La quinta malattia, nota anche come eritema infettivo, è una condizione benigna che colpisce i bambini e si caratterizza per un arrossamento distintivo delle guance, accompagnato da un’eruzione cutanea che può diffondersi in varie parti del corpo.
Classificata tra le malattie esantematiche, la quinta malattia è causata dal parvovirus umano (PV-B19), un tipo di virus appartenente alla famiglia degli eritrovirus, che colpisce esclusivamente gli esseri umani e non gli animali come cani o gatti.
Quinta malattia, quanto dura?
Solitamente, il periodo di incubazione della quinta malattia è compreso tra 4-21 giorni, anche se i sintomi si manifestano intorno alle due settimane, mentre la sua durata approssimativa è di 10 giorni. Tuttavia, è importante notare che il rash cutaneo associato a questa malattia può manifestarsi in modo intermittente per diverse settimane.
Quinta malattia, sintomi
La quinta malattia colpisce principalmente i bambini e si manifesta con sintomi comuni quali:
- Febbre lieve
- Sintomi raffreddore simili
- Mal di testa
- Eruzione cutanea che appare sul viso, in particolare sulle guance, assumendo un caratteristico arrossamento (spesso paragonato a “guance schiaffeggiate”).
In una fase successiva, l’eruzione cutanea può estendersi agli arti e al tronco, mentre negli adulti possono verificarsi anche dolori e gonfiori articolari.
Quinta malattia, trasmissione
La quinta malattia si trasmette facilmente attraverso la saliva e le secrezioni respiratorie, quando i malati tossiscono o starnutiscono. Una precauzione importante per prevenire il contagio è lavarsi frequentemente e accuratamente le mani.
I bambini affetti dalla quinta malattia sono particolarmente contagiosi durante la fase asintomatica, che precede l’eruzione cutanea di circa una settimana, e durante la fase iniziale, quando i sintomi possono sembrare simili a un semplice raffreddore. Questo spiega perché le epidemie possono facilmente svilupparsi negli asili.
Il modo di trasmissione è simile a quello del raffreddore, poiché il parvovirus B19 si diffonde tramite le secrezioni respiratorie, come saliva, catarro o muco nasale, durante la tosse o lo starnuto.
Dopo la comparsa dell’eruzione cutanea, è improbabile che si continui a essere contagiosi, consentendo quindi il ritorno al lavoro, a scuola o all’asilo.
Sebbene il parvovirus B19 possa anche essere trasmesso attraverso il sangue e i prodotti ematici, il rischio è principalmente teorico. Tuttavia, le donne in gravidanza colpite dal virus potrebbero trasmetterlo ai loro feti, rappresentando un rischio più concreto.