Il brivido del pericolo è una potente calamita a volte, soprattutto se ha a che fare con gli animali. Alcune specie, infatti, sono mortali per l’uomo, non solo per la loro aggressività, ma anche per i naturali meccanismi di sopravvivenza che hanno sviluppato. Come ad esempio i veleni. Ma quali sono gli animali più velenosi al mondo?
Gli animali più velenosi e mortali per l’uomo al mondo: la lista
Molte persone sono appassionate di felini, altre di rettili oppure di volatili. Ogni animale, infatti, esercita un certo fascino sull’uomo, che sia per paura, curiosità oppure semplice bellezza.
Alcune specie, però, sono talmente paurose che al solo vederli il primo istinto è quello di fuggire, altre invece, sembrano innocue, ma nascondono in realtà armi ben più pericolose. Tanto che si tende a sottovalutarle. Gli animali velenosi, in particolare, attraggono per la loro stravaganza, ma quali sono quelli mortali per l’uomo?
Non tutti i veleni agiscono allo stesso modo. Quando un animale morde una persona, le tossine impiegano un certo lasso di tempo per agire sul sistema nervoso e sui muscoli. Alcuni possono portare alla morte in pochissimi minuti, altri, invece, necessitano di alcune ore o giorni.
11° posizione: Scorpione Rosso Indiano
Solitamente, gli scorpioni utilizzano il loro pungiglione per paralizzare le loro prede o difendersi in caso di attacco. Eppure, il loro fascino per molte persone risiede nel fatto che questo piccolo animale sia così resistente da sopravvivere persino alle radiazioni e alla bomba atomica.
Se a questa straordinaria capacità – oltre a quella molto bussa di diventare luminescenti se sottoposti a raggi ultravioletti – aggiungiamo uno dei veleni più letali al mondo, ecco che otteniamo un solo nome: lo Scorpione Rosso Indiano.
Questa specie è fra le più piccoli esistenti sulla Terra, con un corpicino fra i 60 e i 90 mm, di colore rossiccio o giallognolo. Vive tranquillamente in zone pianeggianti ricche di vegetazione o in zone rocciose dove crescono alberi di mango e eucalipto. È diffuso in India e Asia del Sud.
Quando uno Scorpione Rosso Indiano punge, si avvertirà immediatamente un fortissimo dolore nell’area colpita, poi si svilupperà un’eccessiva sudorazione, vomito, cianosi, fino alle convulsioni con aritmia cardiaca, tachicardia ed ipertensione.
Cosa fare in caso di puntura?
Se non si presta un immediato intervento, la vittima potrebbe morire a causa di un’insufficienza cardiaca acuta. Nell’attesa, quindi, che arrivino i soccorsi, bisogna far sdraiare a terra la persona, ma senza toccare mai l’area infetta. Con un panno umido si può rimuovere il veleno rimasto sulla pelle e con del ghiaccio si può lenire il dolore.
Se la ferita si trova in prossimità di polsi e mani, vanno tolti tutti i gioielli indossati, perché l’area si gonfierà in breve tempo e anelli o bracciali potrebbero stringere e causare ulteriori lesioni. Ove possibile, bisogna immobilizzare l’arto ferito e, se possibile, è necessario catturare lo scorpione e portarlo con sé al presidio medico.
La morte sopraggiunge nell’arco di 24-72 ore.
10° posizione: Ragno delle Banane
Il temibile – e pure parecchio brutto – Ragno delle Banane è fra gli aracnidi più grandi per dimensioni, con una lunghezza (zampe comprese) di circa 15 centimetri. Questa specie vive nelle foreste e zone umide di Brasile, Argentina settentrionale, Uruguay e Paraguay e nella Foresta Amazzonica.
Poiché si nasconde, appunto, fra i caschi delle banane o in mezzo ai rifiuti, bisogna prestare particolare attenzione, soprattutto se assume la caratteristica posizione di attacco con le zampe anteriori alzate. Per uccidere gli basta un piccolissimo morso. I sintomi che si svilupperanno sono il priapismo che può condurre a impotenza, la tachicardia, il vomito, la diarrea, la parestesia, l’edema e lo shock anafilattico.
