Elezioni Europee 2024, Alternativa Popolare cammina e si riconosce oltre che nel segretario nazionale Stefano Bandecchi anche nel volto e capolista Luca Palamara. Il suo nome prende sempre più corpo e sostanza all’interno del partito, anche e soprattutto per quello che dice e come lo dice su tanti argomenti, in particolare su come vorrebbe veder la giustizia in Italia. Un tema scomodo e complicato.
“Alternativa Popolare L’Europa è una realtà imprescindibile, non dimentichiamo che l’Italia è uno dei paesi fondatori dell’UE. Oggi la Comunità Europa mira a fare quel famoso salto di qualità che ancora però non si è raggiunto: quell’unità politica oltre che economica che riguarda in particolare modo la difesa comune e la giustizia“. A dirlo è proprio Luca Palamara, ex magistrato, capolista alle elezioni europee con Alternativa Popolare, mentre parla ai microfoni de ‘L’Italia s’è desta’, programma d’informazione condotto su Radio Cusano Campus dal direttore del giornale radio, Gianluca Fabi, e Roberta Feliziani.
Elezioni Europee 2024, Palamara
“La magistratura ha svolto un ruolo fondamentale nella storia repubblicana del paese– ha proseguito Palamara riferendosi al sistema giustizia – c’è stato poi un qualcosa che non ha funzionato, principalmente il modo in cui viene governata e amministrata la magistratura. La Costituzione è entrata in vigore 76 anni fa, penso sia giusto interrogarci su quello che ha funzionato e su quello che non ha funzionato, a partire da Tangentopoli che è stata a tratti una strumentalizzazione, un’idea di contrapposizione tra magistratura e politica. Va individuato questo schema di rottura, che per me rappresenta l’alternativa popolare, dove poter trattare il tema giustizia con coraggio e senza compromessi. Mai come in questo momento occorre fare un discorso costruttivo, senza paura e senza intenti punitivi nei confronti della magistratura“.
Sempre riguardo alla riforma della giustizia, l’ex magistrato ha continuato dicendo: “Si parla sempre di questo rapporto tra politica e magistratura, perché nel 1992, con la famosa inchiesta di Tangentopoli, vennero alterati i rapporti che c’erano tra la magistratura e la politica. Sintetizzando, una parte del mondo della politica spera e strumentalizza l’indagine penale per risolvere i problemi politici. Sullo sfondo è rimasto ‘fregato’ il cittadino, che poi sconta tutto ciò che non va“, ha sottolineato Palamara.
E scendendo più nel dettaglio su Tangentopoli: “In quegli anni chi entrava in magistratura entrava con l’idea, non tanto di vincere il concorso, quanto di fare il pubblico ministero. Questa era l’Italia di quegli anni, poi però la realtà è stata un po’ diversa da come appariva, pensiamo solo a quella famosa informazione di garanzia fatta a Berlusconi mentre presiedeva il G7. Sono cose che non tornano, perché farlo in quel modo? Quindi l’idea che in qualche modo ci fosse una strumentalizzazione politica delle indagini è qualcosa che si è abbinato al discorso legalitaria, unita al fatto che da quel momento in poi si è alterata la vita pubblica e politica del paese – ha aggiunto – perché ha fatto comodo, a una parte politica dell’informazione, cavalcare qualsiasi indagine penale per strumentalizzare con la funzione del processo penale“.
In merito alla candidatura alle europee con Alternativa Popolare, Luca Palamara ha poi aggiunto: “Andiamo in Europa per fare sentire una voce diversa, per squarciare il velo d’ipocrisia che spesso ha caratterizzato e caratterizza il racconto sulla giustizia e per metterci dalla parte dei cittadini e quegli imprenditori che per un’indagine penale sbagliata sono stati ridotti all’osso. Da parte mia c’è la volontà di ristabilire la verità e essere un riferimento per tutti gli italiani che ho avuto modo di conoscere in lungo e in largo per il paese“.