Che cos’è l’endometriosi, malattia può colpire una donna dall’arrivo della prima mestruazione fino alla menopausa (e oltre). Nonostante negli ultimi anni siano stati fatti dei grandi passi avanti, ancora oggi non c’è molta chiarezza a proposito di tale patologia. Vediamo insieme allora quali sono i sintomi, come ottenere una diagnosi, quali sono le cure e infine i dati che riguardano l’Italia e il mondo.

Che cos’è l’endometriosi?

L’endometriosi è una malattia che consiste nella presenza di un endometrio, ovvero una mucosa che solitamente riveste solo la cavità uterina, all’esterno dell’utero. Ciò comporta, nella donna che ne soffre, pericolose conseguenze a livello fisico e non solo.

Gli studi filologici fatti negli anni hanno evidenziato che l’endometrio nell’endometriosi è simile a quello normale. A caratterizzarlo ci sono diversi recettori ormonali. La differenza consiste nel fatto che il primo ha un’alta capacità di adesività, che gli permette di aderire a strutture extra-uterine.

Proprio per tale motivo si può sviluppare in varie sedi.

Tendenzialmente l’endometriosi è ritenuta dai dottori una patologia che incombe nell’età riproduttiva. Ci sono però casi in cui può andare avanti anche dopo la menopausa.

Secondo ricercatori ed esperti ed esperti del settore, è possibile dividere l’endometriosi in diversi stadi. Questi si basano sul livello di estensioni e di gravità dei danni e condizionano il modo inevitabile i trattamenti che poi si vanno a fare sulle singole pazienti.

Il primo stadio è quello dell’estensione minima. È caratterizzato dalla presenza di pochi millimetri di tessuto endometriale al di fuori dell’utero. Il secondo è lieve, con un numero maggiore di lesioni e anche più profonde.

Il terzo stadio è quello dell’endometriosi moderata. Si nota la presenza di cisti ovariche e di tessuto tra gli organi pelvici. Il quarto ed ultimo e il più grave. È caratterizzato da impianti endometriosici molto profondi, ciste voluminose sulle ovaie ed esiti aderenziali importanti.

Endometriosi, che cos’è? I sintomi

Sono tanti e diversi i sintomi di questa malattia. I più diffusi sono il dolore pelvico, le mestruazioni dolorose, il dolore durante i rapporti sessuali, le irregolarità dei cicli, le perdite ematiche anomale dai genitali, la defecazione dolorosa, la sterilità e il senso generale di stanchezza.

Ogni donna presenta dei segnali d’allarme che possono rappresentare la presenza di questa patologia, che possono essere diversi da paziente a paziente.

Quelli che vi abbiamo appena elencato sono, in linea generale, i più diffusi.

Diagnosi e cura

Per avere una diagnosi di endometriosi bisogna sottoporsi ad una serie di accurate visite mediche. Se già una persona presenta i sintomi di cui abbiamo appena parlato, sono necessari approfondimenti sanitari.

Con una visita ginecologica si può rilevare una possibile fissità degli organi pelvici, altro segnale di possibile presenza di endometriosi.

Tramite un’ecografia transvaginale/transrettale e transaddominale è possibile visualizzare eventuali cisti a carico delle ovaie, dell’utero, del setto vaginale di altri organi addominali e pelvici.

Ci sono poi altri esami di grande importanza come la rettosgimoidoscopia o la risonanza magnetica addomino-pelvica con mezzo di contrasto per determinare anche il coinvolgimento di organi non ginecologici.

Tramite la chirurgia, in particolare con la laparoscopia, è possibile avere una diagnosi definitiva e accurata della malattia e dello stadio in cui si trova.

Per i casi più severi c’è la laparotomia, consigliata dai dottori quando vi è un esteso coinvolgimento del retto vaginale, uretrale, vescicale o intestinale.

Per quanto riguarda la cura, oggi esistono diverse terapie che le pazienti possono seguire per ridurre la sintomatologia dolorosa o per prevenire le recidive. I farmaci ovviamente devono essere utilizzati sotto prescrizione e sotto stretto controllo medico.

I dati in Italia e nel mondo

Ancora al giorno d’oggi in molti non conoscono i dettagli, i sintomi e soprattutto le conseguenze a livello fisico e psicologico portato da questa patologia considerata invalidante.

È chiamata anche “malattia invisibile”. Eppure invisibile non lo è affatto. Si stima che in Italia soffrano di endometriosi circa il 10-15% delle donne in età riproduttiva.

Le pazienti con diagnosi conclamate sono almeno 3 milioni solo nel nostro Paese.

La diagnosi spesso e volentieri arriva dopo un percorso lungo, dispendioso e molto impegnativo. Ciò comporta inevitabilmente gravi ripercussioni psicologiche sulle pazienti.

Nel mondo si pensa che almeno 190 milioni tra adolescenti, ragazze e signori più adulte siano colpiti da tale patologia. I numeri tuttavia potrebbero essere fortemente sottostimati.