Oggi il funerale di Saman Abbas, la ragazza pachistana che si è ribellata a un matrimonio combinato scomparsa nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio del 2021, poi la macabra scoperta: uccisa dalla famiglia e attirata da un messaggio della madre.
Il feretro è arrivato al cimitero della cittadina scortato dai carabinieri sotto una pioggia battente. Per l’omicidio è stato condannato all’ergastolo il padre Shabbar Abbas e a 14 anni lo zio Danish Hasnain. La madre risulta invece ancora latitante. Il rito, celebrato in forma riservata anche per tutelare il fratello più giovane della vittima che è testimone contro gli altri parenti, è stato celebrato da Yassine Lafram, presidente Ucoii. Presenti anche il prefetto Maria Rita Cocciufa e la sindaca di Novellara Elena Carletti.
Presidente della comunità islamica: “Noi vittime non carnefici”
Ci sono state molte polemiche proprio dal punto di vista religioso tanto che è il presidente dell’Ucoii, Yassine Lafram, a voler fare le dovute precisazioni, ricordando che loro come comunità non hanno mai rinnegato Saman:
“Oggi, il funerale, celebrato alla presenza di diversi rappresentanti della comunità islamica locale, è stato un segnale importante per chi pensa che la religione sia stata il nemico numero uno di Saman. Noi, come Ucoii, ci siamo costituiti parte civile nel processo proprio per rimarcare senza se e senza ma qual è la nostra posizione. Noi siamo dalla parte della vittima, non del carnefice. Siamo dalla parte di Saman perché ha subito una barbarie indicibile e come comunità dovevamo assolutamente essere in prima linea per dire che siamo dalla parte delle donne che hanno tutto il diritto di scegliere liberamente quello che è il proprio destino”.
Sindaca Novellara: “Devastante pensare a dei genitori così”
Quasi 300 cittadini hanno partecipato all’ultimo saluto della comunità di Novellara, nel giorno del funerale della giovane, molti i rappresentati delle istituzioni, in prima fila anche la sindaca di Novellara, Elena Carletti che ha detto ai cronisti, dopo la fiaccolata della piccola cittadina di Reggio Emilia:
“Resta per noi una delle immagini più devastanti quella dei genitori che l’accompagnano in quell’ultimo cammino nel buio, di cui noi conosciamo l’esito, ma che lei certamente non pensava. Va contro ogni pensiero umano. La famiglia che dovrebbe rappresentare un abbraccio sicuro, si è trasformata in una macchina di morte”