Ormai da anni si parla di adozione globale delle criptovalute. Quella che è una speranza per i criptofans è, di converso, un motivo di grande timore per la finanza tradizionale. Nella realtà, però, qual è la situazione? Un buon contributo alla comprensione di quanto sta accadendo arriva ora da un rapporto di Triple-A, un popolare fornitore di servizi di pagamento in criptovalute, secondo il quale il numero di utilizzatori di asset digitali nel vecchio continente avrebbe ormai raggiunto quota 31 milioni. Il dato realmente sorprendente di questo rapporto è però un altro.

Le criptovalute stanno sfondando nell’Europa Orientale

Oltre 31 milioni di utenti crypto in Europa: questo è il dato contenuto in uno studio elaborato dal fornitore di servizi in criptovaluta Triple-A. La vera e propria esplosione in tal senso si starebbe però verificando non nella parte del vecchio continente più sviluppata, bensì nella parte orientale.

A guidare la classifica per quanto riguarda l’adozione delle valute virtuali sarebbe l’Ucraina, seguita dalla Turchia e dalla Russia. Come si può notare, quindi, Paesi che non fanno parte dell’Unione Europea e che stanno vivendo una particolare situazione economica. Mentre sono soltanto al quarto e quinto posto due dei Paesi europei più avanzati, la Spagna e il Regno Unito.

Un orientamento il quale va confermare quanto affermato da un altro studio, quello formulato dalla società di analisi on-chain Chainalysis, alla fine dello scorso anno. Un dato che è del resto molto interessante, in quanto conferma un trend già abbastanza noto: a rivolgersi alle criptovalute sono soprattutto i Paesi che hanno difficoltà di carattere economico. Basti pensare in tal senso al sempre più evidente gradimento per gli asset digitali in America Latina. Ove i lavoratori a basso reddito di Argentina, Venezuela, Colombia e altri Paesi ormai da tempo cambiano stipendi e pensioni ricevuti in moneta locale con Bitcoin e Altcoin più solide.

L’adozione globale a livello mondiale

Allargando lo sguardo a livello globale, si può notare come il Paese ove le criptovalute sono ormai parte integrante del nuovo sistema finanziario è l’India, con Nigeria e Vietnam a chiudere il podio. Sotto al quale si fermano gli Stati Uniti, abbastanza a sorpresa.

Naturalmente, proprio il dato relativo all’Europa Orientale è quello che balza maggiormente in evidenza. Il fatto che Ucraina e Russia si rivolgano sempre più a Bitcoin e consorelle sembra dimostrare che proprio le difficoltà, come quelle in cui si dibattono i due Paesi in guerra, sembrano in grado di favorire le criptovalute.

Un dato che riguarda anche la Turchia, ove la moneta locale è stata sottoposta ad una svalutazione prossima al 60% nel corso del corso del 2023. Un trend, quello turco, il quale sembra ricalcare quello tipico dei Paesi sudamericani. Quando l’inflazione aggredisce il potere d’acquisto della valuta fiat, molti lavoratori e pensionati decidono per una immediata conversione in Bitcoin e altre crypto forti. Nei periodi di mercato in crescita possono trarre vantaggi di non poco conto, in quelli di calo pagano comunque un prezzo minore se paragonato al dato sull’inflazione.

Un trend destinato a proseguire nell’immediato futuro

La crescita dell’impiego di criptovalute sembra ormai una tendenza consolidata e destinata a crescere nel corso dei prossimi anni. Favorita non tanto dalla voglia di rischiare soldi, tipica dei trader, quanto da quella di fare fronte a livelli inflattivi che stanno provocando non pochi problemi anche nelle economie avanzate.

La tanto decantata stabilità delle valute fiat sembra in effetti più strombazzata che reale. Una realtà che del resto in molte aree del mondo è ben conosciuta da decenni. Basti dare un’occhiata all’Argentina, dove nel corso dell’ultimo anno i prezzi sono triplicati. A fronte di questo dato il rischio dell’investimento in Bitcoin rappresenta una sorta di passeggiata di salute. Ecco perché gli asset virtuali sono destinati a crescere in maniera esponenziale nell’immediato futuro.