Il Giovedì Santo è un giorno sacro, sia per le sue cerimonie religiose che per le tradizioni culinarie che caratterizzano molte città italiane.

Cosa non si mangia il Giovedì Santo?

Una delle questioni più dibattute riguarda il consumo di carne durante il Giovedì Santo. Secondo il diritto canonico, durante la Quaresima e la Settimana Santa, vi sono precise disposizioni riguardo all’astinenza dalla carne. Il canone 1251 prescrive l’astinenza dalle carni o da altri cibi nei venerdì dell’anno, ad eccezione delle solennità. Tale disposizione si applica a coloro che hanno compiuto il 14º anno di età per l’astinenza e a tutti i maggiorenni fino al 60º anno per il digiuno.

Cosa mangiare il Giovedì Santo?

Le tradizioni legate al Giovedì Santo sono molteplici e coinvolgono sia gli aspetti religiosi che quelli culinari. In molte regioni d’Italia, le famiglie visitano i sepolcri o gli altari della riposizione nelle chiese, un gesto di devozione e ricordo dei defunti.

Le pietanze preparate per il Giovedì Santo spaziano dalla pizza dolce marchigiana alla resta comasca fino al pan di ramerino, tipico della tradizione toscana. Tuttavia, a Napoli, la zuppa di cozze rappresenta una tradizione culinaria radicata nel tessuto storico della città.