L’exchange di criptovalute KuCoin e i suoi due fondatori, Ke Tang e Chun Gan, sono stati accusati dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti di aver cospirato per violare il Bank Secrecy Act. Per riuscire nell’intento non hanno dato vita ad un adeguato programma antiriciclaggio in grado di conformarsi alle normative AML (Anti Money Laundering). In tal modo, avrebbero reso possibile il riciclaggio di denaro e l’attività terroristica attraverso la piattaforma.
KuCoin, l’accusa è estremamente grave
KuCoin, noto exchange di criptovalute, è stato accusato dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti di aver violato il Bank Secrecy Act. I fondatori di KuCoin, Chun Gan e Ke Tang, entrambi cittadini cinesi, sono stati accusati insieme a Flashdot Limited, Peken Global Limited e Phoenixfin Private Limited. Per riuscire nell’intento, avrebbero messo in atto una vera e propria cospirazione, non attuando le normative esistenti sul tema.
È stato il procuratore generale degli Stati Uniti Damian Williams a precisare la questione in una nota. Al suo interno è possibile leggere: “KuCoin e i suoi fondatori hanno cercato deliberatamente di nascondere il fatto che diversi utenti degli Stati Uniti stavano utilizzando la propria piattaforma per fare trading. KuCoin ha ottenuto vantaggi dalla sua considerevole base di clienti negli Stati Uniti per diventare uno degli exchange di criptovalute più grandi al mondo per gli scambi spot e dei derivati.”
Williams ha poi calcato ulteriormente la mano, ricordando: “Come affermato, non riuscendo ad attuare nemmeno le basilari politiche antiriciclaggio, gli imputati hanno permesso a KuCoin di operare nell’ombra dei mercati finanziari e di essere utilizzato come rifugio per il riciclaggio di denaro illecito, con KuCoin che ha ricevuto oltre 5 miliardi di dollari e inviato oltre 4 miliardi di dollari miliardi di fondi sospetti e criminali”.
Una presunta cospirazione criminale multimiliardaria
A sostegno delle parole di fuoco rilasciate da Williams, è poi arrivata la dichiarazione di Darren McCormack, agente speciale incaricato dell’HSI: “Oggi abbiamo smascherato uno dei più grandi scambi globali di criptovalute per ciò che la nostra indagine ha scoperto essere veramente: una presunta cospirazione criminale multimiliardaria”.
Per la criptosfera si tratta dell’ennesimo choc, dopo quella derivante dalla nota vicenda che ha riguardato Binance e il suo fondatore, ChangPeng Zhao. In quella occasione la procura del Southern District of New York, la stessa che sta conducendo l’inchiesta su KuCoin aveva emanato una multa pari a 4,3 miliardi di dollari. Cui si era aggiunta l’imposizione alle dimissioni da CEO per il suo numero uno.
Il reato contestato è l’aver in pratica eluso l’obbligo di identificare i clienti, per evitare fenomeni di riciclaggio di denaro sporco. Un reato che negli Stati Uniti è osservato con molta attenzione, in quanto potrebbe foraggiare bande terroristiche, oltre che la criminalità organizzata.
Un nuovo danno d’immagine per l’innovazione finanziaria
Quanto sta accadendo, sembra destinato a fare felice la senatrice Elizabeth Warren. La politica democratica del Massachusetts, infatti, ha di recente presentato un progetto di legge dal titolo molto esplicito: “Digital Asset Anti-Money Laundering Act”.
Un disegno che punta non a reprimere gli asset virtuali, ma a fare in modo che siano inseriti in paletti rigidi. Tali da impedire che qualcuno possa pensare di utilizzarli per poter dare vita a manovre losche o apertamente criminali.
Per questo atto legislativo la Warren è stata indicata come una vera e propria bestia nera dalla Blockchain Association. Il modo in cui lo ha fatto, però, è stato vissuto come un attacco diretto dalla senatrice, che non ha esitato ad affermare che l’associazione le avrebbe posto un bersaglio sulla schiena.
Inoltre, a contenderle il posto il partito repubblicano ha designato John Deaton, noto sostenitore delle criptovalute. Una scelta abbastanza sorprendente, in effetti, considerato che l’avvocato pro-Ripple risiede nel Rhode Island.
Sulla contesa elettorale, però, ora potrebbe essere proprio la vicenda di KuCoin ad abbattersi come un masso. Per la Warren potrebbe essere molto facile rivendicare le tempistiche con cui aveva presentato il suo disegno di legge e indicare nell’avversario un politico che non ha a cuore le vicende degli elettori, ma solo gli interessi delle grandi aziende crypto.