“Nessuno mi ha chiesto di dimettermi, vado avanti”.
Poche e stringate dichiarazioni per ribadire quanto già dichiarato nel suo comunicato stampa. La ministra del Turismo Daniela Santanchè ha risposto così ai giornalisti che – a margine di un convegno sul turismo e il futuro del Giubileo e le Olimpiadi – le chiedevano se intendesse dimettersi a seguito della ricezione dell’avviso di chiusura indagini dell’inchiesta per truffa aggravata all’Inps per la irregolare gestione della cassa integrazione durante il Covid in alcune sue società.
A chiederne le dimissioni in realtà sono in molti, ma per lo più nelle file dell’opposizione, al momento in maggioranza sembrano compatti sulla posizione garantista.
Santanchè: “Nessuno mi ha chiesto di dimettermi, vado avanti. Non partecipo a processi mediatici”
La ministra del Turismo è finita al centro di un processo mediatico, a cui lei ha detto di non voler partecipare, in seguito all’inchiesta della Procura di Milano su una presunta truffa aggravata per 126 mila euro nei confronti dell’Inps.
“Non ho mai partecipato a processi mediatici. Per adesso in tribunale ho sempre vinto. Se poi pensate che per una chiusura indagine una persona è condannata…”
Ha dichiarato per poi aggiungere:
“Ho fiducia nella magistratura. Vado avanti. Nessuno mi ha chiesto di dimettermi.”
E’ di poche ore fa una nota della Lega a sostegno della Ministra del Turismo.
“La Lega è e resta garantista: la vicenda che riguarda il Ministro Daniela Santanchè confermerà per l’ennesima volta la compattezza della maggioranza e la piena sintonia tra i leader”.
Caso Santanchè, Calenda (Azione): “Dimissioni necessarie e dovute”
Il centrodestra si riscopre garantista nella vicenda Santanchè, a differenza di quanto accaduto con la vicenda del sindaco di Bari Antonio Decaro, negli ultimi giorni al centro di un altro processo mediatico su una presunta visita alla sorella di un boss pugliese, raccontata dal governatore Michele Emiliano. A parti invertite, il centrosinistra che garantista è con il sindaco di Bari, molto meno garantista sembra esserlo nei confronti della ministra Daniela Santanchè.
Il Pd ad esempio ha richiesto le sue dimissioni più volte e in più sedi.
E’ di queste ultime ore, invece, la richiesta di dimissioni del leader di Azione, Carlo Calenda, che in un post sul suo profilo X ha scritto:
“Le dimissioni di Daniela Santanchè sono necessarie e dovute non perché indagata o eventualmente rinviata a giudizio, ma perché i comportamenti di cui abbiamo evidenza non sono compatibili con la carica di Ministro del Turismo.”
Le dimissioni di Daniele Santanchè sono necessarie e dovute non perché indagata o eventualmente rinviata a giudizio, ma perché i comportamenti di cui abbiamo evidenza non sono compatibili con la carica di Ministro del Turismo. https://t.co/ccZfqB5C9X
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) March 27, 2024