Con riferimento all’improprio utilizzo delle banche dati della Direzione Nazionale Antimafia, si tratta, per un momento, di guardare avanti per cercare di capire come potrà svolgersi questo processo circa il quale le autorevoli relazioni del Procuratore Nazionale Antimafia e del Procuratore di Perugia hanno diffuso cifre allarmanti, riferendo di migliaia di accessi abusivi a diverse banche dati.
Secondo prassi nazionale, per nulla lecita, molte delle persone offese hanno saputo delle violazioni commesse ai loro danni dalle notizie di cronaca: resta ora da vedere quando, dopo aver ricevuto le comunicazioni ufficiali relative alla loro posizione ed alle successive fasi processuali, potranno difendersi nel processo.
Maxiprocesso sul caso “Dossieraggio Striano”
Certo si può sin da ora immaginare una sorta di maxiprocesso, le cui dimensioni – al momento – non sono ingigantite dal numero degli imputati ma dal novero delle parti civili e delle persone offese.
Invero, dopo la fase delle indagini demandata ai soli pubblici ministeri ci deve essere, nei tempi di legge, il pronunciamento di un giudice: sia che si proceda ad una richiesta di archiviazione sia che ci si prepari ad un giudizio.
Si tratta di un momento processuale molto delicato, del quale devono essere avvisati, per dar loro la possibilità di partecipare al processo, non solo gli imputati ma anche le persone offese dai reati per i quali si procede.
La possibilità di partecipare al processo viene assicurata con la notifica del decreto di citazione a giudizio, nel quale fra gli elementi essenziali devono essere indicate le generalità della persona offesa, qualora risulti identificata. Il codice di rito prevede che il decreto di citazione sia notificato, a pena di nullità, anche alla persona offesa, per informarla della data dell’udienza e consentirle di partecipare al processo dopo aver preso visione del fascicolo delle indagini preliminari.
Non solo, la persona offesa viene informata, a pena di nullità, anche per i casi in cui il Pubblico Ministero richieda di archiviare le indagini: il principio sotteso alla norma è sempre quello di consentire alla persona offesa di partecipare al momento processuale nel quale il Giudice è chiamato a pronunciarsi sui fatti che hanno leso i suoi diritti.
Si tratta dell’applicazione di un principio cardine del processo penale, ovvero consentire la partecipazione al processo a tutte le parti coinvolte, ivi compresi i soggetti danneggiati dai reati.
Alla luce di queste considerazioni non ci vuole molto a capire che dietro l’angolo c’è il rischio del verificarsi di una situazione processuale insostenibile considerato il numero astrattamente elevato delle persone offese.
Ma anche riguardo al numero degli imputati la situazione può diventare non dissimile. Infatti, se è vero che la cerchia degli indagati è piuttosto ristretta deve, tuttavia, considerarsi che nel caso degli accessi abusivi alle banche dati è possibile risalire non solo a tutti gli accessi effettuati da un singolo inquirente, ma anche a quanti inquirenti hanno consultato un singolo nominativo. In altre parole, sullo sfondo vi è la necessità di stabilire se altri soggetti oltre a Striano, cioè il maresciallo della Guardia di Finanza nei confronti del quale al momento si sono concentrati tutti gli strali accusatori, abbiano interrogato negli ultimi 4 anni il sistema per individuare i nomi che abbiamo letto nella cronaca di questi giorni. Dato il caso dossieraggio, si tratta di un accertamento doveroso atteso che le informazioni, in un sistema tanto permeabile, potrebbero essere state illecitamente visionate anche da altri soggetti infedeli, le cui responsabilità consentirebbero di meglio comprendere se lo stesso Striano abbia agito effettivamente agito da solo oppure sulla base di un input esterno.
Luca Palamara