Pensioni possibili con anticipo assicurato dalla quota 100 a scendere fino alla quota 97 e uscita a partire dai 57 anni di età combinando requisiti anagrafici e contributivi. Andare in pensione molto prima rispetto alle regole stabilite per le pensioni pagate dall’Inps è possibile per tutti i liberi professionisti che aderiscono a una Cassa previdenziale privata. Con combinazioni di requisiti anagrafici e contributi versati, età minime di uscita e regole in genere differenti da Cassa a Cassa, ma pur sempre in grado di garantire un pensionamento – per chi lo volesse – realmente anticipato.
Le quote dei professionisti, tuttavia, necessitano di alcune precisazioni. La prima è che i versamenti contributivi ricadono interamente sulle tasche dei professionisti stessi. Non c’è chi versa per un professionista i contributi come succede per i lavoratori alle dipendenze.
La seconda considerazione è quella della previsione di penalizzazione che alcune Casse previdenziali adottano per le uscite anticipate. Ragione per la quale – ed è la terza considerazione – molti professionisti preferiscono rimandare il pensionamento e continuare a lavorare e a contribuire.
Pensioni da quota 100 a quota 97 e uscita dai 57 anni: ecco per chi
Pensione anticipata e uscita con quota 100, quota 99, quota 98, fino alla quota 97 per i liberi professionisti iscritti alle Casse previdenziali private. Rispetto alla pensione dell’Inps che, ad oggi, garantisce solo la quota 103 con età minima di uscita a 62 anni, con i requisiti di alcune Casse previdenziali professionistiche si arriva a un’età di pensionamento minima di 57 anni. A patto di accettare, in alcuni casi, anche le penalizzazioni sull’assegno di pensione di cui si godrà nella terza età. Il metodo di calcolo della pensione, peraltro, risente del mix tra sistema retributivo e sistema contributivo, fino a un certo anno per il primo e a partire da un dato anno per il secondo.
L’uscita a 57 anni di età è riservata ai professionisti agrari dell’Enpaia e agli agrotecnici. Cambia il numero di anni di contributi: per i periti agrari e gli agrotecnici sono richiesti 40 anni (quota 97), per la formula anticipata con cumulo e in totalizzazione sono richiesti 42 anni e 10 mesi. Il metodo di calcolo della pensione, tuttavia, è sempre contributivo.
Pensioni quota 100 e uscita da 57 a 62 anni di età
A 60 anni di età escono in anticipo i consulenti del lavoro (unitamente a 40 anni minimi di contributi per la quota 100 e calcolo retributivo della pensione fino al 2012) e i geometri ai quali è richiesta la quota 100. A 61 anni di età (e 38 anni di contributi o 40 anni senza limiti di età) escono i dottori commercialisti con metodo di contribuzione mista (retributivo fino al 2003, contributivo dal 2004).
Si sale a 62 anni di età minima per varie categorie di professionisti. A iniziare dalla Cassa forense che chiede la quota 102 (40 anni di contributi) agli avvocati, ma anche la cancellazione dall’Ordine e il non poter più svolgere la professione forense. A 62 anni escono anche i veterinari dell’Enpav (più 35 anni di contributi per la quota 97), i medici e gli specialisti dell’Enpam (con 35 anni di contributi o con 42 anni di versamenti senza considerare l’età).
Quale pensione da 63 a 67 anni?
Si sale a 63 anni e 9 mesi (unitamente a 20 anni minimi di contributi) per la pensione dei ragionieri, mentre agli ingegneri e agli architetti dell’Inarcassa sono richiesti 35 anni di contributi (quota 98) e 63,6 di età.
Ancora, ai farmacisti dell’Enpaf non è richiesta un’età minima ma solo 42 anni di contributi versati. La pensione di anzianità è stata abrogata otto anni fa. Infine, ai notai è richiesta l’età minima di 67 anni e 30 anni di contributi oppure 35 anni di versamenti a prescindere dall’età.