Le due vittorie arrivate contro Venezuela ed Ecuador fanno ben sperare per il futuro anche se il Ct, Luciano Spalletti, sa che si dovrà lavorare ancora tanto in vista degli europei in programma in Germania tra giugno e luglio. Tra qualche volto nuovo e tante certezze, l’Italia porta a casa due buone prestazioni. Il mister sta tentando di cambiare modulo. Vuole un calcio più offensivo e che consenta agli attaccanti di trovare maggior spazio d’azione. Con Scamacca e Immobile a casa, Retegui si è preso gli applausi e le copertine dei giornali. L’Italia ha trovato il suo bomber? In realtà non ne sono tutti così certi. Per commentare queste due partite della Nazionale, e il momento dell’Italia di Spalletti e la questione attaccanti, Pellissier è intervenuto in esclusiva a Tag24. 

Vince l’Italia di Spalletti, Pellissier a Tag24

Due partite e due vittorie. La Nazionale di Luciano Spalletti è ancora un cantiere aperto e il Ct ha sfruttato le due amichevoli per fare un pè di esperimenti, ma nonostante i cambiamenti, a partire dal modulo, l’ambiente è sereno e in azzurro si respira entusiasmo. Contro Venezuela ed Ecuador il tecnico ha ricevuto le risposte di cui aveva bisogno. Mancano ancora due mesi alla fine del campionato, ma la testa del mister è già proiettata ad Euro2024. I casting sono ancora aperti e c’è per tutti la possibilità di strappare la convocazione. Qualche ragionamento in più andrà fatto soprattutto sull’attacco, ma con Retegui gli azzurri sembrano aver trovato il suo bomber. Per commentare le due partite dellItalia di Spalletti, facendo una valutazione completa sugli attaccanti, Pellissier, ex attaccante di qualità e talento, è intervenuto in esclusiva a Tag24. 

Cosa ti è piaciuto delle due amichevoli appena viste e il cambio di modulo ti convince?

“Prima di tutto mi è piaciuto che abbiamo vinto, perché vincere fa sempre bene e non importa con chi giochi. Dò pienamente ragione a Spalletti quando dice che ormai si rischia di fare brutta figura con qualunque avversario. Riuscire a fare una tournée in America e vincere con due squadre che, non saranno al top al livello mondiale, ma restano due formazioni temibili, non è mai facile. Credo che questo sia già positivo. Il mister sta cercando di capire quale può essere il modulo migliore per poter schierare questa squadra. Abbiamo tanti giocatori che possono interpretare vari moduli, ma ci manca ancora la prima punta di peso. Serve qualcuno capace di fare il gol in qualsiasi momento e sono sicuro che Spalletti stia cercando di capire chi può dargli maggiori garanzie in questo senso”.

A proposito di questo, dopo la partita con il Venezuela, tutti erano convinti che l’Italia avesse trovato il suo bomber con Retegui. Mi sembra di capire che tu non hai questa stessa convinzione?

“Penso proprio di no. L’Italia è stata abituata ad avere attaccanti che facevano gol per 4, 5 o 6 partite consecutive in Serie A. Con tutto il rispetto, ma mi sembra che né Retegui, né Scamacca, o chi per loro stia facendo vedere di avere queste capacità. Forse l’unico era Immobile, ma tutti gli altri sono attaccanti normali. Probabilmente eravamo abituati troppo bene prima perché avevamo tanti giocatori da doppia cifra. Son cambiati i tempi, son cambiati gli allenatori e sono cambiati i moduli. Purtroppo anche da questo dipende il fatto di aver perso attaccanti veri. Una volta si giocava con le due punte mentre ora avere due attaccanti è un optional che solo l’Inter osa avere. Se questo è il calcio moderno è normale che la punta vera, quello che fa gol, il bomber e la boa di una volta, stiano scomparendo”.

Immobile, secondo te, può ancora tornare ad essere utile in vista di Euro 2024, oppure come dice qualcuno, il suo ciclo è finito?

“E’ incredibile che si possa pensare che un attaccante come Immobile non possa essere utile alla Nazionale. Uno che fa oltre 200 gol in campionato è ancora superiore a tutti gli altri. Gli anni passano, lui non è più quello di una volta e non sta facendo benissimo, ma ha avuto anche parecchi infortuni e hanno cambiato il modo di giocare. Lui non è uno a cui puoi dar palla e sperare che dribbli tutti, ma è uno che vive sull’errore dell’avversario, sulla palla filtrante, sui tagli. Deve avere giocatori che siano in grado di farlo rendere al meglio e in questo momento non li ha. Quando la squadra non gioca per lui, va in difficoltà. In Nazionale abbiamo tanti giocatori forti, ma tutti solisti. Se hai due esterni che ogni volta puntano, dribblano o calciano e non provano mai il filtrante alla punta che si inserisce, diventa difficile”.

Di Scamacca invece che mi dici?

“Fisicamente è un armadio, è un attaccante che ha qualità e personalità. Nonostante questo però non lo ritengo assolutamente in grado di sostituire gli attaccanti di una volta. Torno sempre a dire le stesse identiche cose: per me uno come Scamacc, non dico che dovrebbe far gol tutte le domeniche, ma buona parte di esse sì, come facevano quelli forti fino a qualche anno fa. Io giudico in base a quello che questi ragazzi dimostrano, non in base alle loro qualità. Altrimenti dovremmo fare delle scelte solo in base all’età e alle potenzialità di un giocatore, ma così avremo fallito prima ancora di scegliere”.