La sicurezza sul posto di lavoro rappresenta un pilastro fondamentale della tutela dei lavoratori, con il datore di lavoro che gioca un ruolo fondamentale nella prevenzione degli infortuni. Andiamo a fornire qualche chiarimento in merito alla responsabilità del datore di lavoro negli infortuni sul lavoro, analizzando normative, limiti e casi particolari dove la condotta del lavoratore può influenzare l’obbligo di risarcimento.

Infortuni sul lavoro: obbligo di sicurezza e responsabilità del datore di lavoro

Il datore di lavoro detiene un obbligo di “garanzia” nei confronti dei suoi dipendenti, il quale include il dovere di prevenire ogni possibile rischio per la loro sicurezza. Questo obbligo comprende la prevenzione di infortuni causati da condotte imprudenti o negligenti dei lavoratori. Se un dipendente subisce un infortunio, diventa cruciale verificare se il datore di lavoro ha adottato tutte le misure protettive necessarie.

La responsabilità del datore di lavoro per gli infortuni sul lavoro è generalmente inderogabile. Tuttavia, può essere esclusa nei casi in cui l’infortunio sia stato causato da una condotta atipica ed eccezionale del lavoratore che si configura come causa esclusiva dell’evento dannoso. Questa eccezione, nota come rischio elettivo, si verifica quando la condotta del lavoratore recide il nesso causale tra l’obbligo di sicurezza del datore e l’infortunio.

A ogni modo, il datore di lavoro è responsabile sia nel caso in cui ometta di adottare le misure protettive sia quando non vigila affinché tali misure siano effettivamente rispettate dai dipendenti. La legge impone che le misure di prevenzione siano idonee a eliminare il rischio di infortuni nella misura più ampia possibile, anche considerando le potenziali condotte colpose dei lavoratori.

Infortuni sul lavoro: cause di esclusione di responsabilità del datore di lavoro

La responsabilità del datore di lavoro per gli infortuni sul lavoro viene generalmente assunta come un dato di fatto, presupponendo che il datore abbia l’obbligo di prevenire qualsiasi rischio per la sicurezza dei suoi dipendenti. Tale responsabilità può essere messa in discussione solo quando l’infortunio è causato da un comportamento del lavoratore che si distingue per la sua abnormità e imprevedibilità, configurandosi come causa esclusiva dell’evento dannoso.

La giurisprudenza stabilisce che la condotta negligente o imprudente del lavoratore non esclude automaticamente la responsabilità del datore. Inoltre, tale condotta non rileva nemmeno ai fini del concorso di colpa se l’infortunio deriva dall’inadempimento del datore nell’adozione delle precauzioni necessarie. Pertanto, la responsabilità del datore persiste a meno che non si dimostri che l’infortunio è avvenuto esclusivamente per cause imputabili al lavoratore.

Un comportamento si definisce “abnorme” quando è talmente inatteso e insolito da non poter essere considerato una variabile prevedibile nel normale svolgimento delle attività lavorative. Questo include azioni che non sono direttamente collegate alle istruzioni ricevute o alle procedure standard di lavoro. Quando un’azione del lavoratore può essere definita in tale modo, la responsabilità del datore di lavoro può essere esclusa, in quanto l’evento lesivo si posiziona al di fuori del perimetro della sua prevenzione.

Cosa dice la normativa di riferimento di tutela dei lavoratori

Il quadro normativo che regola la sicurezza nei luoghi di lavoro è articolato e comprende diverse disposizioni, tra cui l’articolo 2087 del Codice Civile, il Decreto Legislativo 81/2008 e principi derivanti dalla Carta di Nizza e dalla Costituzione italiana. Queste norme sottolineano l’importanza delle condizioni di lavoro sicure, sane e dignitose, imponendo al datore di lavoro l’adozione di tutte le misure necessarie per proteggere l’integrità fisica e morale dei lavoratori.

Inoltre, la Corte di Cassazione ha più volte ribadito che il datore di lavoro non può esimersi dalla propria responsabilità se non dimostra di aver attuato ogni possibile precauzione per prevenire l’infortunio. Anche la condotta colposa del lavoratore non attenua tale responsabilità, a meno che non si tratti di azioni totalmente estranee alle aspettative ragionevoli e alle misure di sicurezza adottate.

Sanzioni per inadempienze

La legge prevede specifiche sanzioni per i preposti che non adempiono ai loro doveri in materia di sicurezza sul lavoro. Queste sanzioni possono variare da ammende fino all’arresto, a seconda della gravità delle inadempienze. È quindi essenziale che i preposti ricevano una formazione adeguata e siano pienamente consapevoli delle loro responsabilità.