Se non si interviene, la morte arriva entro un’ora dal morso. Tuttavia, i medici hanno sviluppato degli efficaci antidoti contro il suo veleno.
Cosa fare in caso di morso?
Se avrete la sfortunata occasione di un “incontro ravvicinato” con questa specie, c’è solo una cosa da fare: rimanere totalmente immobili e tranquilli, cosicché il ragno non si senta minacciato e non attacchi. Se, invece, la sfortuna è di casa e l’animale sarà in stato di allarme, con le zampe alzate e morda, ci sono due cose da valutare:
- Se non fa male o il dolore è sopportabile, allora significa che il morso era senza veleno – dunque, potete gioire
- Se fa male, brucia e si gonfia, allora è vitale mantenere la calma, altrimenti l’agitazione farà diffondere ulteriormente il veleno. Chiamare i soccorsi e richiedere l’antidoto è prioritario.
9° posizione: Pesce Pietra
Non solo sulla terraferma, ma anche nel mare si nascondono molte insidie. Di pesci velenosi, purtroppo, ce ne sono a bizzeffe e fra questi il cosiddetto Pesce Pietra, diffuso perlopiù nell’Oceano Pacifico. A vederlo, non si capirebbe mai di avere a che fare con un pesce, proprio per la sua straordinaria mimetizzazione con il fondale marino.
Solitamente, utilizza gli aculei velenosi a scopo difensivo, tant’è che la sostanza tossica si secerne solamente per pressione diretta. Se doveste pestare uno di questi esemplari, potreste morire in meno di un’ora.
Cosa fare in caso di puntura?
Il veleno del pesce pietra è potentissimo, ma termoregolabile, quindi è sensibile al variare della temperatura. Quindi, in caso inciampaste su uno di questi animali, la prima cosa da fare sarebbe quella di immergere il piede in acqua molto calda e chiamare subito i soccorsi affinché somministrino l’antidoto.
8° posizione: Taipan dell’Interno
A leggere il nome di questo animale, sorge spontaneo chiedersi: “Ma che diavolo è?” Ebbene, si tratta di uno dei serpenti più velenosi al mondo. Originario di Australia, Indonesia e Nuova Guinea, questo rettile può tranquillamente superare i 3 metri di lunghezza.
Nonostante il suo veleno particolarmente potente, i taipan dell’entroterra sono generalmente timidi e non mordono, a meno che si sentano minacciati o siano nel periodo riproduttivo. Il suo range di mortalità è estremamente basso, proprio in virtù di questo carattere “innocuo”: infatti, odiano stare a contatto con le persone e le rifugge piuttosto che attaccarle.
I morsi registrati appartenevano a persone che li tenevano in prigionia o che li cercavano attivamente all’aperto. Se si viene morsi e non si ha a disposizione l’antidoto, la morte arriva in circa 30-45 minuti. Il taipan costiero, d’altro canto, è aggressivo e uccide molto spesso, sebbene abbia un veleno meno potente.
Cosa fare in caso di morso?
In caso di morso i sintomi sono visione offuscata, difficoltà nel parlare e nel deglutire, mal di testa, convulsioni, sonnolenza, perdita di coscienza improvvisa, paralisi, arresto respiratorio e difficoltà del movimento.
Poiché la morte è piuttosto rapida, allertare i soccorsi e ricevere l’antidoto è fondamentale.
7° posizione: Cobra Reale
Si cambia luogo, ma non animale. Rimaniamo, infatti, sui serpenti con il Cobra Reale, diffusissimo in India, sud della Cina, in Malaysia, nelle Filippine e in buona parte del Sud-est asiatico. È il serpente velenoso più lungo del mondo con esemplari che superano i 5 metri e un peso di oltre 10–12 chili.
