Nuove regole in merito all’affido minori: diverse le novità introdotte. Infatti, il governo italiano ha intrapreso un passo significativo verso la riforma della tutela dei minori in affidamento, introducendo un disegno di legge che mira a rafforzare il benessere e la sicurezza dei bambini e degli adolescenti coinvolti. Questa iniziativa legislativa, proposta dai Ministri Maria Eugenia Roccella e Carlo Nordio, si concentra sul rafforzamento del diritto dei minori a vivere e crescere all’interno della loro famiglia di origine. L’obiettivo principale è di contrastare le forme di affidamento considerate inappropriate, tra cui quelle a lungo termine presso istituti o famiglie non biologiche, evidenziando un cambiamento significativo nell’approccio alle pratiche di affidamento in Italia.
Affido minori: cosa cambia con la riforma
Al centro della riforma c’è l’introduzione di misure volte a prevenire l’istituzionalizzazione impropria dei minori e a promuovere, invece, l’affidamento all’interno di un contesto familiare. Questo cambio di direzione riflette la comprensione che la crescita in un ambiente familiare, ove possibile, è di gran lunga preferibile rispetto alla sistemazione in strutture residenziali. In questo quadro rientra l’istituzione di un registro nazionale, oltre a registri presso ogni tribunale, per monitorare le situazioni di affidamento dei minori e identificare prontamente eventuali criticità.
L’innovazione più rilevante riguarda la creazione di un Osservatorio nazionale, dedicato alla vigilanza sull’affidamento dei minori, con l’obiettivo di supervisionare le strutture di accoglienza e le famiglie affidatarie. Questo organismo avrà il compito di effettuare ispezioni, ove necessario, per assicurare che gli standard di cura e di benessere dei minori siano rispettati, rappresentando un passo avanti verso un sistema di tutela più efficace e attento alle esigenze dei bambini e degli adolescenti.
Riforma affido minori: verso una maggiore centralità della famiglia
La proposta legislativa pone un enfasi particolare sull’importanza dell’affidamento familiare come alternativa privilegiata all’istituzionalizzazione. Viene sottolineato il principio secondo cui l’affidamento non deve mai tradursi in una separazione definitiva dal contesto familiare d’origine, ma dovrebbe, per quanto possibile, favorire la riunificazione familiare. Ciò implica un sostegno concreto alle famiglie in difficoltà, per prevenire l’allontanamento dei minori e promuovere soluzioni di affidamento che mantengano vivi i legami con la famiglia d’origine.
La nuova legislazione introduce misure specifiche per sostenere le forme di solidarietà intrafamiliare, come l’affidamento a parenti, l’affidamento diurno o residenziale part-time, e la promozione di una maggiore collaborazione tra famiglie. Questi approcci sono intesi a minimizzare l’impatto dell’affidamento sulla vita dei minori, preservando la loro stabilità emotiva e sociale.
Il Registro Nazionale e gli Osservatori locali
Elemento chiave della riforma è l’istituzione di un registro nazionale degli istituti di assistenza e delle famiglie affidatarie, che garantirà una maggiore trasparenza e permetterà un monitoraggio efficace delle situazioni di affidamento su scala nazionale. Questo strumento si affianca ai registri locali presso i tribunali, creando un sistema di sorveglianza capillare che facilita l’identificazione tempestiva di potenziali situazioni di rischio o di malaffare.
In aggiunta, l’Osservatorio nazionale svolgerà un ruolo cruciale nel garantire che le strutture di accoglienza e le famiglie affidatarie rispettino gli standard qualitativi richiesti, promuovendo insieme un ambiente sicuro e propizio allo sviluppo dei minori in affidamento. Questa struttura avrà anche il compito di aggregare e analizzare i dati relativi agli affidamenti, contribuendo a una migliore comprensione delle dinamiche a livello nazionale e alla definizione di politiche più mirate e efficaci.
Sostegno alle famiglie
Altra pietra angolare della riforma è il rafforzamento del sostegno alle famiglie che accolgono minori in affidamento. Questo non solo attraverso un supporto economico, ma anche mediante servizi di assistenza e consulenza, volti a garantire che l’esperienza di affidamento sia positiva sia per i minori che per le famiglie affidatarie. L’obiettivo è di rendere l’affidamento familiare una scelta sostenibile e gratificante, incentivando così un maggior numero di famiglie a intraprendere questo percorso di solidarietà.
La formazione specifica per le famiglie affidatarie, insieme a programmi di supporto psicologico e di accompagnamento sociale, rappresenta un altro pilastro fondamentale per assicurare che l’ambiente familiare sia il più adeguato e preparato possibile ad accogliere il minore.
Tipologie affido minori: quante e quali sono
Le nuove linee guida introducono una classificazione più precisa delle tipologie di affido, rendendo il sistema più flessibile e adatto alle esigenze individuali di ogni minore. Queste comprendono:
- Affidamento familiare consensuale: in cui l’affido è organizzato dai servizi sociali in collaborazione con la famiglia d’origine. Questa modalità, la più diffusa, viene promossa come la soluzione preferenziale.
- Affidamento giudiziale: deciso da un giudice, questa tipologia viene applicata quando necessario.
- Affidamento intrafamiliare: preferito in casi particolari come per gli orfani di crimini domestici, il minore è affidato a parenti fino al quarto grado. Questo approccio è volto a mantenere le relazioni affettive preesistenti, richiedendo però una valutazione approfondita delle capacità dell’affidatario.
- Affidamento eterofamiliare: se non ci sono parenti disponibili o adeguati, il minore può essere affidato a una famiglia senza legami di parentela, una soluzione che può variare da affidi di vicinato a reti di famiglie associate.
- Affidamento diurno, parziale, residenziale: questa categoria riguarda modalità di affido basate su tempistiche specifiche, ad esempio, per alcune ore al giorno o periodi limitati dell’anno.