2023 ha la possibilità – tuttora e a tempo indeterminato – di far partire i lavori e di avvalersi dello sconto in fattura e della cessione dei crediti di imposta. Le Cilas con data successiva assicurano la sola detrazione fiscale del bonus.
Bonus edilizi, ulteriore stretta: ecco per chi
Tutto questo fino alla data di entrata in vigore del nuovo decreto “Superbonus” che produrrà un’ulteriore stretta. Infatti, anche chi avesse conservato il diritto a utilizzare le due opzioni facendo partire i lavori in ritardo, non avrà più la possibilità di avvalersi di sconti e cessione dei crediti, ma solo la detrazione fiscale. Quindi, il diritto si perde se, alla data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto, non sia stata sostenuta alcuna spesa.
Bonus condomini, la stretta riguarda i lavori non ancora iniziati
Quale sarà l’impatto di questa ulteriore stretta della cessione dei crediti e dello sconto in fattura del superbonus? Nel corso del tempo, e in vista del rispetto delle norme, soprattutto i condomini hanno provveduto a “prenotare” gli interventi presentando delibere condominiali e Certificati asseverati di inizio dei lavori utili ad attribuire un diritto da far valere nel tempo.
Tanto è vero che, per tutto il 2023 e nei primi mesi del 2024, il superbonus ha fatto e continua a far registrare un volume di interventi agevolati del superbonus nell’ordine dei 5-7 miliardi di euro al mese (114 miliardi di euro in totale nell’ultima rilevazione dell’Enea di febbraio 2024).
Si tratta, per la maggior parte, di lavori di efficientamento energetico prenotati e da far iniziare. Ma l’ultima stretta del governo, volta a salvaguardare la stabilità dei conti pubblici, farà perdere anche il bonus inteso come cessione dei crediti.