La sosta per le Nazionali è stata archiviata e adesso è tempo di tornare in campo. Ad aprire i battenti della trentesima giornata di campionato sarà il big match tra Napoli e Atalanta, in porgramma domani allo stadio Maradona, con fischio di inizio alle ore 12.30. La squadra di Calzona vuole vincere lo scontro diretto per restare aggrappata al gruppo Champions. L’impresa è ardua, ma non impossibile. Anche la Dea però sa di non poter perdere punti per strada. la classifica li obbliga a rincorrere e adesso è il momento del tour de force finale. Per commentare Napoli-Atalanta, Inacio Pià, ex attaccante. che nel corso della sua carriera ha vestito entrambe le maglie, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Napoli-Atalanta, Pià a Tag24

La Serie A torna col botto e la trentesima giornata regalerà emozioni, e un big match dopo l’altro. Mancano due mesi al termine della stagione e adesso è tempo di giocarsi il tutto per tutto. Il Napoli insegue il sogno di tornare in Champions League, ma per renderlo possibile non può più sbagliare. Il quarto posto, occupato dal Bologna, dista 9 punti, ma la speranza è che possa essere buono anche il quinto che è a +5. La squadra di Calzona se la dovrà vedere con l’Atalanta, che ha esattamente lo stesso obiettivo e 2 punti in più. Uno scontro diretto complicato e che promette spettacolo, tra due squadre di qualità, che interpretano un buon calcio. Per commentare Napoli-Atalanta, Inacio Pià, che ha giocato con la Dea sin dalle giovanili e poi per tre stagioni, ma anche con gli azzurri, per 4 stagioni, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Napoli e Atalanta sono pronte a scontrarsi, che partita ti aspetti visto che siamo reduci dalla sosta per le Nazionali?

“Questa è una partita che vale tantissimo per la classifica, soprattutto per il Napoli. L’Atalanta è ancora in corsa su tutte e tre le competizioni e sta lottando per qualcosa di importante, mentre per gli azzurri sarà fondamentale. Bisognerà capire come staranno i giocatori che sono stati in Nazionale. Gli allenatori faranno tutte le valutazioni per schierare gli 11 migliori”.

Due squadre che si contendono anche un posto in Champions: per il Napoli è una gara da dentro o fuori?

“Direi proprio di sì. La distanza dal quinto posto è importante e il Napoli dovrà cercare di vincerle tutte fino alla fine e anche questo potrebbe non bastare. L’obiettivo deve essere quello di arrivare alla fine al massimo. Vincere con l’Atalanta però sarà determinante”.

Koopmainers in dubbio, è lui il giocatore più pericoloso della Dea?

“E’ un giocatore in crescita continua. Da quando è arrivato a Bergamo ha fatto sempre benissimo e in questa stagione sta trovando anche di più la via del gol. Gasperini ci punta tantissimo per il modo di stare in campo e per quello che riesce a dare anche sui calci piazzati. Da quello che leggo non sta benissimo fisicamente e bisognerà capire come si sentirà domani. Quel che è certo è che se lui dovesse dare disponibilità, lo vedremo titolare”.

Da Osimhen e Scamacca ci si aspettava qualcosa di più. Può essere la partita del riscatto per uno dei due attaccanti?

“Sono due centravanti su cui si avevano aspettative diverse. Osimhen aveva vinto lo scudetto ed era stato il capocannoniere della scorsa stagione. Tutti gli occhi erano puntati su di lui e ci si aspettava che lui riuscisse a mantenere il livello dell’anno scorso. Invece un pò a causa degli infortuni, un pò per come sono andate le cose nel club, non ha inciso nello stesso modo. Scamacca invece è arrivato a Bergamo quest’anno e si è dovuto rapportare con un allenatore nuovo. Entrambi vivono per il gol. Può essere il match che gli fa scoccare la scintilla per poter finire il campionato al massimo livello”.

Il caso Acerbi-Juan Jesus ha condizionato le ultime due settimane in casa Napoli e domani gli azzurri potrebbero decidere di dare al brasiliano la fascia di capitano. Che ne pensi?

“Siamo nel 2024, vedere e sentire cose del genere non fa bene, non solo dal punto di vista sportivo, ma anche dal punto di vista culturale. I calciatori sono personaggi esposti a tantissima visibilità e sono un esempio per tutti i bambini che seguono il calcio, devono fare attenzione. Poi quello che è successo non si è capito. Acerbi prima aveva chiesto scusa e poi ha fatto un passo indietro ed è stato assolto come se niente fosse. Serve coraggio e bisogna mettere un punto finale a tutto questo, altrimenti si continueranno a vedere cose del genere. La fascia da capitano sarebbe un bel gesto, ma la sensaibilità deve andare oltre tutto questo”.

Hai vissuto momenti importanti con entrambe le maglie, cosa hanno rappresentato per te?

“L’Atalanta è stato per me l’inizio. Sono arrivato che avevo appena 14 anni, venivo da un altro Paese con un altra cultura. Mi sono integrato benissimo e sono cresciuto tanto in una realtà fantastica. Per me è stato un punto di partenza. Napoli poi è stata per me un’esperienza fantastica. Sono arrivato più maturo in una città che vive di calcio tutta la settimana. Insieme siamo riusciti a tornare dove il club meritava, dopo il fallimento e dopo anni difficili. Siamo tornati in Europa ed è stato bellissimo. Ho ricordi bellissimi con entrambe e per me è sempre una partita speciale”.