Igor Tudor ha accettato la sfida, si è presentato alla squadra e ha iniziato dal campo. “Voglio vincere, non far divertire” ha spiegato in conferenza stampa, aggiungendo: “Ho calciatori forti e ho trovato una grande dedizione al lavoro. Possiamo fare bene”. L’umore è alto, la voglia di riscatto non manca, ma la prova del nove arriverà sabato prossimo quando si tornerà in campo. Il tecnico si aspetta di vedere già delle risposte dai suoi ragazzi e la curiosità sull’eventuale cambio di modulo è molta. Questa squadra ha dovuto chiudere rapidamente con il passato e ora è tempo di lavorare e programmare il futuro. Per commentare il momento della Lazio e la nuova era di Tudor, Simone Del Nero, che nel corso della sua carriera ha vestito la maglia biancoceleste per 5 stagioni, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
La nuova Lazio di Tudor, Del Nero a Tag24
Archiviati gli impegni delle Nazionali, ora è tempo di ricominciare a pensare al campionato. Per la Lazio sono stati giorni di cambiamento radicale e adesso il nuovo allenatore, Igor Tudor, conoscerà finalmente la squadra al completo e inizierà a lavorare concretamente per le prossime gare di Serie A. Il calendario per i biancocelesti è tutto in salita: sabato affronteranno la Juventus, poi ritroveranno i bianconeri martedì in Coppa Italia e subito dopo ci sarà il derby di Roma. Un percorso difficile ma allo stesso tempo stimolante. Partire bene sarebbe determinante sia per la classifica che per il morale. Il mister ha qualche giorno per incidere e per mettere in atto la sua rivoluzione. Per commentare il momento della Lazio e l’arrivo di Tudor, Simone Del Nero, che nella sua carriera ha vestito la maglia biancoceleste, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
È iniziato ufficialmente il percorso di Igor Tudor sulla panchina della Lazio. Pensi che possa essere l’uomo giusto?
“Sicuramente sì, anche perché parliamo di una persona molto carismatica, che ha fatto benissimo a Verona e che conosce già la serie A. Anche a Marsiglia ha fatto un’ottima esperienza e poi è andato via più per questioni extracalcistiche, legate alla tifoseria, che altro. Penso che sia l’allenatore giusto per una Lazio che, al momento, è in difficoltà. Sono convinto che potrà fare bene anche in futuro. Credo sia un allenatore che non scende mai a compromessi, mi ricorda un po’ Mihajlovic come carattere, carisma e modo di stare in panchina. È uno molto attento a tutto e che cura tutti i dettagli. Sono fiducioso, anche perché adesso la Lazio dovrà ricercare la propria identità”.
Si è presentato in conferenza stampa e quando gli hanno chiesto del fine ciclo di alcuni calciatori ha spiegato che la distinzione va fatta solo tra calciatori forti e calciatori meno forti. Tu pensi che il percorso di alcuni di loro sia terminato?
“Ogni volta che si cambia allenatore i calciatori trovano nuovi stimoli. Sono sicuro che abbiano tutti una grande voglia di dimostrare a Tudor il loro valore. Praticamente si sta ripartendo da capo e c’è tutto da riprogrammare. Non esistono più gerarchie e i giocatori sono sovrastimolati perché vogliono guadagnarsi la stima del nuovo mister. In questa settimana si giocheranno la titolarità. Resta il fatto che la Lazio dispone di giocatori molto forti e Luis Alberto e Immobile sono due calciatori che hanno dato tantissimo a questa maglia e hanno fatto la storia. Durante l’anno non si può andare sempre al massimo e ci sono alti e bassi, non siamo dei robot”.
Quindi pensi che Immobile si possa ancora recuperare?
“Assolutamente sì, come ho già detto si deve ripartire sia da lui che da Luis Alberto. Per il modulo che fa Tudor credo che entrambi ci stiano benissimo. Lui solitamente fa il 3-4-3 o il 3-4-2-1 e sono certo che entrambi potranno trovare spazio, così come mi aspetto tanto da Zaccagni. Se ci si mettono d’impegno potranno lavorare benissimo”.
Il calendario è complicato, Tudor farà il suo esordio contro la Juventus e poi ci sarà il derby. Questa settimana può bastare per il cambio di modulo?
“Io dico sempre che non è questione di tempo, ma questione di stimoli e di mentalità. Si può giocare a 4 o a 3 in difesa, ma la cosa fondamentale è che i giocatori diano il massimo in campo. Sarà il mister a decidere come giocare, ma è determinante che ci siano le condizioni ideali e la carica giusta per fare bene”.
La Coppa Italia deve essere l’obiettivo primario di Tudor da qui alla fine del campionato?
“Se c’è la Coppa Italia ancora in ballo, perché non puntare su un trofeo? Si dovrà tener duro fino alla fine e cercare di fare più punti possibili in campionato, per cercare comunque di conquistare un posto in Europa. Purtroppo la Champions League ormai è distante, ma paradossalmente l’importante è rimanere all’interno di una competizione internazionale. Potrebbe essere anche la Conference, anche se un club importante come la Lazio meriterebbe di più”.