Non ci è andato leggero Bruce Dickinson contro gli U2. Non si parla d’altro in Rete perché non capita tutti i giorni che tra colleghi ci si sbottoni fino a questo punto. In Italia ma anche all’estero, infatti, vige una regola non scritta secondo cui non è bene parla male del prossimo. In questo caso, invece, il cantante degli storici Iron Maiden non ha esitato ad esprimere la sua opinione circa il crescente costo dei biglietti dei concerti ed ha usato la band irlandese di Bono Vox come esempio. Ecco le esatte parole e il concetto che ha espresso in modo più dettagliato.

Bruce Dickinson contro U2, le dichiarazioni

E’ un periodo intenso per il leader degli Iron Maiden. A gennaio scorso ha pubblicato come solista il singolo “Rain on the graves” ed ora è ripreso da tutte le principali testate giornalistiche per aver dichiarato queste testuali parole alla rivista messicana ATMósferas Magazine:

“Non ho alcun interesse a pagare 1200 dollari per andare a sentire gli U2 allo Sphere, per niente. Al massimo potrei pagare 100 dollari. Se l’alto prezzo dei biglietti sta avendo un impatto negativo sull’industria? Dipende da che show stai facendo e da che pubblico c’è. Non starò qui a fare nomi perché oramai sono tanti gli artisti che ora chiedono 1200 dollari per un biglietto, tipo come succede a Las Vegas per andare a vedere lo show degli U2. Mi pare fosse 1200 dollari per un posto allo Sphere. Non ho alcun interesse a pagare 1200 dollari per andare a sentire gli U2 allo Sphere, per niente. Al massimo potrei pagare 100 dollari.”

La storica voce di “Fear of the dark” e Run to the hills” ha poi continuato con queste parole:

“Per me è importante che si provi a mantenere certi tipi di biglietti dei concerti al giusto prezzo. Spiego meglio: tutti dicono che i biglietti di fronte al palco dovrebbe costare di più. E invece no, dovrebbero essere i più economici perché chi vuole andare sotto al palco sono i veri fan, i ragazzini, gente che non può spendere cifre pezzi. Sono loro le persone che continuano a mantenere la musica viva.”

Il rincaro dei prezzi

Non solo polemiche tra Dickinson degli Iron Maiden e gli U2. Il primo, infatti, ha voluto usare il suo spazio in modo costruttivo e cioè proponendo una ricetta concreta. Per chi preferisce godersi un concerto seduto, senza sudare in mezzo alla gente e magari con la garanzia di vedere bene l’artista, è giusto che ci sia un prezzo superiore ma l’equilibrio con prezzi più abbordabili ci vuole e va perseguito. Sempre nel rispetto di tutta la filiera produttiva della musica dal vivo:

“Capisco comunque come i promoter cerchino di non perderci dei soldi e i promoter sono parte dell’ecosistema di quest’industria. Senza i promoter non ci sarebbero i concerti. È un equilibrio delicato, certo, ma comunque i prezzi dei biglietti sono troppo alti, certe cifre sono fuori di testa.”


La reazione di Bono

Non sono ancora arrivate commenti da parte del leader degli U2 circa l’intervento di Bruce Dickinson sul costo eccessivo dei loro biglietti. Il Bono internazionale preferisce usare il suo tempo per prendere posizione su temi più caldi di geopolitica internazionale. Durante il concerto a Las Vegas degli U2, infatti, ha voluto regalare luce e onore ad Alexei Navalny, il dissidente russo da poco scomparso in circostanze non chiare che dal 2021 era rinchiuso in prigione per motivi politici. Come? La voce di “Sunday bloody sunday” e “In the name of love” ha interrotto l’esibizione e si è rivolto direttamente al pubblico dichiarando queste parole:

“Putin non pronuncerà mai il suo nome. Ho pensato che oggi ci sono persone libere, persone che credono nella libertà… Dobbiamo pronunciare il suo nome. Non basta ricordarlo. Parlatene.”