Roberto Salis è uscito dall’aula subito dopo la lettura della decisione da parte del Tribunale ungherese di non concedere gli arresti domiciliari alla figlia Ilaria.
“Il governo italiano dovrebbe fare un esame di coscienza”,
ha poi dichiarato ai microfoni di Rainews24, all’uscita del Tribunale di Budapest tornando a puntare il dito contro il Governo italiano.
Questa mattina l’attivista italiana, in carcere da 13 mesi in Ungheria perché accusata di aver aggredito due manifestanti nel corso di una manifestazione neonazista a Budapest, è stata condotta in aula nuovamente in manette, con le catene ai piedi e con una cintura di cuoio alla vita legata ad una catena tenuta da un’agente penitenziario.
Roberto Salis: “Il Governo dovrebbe fare un esame di coscienza, può e deve fare di più”
“Il Governo italiano dovrebbe fare un esame di coscienza”. Sono le parole di un padre amareggiato che, questa mattina, ha visto deluse le sue speranze di poter finalmente riportare a casa – seppur in un paese straniero e a loro ostile – la figlia, detenuta da più di un anno in condizioni spesso molto più che precarie.
“L’ennesima prova di forza del governo Orban. Il Governo italiano che può e deve fare qualcosa in più perché mia figlia non sia trattata come un cane”.
Ha detto Roberto Salis che poi ha aggiunto:
“I nostri ministri non hanno fatto una bella figura. Le catene non dipendono dalla magistratura ungherese, ma dal sistema carcerario che dipende dal ministero di giustizia ungherese che dipende dal primo ministro ungherese”.
Amnesty Italia: “No ai domiciliari arriva in un clima sempre più persecutorio”
Sul caso di Ilaria Salis e sul clima in cui si sta svolgendo il processo all’attivista italiana è intervenuta Amnesty Italia che in un videomessaggio postato sul profilo X ha espresso preoccupazione per un clima persecutorio nei suoi confronti.
“La decisione di negare i domiciliari a Ilaria Salis arriva in un clima sempre più persecutorio. Questa mattina chi era fuori dal tribunale a Budapest per sostenerla ha ricevuto minacce e intimidazioni. Le misure di sicurezza continuano a essere sproporzionate”.
La decisione di negare i domiciliari a #IlariaSalis arriva in un clima sempre più persecutorio. Questa mattina chi era fuori dal tribunale a #Budapest per sostenerla ha ricevuto minacce e intimidazioni. Le misure di sicurezza continuano a essere sproporzionate. pic.twitter.com/wSdQSAljAA
— Amnesty Italia (@amnestyitalia) March 28, 2024