Ancora tutto fermo nel caso Ilaria Salis: il tribunale di Budapest ha negato ieri gli arresti domiciliari all’insegnante e attivista antifascista arrestata in Ungheria l’11 febbraio 2023 e da allora trattenuta in carcere a Budapest in attesa del processo che certifichi o meno le sue responsabilità nell’aggressione a un gruppo di neonazisti.

Durante l’udienza di ieri, il giudice ungherese ha respinto non solo la richiesta di domiciliari che la 39 brianzola ha avanzato per tornare in Italia, ma anche la possibilità che questa misura cautelare possa avvenire in un appartamento appositamente affittato a Budapest.

Ancora una volta, infine, la Salis è stata condotta in tribunale con catene e manette, in un replay di quelle immagini che qualche mese fa hanno destato scalpore in Italia e in Europa.

Caso Salis, Bandecchi (AP): “I Paesi europei devono tutelare i diritti umani. Necessario garantire un giusto processo”.

Al centro del caso Salis vi è infatti non solo il dibattito sull’opportunità o meno di una custodia cautelare che si protrae da oltre un anno, ma soprattutto le degradanti condizioni di detenzione riservate alla 39enne italiana, dimostrate dalle catene e dalle manette con cui puntualmente la stessa è condotta in aula.

Punto, questo, oggi sottolineato anche dal segretario nazionale di Alternativa Popolare, Stefano Bandecchi, già in passato espressosi duramente sul caso condannando il trattamento che il tribunale ungherese – e dunque europeo – ha scelto di riservare a una cittadina della stessa Unione.

Intervenuto anche oggi sul tema, il sindaco di Terni ha ricordato innanzitutto come la questione non sia la colpevolezza o meno della Salis, quanto la necessità di garantirle un giusto processo. Soprattutto, però, Bandecchi ha voluto sottolineare come la tutela dei diritti dei detenuti sia “una prerogativa fondamentale dei Paesi appartenenti all’Unione europea”. Posizione, questa, assolutamente coerente con quanto affermato dallo stesso Bandecchi in passato, soprattutto in riferimento all’atteggiamento dell’Ungheria, Paese mostratosi spesso poco rispettoso dei diritti umani e civili.

Caso Salis, Bandecchi (AP): “Dignità valore fondamentale e non negoziabile della UE”.

Da convinto europeista e da segretario di un partito, Alternativa Popolare, che ha al centro della sua azione proprio l’Europa, Bandecchi non può infine non ricordare quali siano i valori fondanti della comunità europea, primo fra tutti la dignità umana. Valore che, secondo il sindaco di Terni, non viene meno neanche in caso di colpevolezza e che, soprattutto, non è mai “negoziabile”.

Proprio questa contestazione è, peraltro, l’occasione per Bandecchi di ricordare a parte della politica – e della classe dirigente del Paese – come sia pericoloso stringere “patti o alleanze con i leader autoritari, che hanno una concezione della libertà e dell’individuo ben lontana dalla nostra”. Il riferimento, è evidente, è proprio a Viktor Orban e alla pericolosa amicizia che la presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni, con lui intrattiene.

Europee, Bandecchi (AP): “Alternativa Popolare riporterà equilibrio e lungimiranza in politica”

Un punto, questo, non da poco, che trae la sua forza nelle considerazioni che Bandecchi tiene a ribadire non solo oggi, in occasione del dibattito sul caso Salis, ma anche in ogni tappa del tour elettorale che, con il camper di Alternativa Popolare, lo sta portando in ogni regione di Italia.

Per venire a capo del caso Salis – ma in generale per risollevare l’Italia, schiacciata da trent’anni di politiche incompetenti – ricorda Bandecchi, servono equilibrio e lungimiranza, doti che oggi Alternativa Popolare si impegna a rappresentare – e a riportare – contro le azioni di fiato corto che, negli ultimi trent’anni, hanno caratterizzato la vita del Paese.

In politica occorrono equilibrio e lungimiranza, per questo Alternativa Popolare si impegna a difesa della legalità ma senza strizzare l’occhio a regimi o governi che di democratico hanno ben poco”.