Per chi soffre di emicrania cronica, la vita può risultare davvero difficile perché questo disturbo è debilitante. Grazie alla ricerca medica, però, ci sono soluzioni innovative per coloro che combattono questa condizione.
Tra le più recenti scoperte si annoverano i promettenti risultati dei test sugli anticorpi monoclonali per l’emicrania. Questi nuovi trattamenti hanno suscitato un interesse crescente poiché offrono una nuova speranza per chi soffre di emicrania cronica. Vediamo i dettagli nell’articolo.
Anticorpi monoclonali per l’emicrania, cosa sono
Galcanezumab, un promettente anticorpo monoclonale, si è dimostrato efficace nel trattamento dell’emicrania, agendo sull’inibizione del CGRP, un peptide cruciale nel manifestarsi di questa condizione. Attraverso iniezioni mensili auto-amministrate dai pazienti, questo anticorpo offre una prospettiva di sollievo per coloro che soffrono di emicrania cronica o ricorrente.
I risultati dei tre studi di fase III condotti da Eli Lilly, il produttore di galcanezumab, hanno confermato una significativa riduzione del numero di giorni con attacchi di emicrania rispetto al placebo. In questi studi randomizzati, in doppio cieco, i pazienti trattati con galcanezumab hanno sperimentato una riduzione sostanziale dei giorni di emicrania.
In particolare, due dei tre studi, della durata di sei mesi ciascuno, hanno coinvolto pazienti con emicranie ricorrenti.
I risultati hanno mostrato una riduzione media di 4,7 giorni di emicrania per i pazienti trattati con 120 mg di galcanezumab e di 4,6 giorni per quelli che hanno ricevuto 240 mg del farmaco, rispetto a una riduzione di soli 2,8 giorni nel gruppo placebo.
Nel terzo studio, della durata di tre mesi, è stata valutata l’efficacia di galcanezumab nell’emicrania cronica. Anche in questo caso, i pazienti trattati hanno sperimentato una significativa riduzione dei giorni di emicrania rispetto al placebo, con risultati paragonabili agli studi precedenti.
Questi risultati promettenti rappresentano un passo avanti significativo nella gestione dell’emicrania, e offrono una nuova speranza per chi soffre di questo disturbo.
Come guarire dall’emicrania mangiando i cibi giusti, clicca qui.
Quando sarà disponibile questo farmaco monoclonale per l’emicrania?
L’anticorpo monoclonale per il trattamento dell’emicrania è disponibile in Italia. L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha riconosciuto la rimborsabilità di eptinezumab, il primo anticorpo monoclonale anti-CGRP per via endovenosa, con un effetto preventivo dell’emicrania e che richiede solo 4 somministrazioni all’anno
Oltre all’azienda Eli Lilly, altre aziende farmaceutiche come Novartis/Amgen, Teva e Alder Biopharmaceuticals stanno sviluppando anticorpi monoclonali mirati contro il CGRP.
I dati preliminari dei test di fase III di alcuni di questi farmaci, come erenumab di Amgen/Novartis, hanno mostrato promettenti riduzioni del numero di giorni di emicrania nei pazienti trattati.
C’è ottimismo perché l’interesse e gli sforzi nel campo dei trattamenti contro l’emicrania stanno portando a nuove opzioni terapeutiche per chi soffre di questa condizione.
Come si manifesta l’emicrania
L’emicrania si manifesta come una condizione neurologica caratterizzata da attacchi ricorrenti di dolore intenso e debilitante, solitamente concentrato su un lato della testa.
Questi attacchi possono essere accompagnati da sintomi quali nausea, sensibilità alla luce (fotofobia), sensibilità al suono (fonofobia) e sensibilità agli odori.
Durante un attacco di emicrania, si verifica un’alterazione nella fisiologia dei nervi e dei vasi sanguigni della testa. Si ritiene che una predisposizione genetica contribuisca all’ipersensibilità neuronale e alla disfunzione dei canali ionici cerebrali, influenzando il sistema trigeminovascolare.
Durante l’attacco, il cervello mostra un’ipersensibilità ereditaria che porta a un aumento del traffico doloroso del nervo trigemino e all’attivazione delle aree cerebrali coinvolte nella percezione del dolore, della nausea e del vomito.
Il peptide CGRP, che aumenta durante gli attacchi di emicrania, svolge un ruolo chiave nella trasmissione del dolore e nell’attivazione del sistema trigeminovascolare. Ecco perché il trattamento con farmaci che agiscono sul CGRP, come gli anticorpi monoclonali, ha dimostrato di ridurre efficacemente la frequenza e l’intensità degli attacchi di emicrania.