Il decreto del Consiglio dei ministri del 26 marzo 2024 ha fissato nuove regole sul superbonus, stabilendo anche le sanzioni di 10.000 euro o la perdita del bonus per le comunicazioni non inviate. Il governo punta alla massima trasparenza sulle spese sostenute per gli interventi di efficientamento energetico e per le ristrutturazioni edilizie stabilendo che i lavori devono essere dettagliati.
A tal proposito, la data da cerchiare in rosso è quella di scadenza dell’invio delle comunicazioni all’Agenzia nazionale per le nuove tecnologia, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea) nel momento in cui si concludano i lavori.
Su questo appuntamento non vi sono passi indietro dell’esecutivo. Chi non invia dettagliatamente i dati richiesti o li invia in maniera parziale, rischia i nuovi effetti del quadro delle sanzioni previste dal decreto del 26 marzo 2024. Si va dalla multa di 10.000 euro per gli interventi già avviati prima dell’entrata in vigore dell’altro ieri alla decadenza dalla possibilità di ottenere il bonus.
Superbonus, nuove sanzioni di 10.000 euro o perdita del bonus: ecco quando
Arrivano nuove strette e sanzioni sui lavori agevolati dal superbonus. Il nuovo decreto approvato il 26 marzo in Consiglio dei ministri del governo di Giorgia Meloni prevede la chiusura ulteriore alla possibilità di avvalersi dello sconto in fattura e della cessione dei crediti d’imposta per i settori che finora erano stati risparmiati dai blocchi.
Non ci si potrà avvalere delle due opzioni per gli interventi sulle case popolari (Iacp) e sui lavori delle zone terremotate, con alcune eccezioni dettagliate dal provvedimento. Ma il decreto stesso prevede un nuovo quadro di sanzioni con l’introduzione di una multa fino a 10.000 euro per la mancata comunicazione alla fine dei lavori per quelli iniziati prima dell’entrata in vigore del nuovo decreto o la decadenza dal bonus per chi ometta la comunicazione stessa oppure invii dati non completi.
Gli obblighi di comunicazione si estendono anche alla domanda per ottenere i titoli abitativi necessari per i lavori di demolizione e di ricostruzioni degli immobili per le richieste aventi data successiva all’entrata in vigore del decreto del 26 marzo 2024.
Superbonus sanzioni perdita bonus, perché non c’è più lo sconto e la cessione crediti?
Con il provvedimento del Consiglio dei ministri saltano tutti i disegni di residui utilizzi dello sconto in fattura e della cessione del credito d’imposta. Già con il decreto 11 di febbraio 2023 la maggior parte delle ipotesi di cessione e di sconto erano state abolite.
La nuova e ulteriore stretta riguarda le opzioni del superbonus degli enti del Terzo settore, incluse le cooperative delle case a proprietà indivisa e le case popolari, e gli immobili sottoposti a demolizione e ricostruzione delle aree terremotate per eventi sismici a partire dal 1° aprile 2009 (dal terremoto in Abruzzo in poi).
Bonus edilizi, nel 2024 nessuna remissione in bonis per comunicazioni sconti e cessioni
Per le comunicazioni delle cessioni dei crediti e degli sconti in fattura delle spese del superbonus per l’anno 2023 non ci saranno ulteriori allungamenti dei termini come avvenuto negli scorsi anni. Non si prevede, dunque, la remissione in bonis con scadenza al 15 ottobre 2024 per le comunicazioni delle due opzioni avvenute lo scorso anno, dietro il pagamento di una sanzione amministrativa di 250 euro. Lo scorso anno la procedura della remissione in bonis aveva scadenza al 30 novembre 2023.
Bonus edilizi, il 4 ottobre 2024 scadenza comunicazione Agenzia entrate
Per effetto della mancata remissione in bonis, rimane dunque la scadenza di giovedì prossimo, 4 ottobre 2024, per presentare all’Agenzia delle entrate la comunicazioni delle cessioni dei crediti d’imposta e degli sconti in fattura relativi alle spese del 2023 e alle rate residue degli anni dal 2020 al 2022. Detta comunicazione deve essere preceduta dalla trasmissione dei documenti all’Enea, con scadenza fissata a ieri 27 marzo, per i lavori di efficientamento energetico.
La motivazione della mancata comunicazione di riserva a fine anno è che, ai fini della corretta tenuta dei conti pubblici dello Stato, il governo vuole conoscere già nel primo quadrimestre dell’anno l’esatto impatto dei crediti oggetto di compensazione.