La genziana si usa attualmente per curare molti disturbi, le proprietà benefiche di questa pianta sono per la maggior parte concentrate nella radice. Conosciuta come rimedio e trattamento terapeutico assunto in varie forme fin dai tempi antichi. Vediamo quindi come si usa, dove si trova e a cosa fa bene.

Proprietà della radice di genziana

La genziana lutea, pianta erbacea perenne della famiglia delle Genzianacee, è conosciuta per le sue proprietà benefiche e virtù fin dai tempi molto antichi. Il nome infatti deriva da quello del re Gentius dell’Illiria, che la usava già nel 167 A.C. durante l’epidemia di peste.

Le sostanze attive sono contenute principalmente nelle radici, che vengono ancora adesso vendute ed utilizzate in vari rimedi e forme proprio come terapia per alcuni disturbi comuni.

I principali componenti chimici utili sono amarogentina e genziopicrina due composti organici che in passato sono stati usati anche in farmacologia ed omeopatia per le proprietà particolarmente toniche, digestive ed antipiretiche.

Inoltre il grande contenuto di sostanze amare stimola l’appetito, il gusto e aumenta la produzione di succhi gastrici. La genziopicrina, in passato, è stata usata in combinazione con la china come farmaco anti malaria.

Dove si trova

La genziana è una pianta che per molti anni è stata considerata comune e molto, specialmente nelle zone montuose appenniniche, anche in altri continenti. Nel tempo però, la raccolta indiscriminata dei fiori e soprattutto delle radici, hanno portato alla necessità di approvare leggi a tutela di questa specie.

Quindi la raccolta della genziana è vietata in Italia, perchè considerata ad alto rischio di estinzione ed inserita come “Vulnerabile” nella Direttiva Habitat regionale. L’asportazione di parti o il possesso non autorizzato comportano un rischio di sanzione e sequestro in caso di controlli da parte della Guardia Forestale. 

Per questo motivo, la genziana, sia allo stato naturale che trasformata in preparazioni di vario tipo, può solo essere acquistata solo in negozi che ne certificano la provenienza. La maggior parte di quella in commercio infatti proviene da paesi esteri.

Come si usa e a cosa serve

La radice di genziana può essere usata in vari modi a seconda del disturbo da trattare. Molto comune principalmente è l’uso per favorire la digestione e combattere l’inappetenza. Il liquore di genziana, preparato tradizionalmente in casa facendo macerare le radici con vino bianco e aggiunta di alcol è infatti tra i più famosi amari digestivi dopo pasto, riconosciuto anche dal Ministero delle Politiche Agricole come prodotto agroalimentare tipico delle regioni Abruzzo e Lazio.

Altre preparazioni base a fini terapeutici possono essere in varie forme: granuli, tintura madre, gocce, compresse o capsule anche in abbinamento ad altre sostanze fitoterapiche. Un popolare rimedio contro i disturbi gastrointestinali è quello dell’infusione per preparare un decotto o tisana.

Con proprietà aperitive, anti dispepsia, stimolanti delle funzioni epatiche e come sollievo per le coliche dello stomaco o dell’intestino dopo pasti abbondanti. Inoltre, la genziana ha proprietà toniche ed energizzanti, favorisce il recupero in caso di convalescenza e affaticamento, oltre a stimolare il sistema immunitario.

Controindicazioni

Nonostante gli innumerevoli effetti benefici della radice di genziana, i rimedi contenenti questa pianta non sono esenti da rischi per alcune categorie di persone. Sebbene genericamente sia ben tollerata a livello gastrico, se usata in modo corretto, può risultare controproducente in caso di problemi di salute o condizioni già esistenti. L’assunzione per via orale infatti può favorire la comparsa di cefalea per chi è già predisposto o allergie per chi scopre di essere intollerante a  qualche sostanza specifica.

Inoltre è sconsigliata per chi soffre di disturbi di gastrite, ulcera duodenale e gastrica, ernia iatale o esofagite e iperacidità. Perchè le sostanze amare favorendo la produzione di succhi gastrici potrebbero favorire la comparsa o aumento di bruciori. Infine è sconsigliata sia durante la gravidanza che in allattamento.