Per fermare – o almeno rimediare – al feroce fenomeno di disboscamento che da anni sta distruggendo la foresta amazzonica, l’investimento di Brasile e Francia a tutela del verde è un piccolo grande passo. I due Paesi hanno annunciato un piano economico da un miliardo di euro per fermare la catastrofe ecologica.

Foresta Amazzonica, investimento da un miliardo di euro di Brasile e Francia

Più attenzione e impegno per tutelare l’ambiente, questo è il messaggio che ha animato l’iniziativa del Brasile e della Francia quando hanno deciso di mettersi a tavolino per studiare un nuovo piano per salvare la foresta amazzonica, o quel che ne resta.

I due Paesi hanno annunciato un piano economico per lottare contro il catastrofico fenomeno di deforestazione massiccia che sta distruggendo da anni i boschi dell’Amazzonia. Un investimento dal valore complessivo di circa 1 miliardo di euro.

La notizia arriva a seguito dell’incontro tra il presidente Emmanuel Macron e l’omologo brasiliano, Luiz Inácio Lula da Silva, il meeting in agenda per martedì a Belem, una città dello Stato sud americano. Fra i vari provvedimenti in cantiere, spicca l’impegno a dire stop al brutale disboscamento che sta mettendo in ginocchio la più grande foresta pluviale del mondo. Data di scadenza? Se ci arriviamo, sarà da attuare entro il 2030.

L’emergenza nella foresta amazzonica

Con una superficie totale di circa 5,5 milioni di chilometri quadrati, la foresta amazzonica si trova per più del 60% della sua estensione su territorio brasiliano. Da qui la voglia e l’interesse dello Stato a fermare il disboscamento che sta distruggendo il polmone del mondo.

La Francia ha deciso di unirsi all’azione, considerando il dominio Guyana, la regione del Sudamerica, al confine con il Brasile, il cui territorio è quasi totalmente ricoperto dalla foresta pluviale.

Un piano economico che sicuramente farà parte dei soliti giochi tra potenze, ma che come risvolto positivo avrà senza dubbio quello di aver messo in atto un tentativo per tutelare ciò che resta del verde nel nostro pianeta. Un primo rimedio per far fronte ai disastri posti in essere in Brasile dal governo di Jair Bolsonaro, tra il 2019 e il 2022.