Se si viene morsi, si muore in circa 30 minuti. Tuttavia, se può, cerca sempre di evitare lo scontro e soprattutto di avere a che fare con gli umani. Se si sente minacciato e vuole allontanare i possibili predatori dal territorio, inizia a sibilare rumorosamente, sollevando la parte anteriore del corpo, aprendo così il famoso cappuccio tipico dei cobra e mostrando una sola zanna.
Cosa fare in caso di morso?
Essendo un rettile enorme, produce una grande quantità di veleno quando morde la sua preda, ma i sintomi variano proprio in base alla quantità di veleno iniettata e a diverse variabili, come la zona del morso.
La neurotossina contenuta nel veleno si diffonde rapidamente e porta a danni al sistema nervoso, con paralisi e lesioni agli organi vitali, ma anche vertigini, sonnolenza, debolezza, perdita di riflessi, mal di testa, difficoltà respiratorie, visione offuscata, convulsioni e battito cardiaco irregolare o insufficienza cardiaca, che causa la morte.
6° posizione: Pesce Palla
È buffo, rotondo, presente in moltissimi cartoni animati per bambini, eppure il Pesce Palla è fra gli animali più velenosi al mondo, tanto che il suo veleno può uccidere in un arco compreso fra i 20 minuti e le 24 ore.
Vive nelle acque tropicali di tutto il mondo, ma alcune specie, come Tetraodon miurus, vivono solamente in acque dolci. In Giappone, il pesce palla è fra le carni più costose e prelibate, nonostante la potentissima tetradotossina contenuta nel suo veleno, che colpisce il sistema respiratorio e il cuore, immobilizzandone i muscoli.
5° posizione: Ragno dei Cunicoli
Che l’Australia sia fra i Paesi più pericolosi dove decidere di andare a vivere è fuori da ogni discussione. Sfortunatamente per gli australiani, la loro simpatica isola è l’habitat ideale per molte specie pericolose e velenose, fra le quali il non troppo simpatico Ragno dei Cunicoli.
Non è solo fra le specie più aggressive, ma fra le 40 specie della famiglia a cui appartiene – la Hexathelide – è pure quello più fatale per l’uomo. Il ragno dei cunicoli vive sulle ragnatele tessute all’interno di tronchi cavi e le sue tane sono riconoscibili perché a forma a imbuto. Però, è possibile trovarli anche a bordo piscina – e no, non per prendere il sole – ma perché attratti dall’acqua.
Solitamente, comunque, vivono nei pressi di Sydney, nel Nuovo Galles del Sud, nel Queensland e in alcune foreste della Tasmania.
Cosa fare in caso di morso?
Il morso è particolarmente doloroso per via delle lunghissime zanne, di circa 1 centimetro. Il veleno si manifesta con nausea, diarrea, febbre alta, vomito, edema polmonare e shock anafilattico.
Se si viene morsi, bisogna immediatamente recarsi all’ospedale più vicino e farsi somministrare l’antidoto. Possono essere necessarie fra le 2 e le 12 iniezioni. Infatti, il potente veleno può uccidere già in 15 minuti.
4° posizione: Polpo dagli anelli blu
I polpi sono estremamente intelligenti, buffi e non è raro vederli in video mentre picchiano pesci di passaggio. Si direbbe che sono dei tipetti abbastanza astiosi, invece, sono dei gran timidoni e in buona parte pacifici, per cui difficilmente aggrediscono.
Tuttavia, il loro morso è velenosissimo e fatale, o meglio, quello più pericoloso per l’uomo è sicuramente il polpo dagli anelli blu. Questo animale ingioiellato vive molto poco pacificamente nelle acque tropicali dell’Oceano Pacifico occidentale, dall’Indonesia alla Grande barriera corallina australiana.
Cosa fare in caso di morso?
Se si venisse morsi dal simpatico mollusco, la morte sopraggiungerebbe in meno di 10 minuti, a causa della tetradotossina che paralizza i muscoli respiratori e del cuore. Altri sintomi sono la perdita immediata del gusto, della sensibilità e della vista.
