Francesco Acerbi è stato assolto, la decisione del giudice sportivo è chiara. Nonostante questo però non si arrestano le polemiche e il mondo del calcio si divide. Il dubbio che il calciatore dell’Inter possa davvero aver pronunciato una frase razzista resta, ma la norma parla chiaro e senza prove evidenti non sarebbe stato possibile squalificarlo. Sui social Intanto impazza l’hashtah #IostoconJJ, generato per dimostrare vicinanza e sostegno a Juan Jesus e il Napoli ha presentato la nuova maglia, senza il patch per la campagna contro il razzismo. Un caso che fa discutere e che potrebbe creare un precedente importante. Per commentare quanto avvenuto e dire la sua rispetto al caso Acerbi e al razzismo nel calcio, Christian Manfredini, che conosce bene la serie A, avendoci giocato per anni, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Caso Acerbi e razzismo nel calcio, Manfredini a Tag24

La sentenza tanto attesa per Francesco Acerbi è arrivata e alla fine il calciatore dell’Inter ha potuto tirare un sospiro di sollievo. Assoluzione completa e nessuna squalifica per il difensore nerazzurro che sarà regolarmente in campo lunedì, nel match di campionato contro l’Empoli. Una decisione, quella del Giudice sportivo, che ha portato con sé un’infinità di polemiche. Sui social piovono commenti tra chi è d’accordo con l’indagine fatta e chi invece è indignato. L’argomento è delicato e non riguarda solo il calcio. Per commentare quanto avvenuto e dire la sua rispetto al caso Acerbi e al razzismo nel calcio, Christian Manfredini, che conosce bene la serie A, avendo vissuto qui tutta la sua carriera è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Non si arrestano le polemiche nei confronti di quanto avvenuto tra Acerbi e Juan Jesus. Cosa ne pensi della decisione presa dal giudice sportivo?

“Sinceramente non mi aspettavo nulla di diverso e penso che sia giusto assolverlo se non ci sono delle prove chiare. Vorrei fare però una riflessione: io sono un ragazzo di colore e vi assicuro che negli anni di insulti ne ho ricevuti tanti, ma non mi sono mai sognato di denunciare un avversario. Queste cose succedevano anche ai nostri tempi e non abbiamo mai fatto sospendere nessuna partita. Attenzione, non voglio condannare né Juan Jesus, né tantomeno Maignan per la reazione che ha avuto contro l’Udinese. Se loro si sono sentiti di fare gesti del genere, è giusto che li abbiano fatti, ma a me non è mai venuto in mente. Diverso sarebbe stato se l’arbitro avesse sentito quello che Acerbi aveva detto e a quel punto Juan Jesus avrebbe dovuto confermare”.

Tanti invece contestano a Juan Jesus di essere stato troppo buono e di non aver pensato di far sospendere la partita…

“La cosa che per quel che mi riguarda è assurda, è che nel 2024 siamo ancora costretti a parlare del colore della pelle. Possibile che ci siano ancora episodi simili? Credo che stiamo parlando del nulla. Poi molto dipende dai punti di vista. C’è chi pensa che sarebbe meglio far sospendere la partita e chi invece, come me, eviterebbe anche di parlarne. Ognuno la prende come meglio crede, ma vi faccio una provocazione: secondo voi sospendere le partite risolve il problema? Secondo me no”.

Il Napoli ha preso una posizione netta, decidendo anche di eliminare il patch contro il razzismo. Si dovrebbero fare iniziative più concrete?

“Assolutamente sì, ma quali? La realtà dei fatti è che non è semplice fare qualcosa di concreto. Al momento possiamo individuare chi è che fa cori razzisti anche all’interno di una tifoseria e non farli più entrare allo stadio. Penso che tante volte sia più una questione di moda, che il razzismo vero e proprio. La maggior parte di quei tifosi, se vedono i propri calciatori per strada, seppur di colore, gli chiedono l’autografo e si fanno la foto”. 

Le parole però hanno un peso, pensi che non se ne rendano conto?

“In fondo credo proprio di no. Adesso però dobbiamo dare per assodato che Acerbi non abbia detto nulla di razzista, perché altrimenti non sarebbe stato assolto. Gli ululati ce li facevano anche a noi, ma io ho sempre fatto finta di non sentirli. Dobbiamo essere bravi a metterci sul gradino più alto. Io gioco a calcio e tu vieni lì per vedere me, ho sempre pensato questo e sono andato avanti così. Quando sono andato in giro non ho mai avuto grossi problemi e questo è il motivo per cui vi dico che non può essere solo questione di razzismo”. 

Anche Vinicius è spesso bersagliato da questo punto di vista è proprio in questi giorni è scoppiato in lacrime in conferenza stampa. Un problema che si sta addirittura espandendo?

“Sicuramente, perché nel suo caso se la prendono sempre con il colore della pelle. Lui è un calciatore fortissimo, che provoca sempre, e quella è l’unica arma che hanno per innervosirlo. Questo non vuol dire che sia giusto insultarlo. Io penso che la cosa migliore, quando lo fanno i tifosi, sarebbe quella di ignorarli. Diverso è se lo fanno gli avversari in campo”.