Discarico automatico delle cartelle esattoriali: cosa significa? L’Ente creditore, come ad esempio il Comune, l’INPS o altri enti responsabili dei debiti derivanti dalle imposte e dalle tasse non pagate dai contribuenti, li trasferisce all’Agenzia delle Entrate – Riscossione, la quale iscrive il debito a ruolo ed emette la cartella esattoriale. Pertanto, sapere che c’è la possibilità di un discarico automatico delle cartelle esattoriali potrebbe spingere a non pagare più nulla. La realtà è diversa: è vero che con il discarico si cancella il ruolo, ma si rischia di pagare molto di più. Vediamo come.
Discarico automatico delle cartelle esattoriali
È importante notare che la cartella di pagamento è l’atto attraverso il quale l’Agenzia delle Entrate – Riscossione richiede al contribuente il pagamento delle somme a debito provenienti dai crediti emessi da diversi enti creditori, come ad esempio l’Agenzia delle Entrate, l’INPS, i Comuni e così via.
La cartella esattoriale contiene diversi elementi, inclusa la descrizione delle somme dovute, l’intimazione ad adempiere al pagamento entro il termine di 60 giorni dalla notifica.
Inoltre, nell’atto di pagamento sono contenute tutte le informazioni sulle modalità di pagamento e sulla possibilità di rateizzare l’importo.
Sono inoltre presenti le indicazioni per richiedere il riesame, la sospensione o l’annullamento della cartella esattoriale.
In alcuni casi specifici per ottenere la cancellazione del debito, è possibile presentare ricorso al giudice
Se la cartella esattoriale non viene pagata entro il termine di 60 giorni dalla notifica, o se non viene presentata alcuna richiesta di rateizzazione del debito, l’Agenzia delle Entrate – Riscossione può avviare procedure cautelari e conservative, come ad esempio il fermo amministrativo dei beni mobili registrati, l’ipoteca e così via, oppure procedere con l’esecuzione forzata per il recupero del credito, ad esempio mediante il pignoramento dei beni mobili, immobili e così via.
È importante notare che in caso di mancato pagamento della cartella nei termini, alla somma dovuta si aggiungono gli interessi di mora e ulteriori spese.
Come funziona
Con la nuova riforma, l’Agenzia delle Entrate – Riscossione si prepara a smaltire 1.206,6 miliardi di euro di arretrati. A partire dal 2025, le cartelle esattoriali non pagate dopo un periodo di cinque anni possono essere discaricate.
Ciò significa che, per i debiti non riscossi entro cinque anni, la Riscossione procede al depennamento dal ruolo e alla restituzione del credito all’Ente originario.
Nello specifico, la cancellazione delle cartelle esattoriali per i carichi affidati all’Agenzia delle Entrate – Riscossione e non riscossi avverrà entro il 31 dicembre del quinto anno successivo alla presa in carico.
È possibile che la Riscossione proceda a un discarico anticipato delle cartelle esattoriali per i ruoli dal 2025, a patto che sia confermata la conclusione delle procedure fallimentari o la liquidazione giudiziale. Tale norma trova applicazione laddove i beni del debitore non possano essere aggrediti.
Cartelle esattoriali: aumentano spese e costi legali
Secondo quanto riportato da italiaoggi.it, nell’ipotesi in cui il credito venga discaricato dall’AdER e rimbalzi nella piena disponibilità del creditore, quest’ultimo può decidere se procedere autonomamente al recupero dei crediti o affidare il recupero a soggetti privati o alla stessa Agenzia delle Entrate – Riscossione per altri due anni, a condizione che dal monitoraggio registrato sui beni del contribuente risultino nuovi beni reddituali o patrimoniali su cui far valere le proprie pretese.
Pertanto, appare chiaro che i crediti oggetto del discarico automatico subiscono un costante monitoraggio al fine di individuare gli elementi patrimoniali o reddituali aggredibili e porli all’attenzione dell’Ente impositore (articoli 28-ter e 48-bis del DPR 602/1973).
Tale valutazione viene applicata regolarmente fino al sopraggiungere del termine di prescrizione del credito.
In conclusione, il discarico automatico delle cartelle esattoriali non dovrebbe incoraggiare i contribuenti a non pagare i propri debiti esattoriali.
Questo perché, in realtà, l’applicazione di questa procedura comporta rischi finanziari significativi, poiché l’annullamento del ruolo non elimina il debito in sé, ma può portare a un aumento delle spese accessorie e dei costi legali.”