Purtroppo, non si conoscono antidoti, ma si è visto che il massaggio cardiaco e la respirazione artificiale riescono a spostare le tossine nell’organismo e impediscono danni a lungo termine.
3° posizione: Rana dal dardo velenoso
Terzo gradino del podio per la Rana dal dardo velenoso. Questa piccola rana gialla, originaria delle foreste pluviali delle Ande occidentali colombiane, è totalmente ricoperta di un velenoso alcaloide, contenente le batracotossine, che impediscono ai nervi di trasmettere impulsi.
Il suo veleno porta a insufficienza respiratoria, insufficienza cardiaca o fibrillazione e conduce alla morte in 5 minuti. Un terso posto tutto meritato.
2° posizione: Lumaca dal cono marmorizzato
Cosa potrebbe esistere di più innocuo di una lumaca? Probabilmente niente, visto che queste poverine rischiano la morte a ogni passo. Stavolta, però, parliamo di una specie marina, autoctona dell’Oceano Pacifico e Indiano, ovvero la stravagante quanto variopinta lumaca dal cono marmorizzato.
Questo mollusco è caratterizzato da una proboscide estendibile con cui inietta il suo veleno nelle sue prede, solitamente piccoli pesci e molluschi. La potenza del suo veleno è dovuta alla presenza di centinaia di tossine diverse.
Cosa fare in caso di puntura?
Questi esemplari vivono a una profondità di circa 500 metri di profondità, per cui sono visibili solamente ai sub, ma non è raro che le correnti possano trasportarle più in superficie. Se, malauguratamente, si decida di toccarne una o prenderla, la lumaca si sentirà minacciata e immediatamente cercherà di difendersi sparando con la sua proboscide il veleno.
Subito si sentirà dolore, che si propagherà dalla zona della ferita, in seguito subentrerà intorpidimento, gonfiore, edema, capogiri, nausea e vomito, vista sfocata, vertigini. Quando il veleno, poi, raggiungerà il diaframma, intorpidirà i muscoli coinvolti nella respirazione e si avrà difficoltà a parlare. A causa dell’insufficienza respiratoria, il cuore, inoltre, farà fatica a pompare sangue e la morte arriverà per arresto cardiaco.
Tutto questo avviene rapidissimamente, ma possono volerci dai 4 minuti alle 2 ore per morire. Non esistono antidoti, ma per sperare di sopravvivere è necessario drenare il veleno e immergere l’arto in acqua calda a 45°, mentre dovrà essere applicato un bendaggio che impedisca la veleno di diffondersi e mantenere la ventilazione artificiale per evitare il collasso respiratorio.
1° posizione: Medusa Cubozoa
Il meritatissimo primo posto va alla Medusa Cubozoa, autoctona delle zone tropicali del Pacifico, nell’Oceano Indiano e Atlantico, lungo le coste di California, Nuova Zelanda e Giappone. Alcune specie sono presenti nel mar Mediterraneo (Carybdea marsupialis), mentre lungo le coste del Sudafrica la Carybdea branchi.
Queste meduse sono anche conosciute con il nome di “vespe di mare“, grazie alle loro piccolissime dimensioni. Il loro veleno è estremamente letale, uccidendo in soli 3 minuti. Le cuboidi si possono distinguere in due sottospecie: la medusa Irukandji e la Chironex fleckeri.
La prima è così chiamata in riferimento alla sindrome che una sua puntura può generare: crampi, mal di schiena, dolore ai reni, emicrania, insonnia, tachicardia e ipertensione. Non esiste un antidoto. La seconda, invece, detiene il vero titolo di medusa più pericolosa del mondo. La lesione dovuta ai suoi tentacoli è dolorosissima e produce un’intensa sensazione di calore, spasmi, paralisi e arresto cardiaco.
Per la Chironex fleckeri esiste un antidoto, ma la sua mortalità è talmente elevata che non si riuscirebbe a somministrarlo in tempo.