Ventritre anni. Tanto ci è voluto per assicurare alla giustizia l’ultimo dei quattro killer di Sergio Buccolini, il giocattolaio che nell’estate del 2001 fu ucciso nel retrobottega del suo negozio di via Principe Umberto, nei pressi della stazione Termini di Roma, al culmine di una rapina. L’uomo, all’epoca dei fatti 28enne, dovrà scontare 24 anni di reclusione.
Condannato in via definitiva l’ultimo dei killer del giocattolaio Sergio Buccolini
I fatti per i quali Luciano Valentin Huzuneanu, oggi 50enne, è stato condannato, risalgono al 15 luglio del 2001. Era una domenica mattina e Sergio Buccolini – già vittima di altre rapine in passato – si era recato nel suo negozio di giocattoli di via Principe Umberto per fare ordine dei conti.
In quattro, all’improvviso, avevano fatto irruzione nel locale, legandogli mani e piedi e picchiandolo per farsi dare le chiavi del suo appartamento: erano convinti (erroneamente) di trovarci una cassaforte con soldi e gioielli. Le avevano ottenute, lasciando Buccolini agonizzante dopo aver scoperto che in realtà nella casa non c’era niente.
L’autopsia stabilì che era morto a causa dei violenti colpi ricevuti alla testa con un mattarello in legno che lui stesso esponeva per la vendita. Uno dei sospettati del delitto, il vicino di casa romeno Alui Zaidela, fu fermato quasi subito. Del resto della banda, composta dai connazionali Giucoane George, Bolcea Joan Cosmin e Luciano Valentin Huzuneanu, si persero le tracce.
Gli arresti e le condanne dei primi tre killer
Giucoane e Bolcea furono arrestati in Francia nel maggio 2002 ed estradati in Italia; finirono a processo e insieme al primo fermato vennero condannati a 28 anni di reclusione, che in appello divennero 20 solo perché patteggiarono (Zaidela ottenne una pena più mite perché riuscì a dimostrare di aver svolto la funzione di palo, senza partecipare attivamente alla rapina).
La vicenda giudiziaria di Luciano Valentin Huzuneanu
Huzuneanu, che era ancora irreperibile, fu processato in contumacia. Gli inquirenti non avevano idea di dove si fosse cacciato. Fu condannato, ma la Corte e europea dei diritti dell’uomo, in seguito a un ricorso presentato dal suo avvocato Michele Monaco, annullò la sentenza.
La svolta arrivò quando l’uomo si rifece vivo: si scoprì che si era costruito una nuova vita in Romania. Fu fermato, ma disse di estraneo ai fatti, sostenendo di non aver partecipato all’omicidio del giocattolaio. Nel 2020, su richiesta del gip di Roma, è stato rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio volontario (perché il reato di rapina era ormai caduto in prescrizione).
Nel corso del processo ha continuato a proclamare la sua innocenza. I giudici, però, non gli hanno creduto, condannandolo in via definitiva a 24 anni di reclusione. “L’imputato ha tenuto un comportamento ineccepibile nel processo. Si è anche laureato in questi anni. Però non si può fuggire per sempre dalle proprie responsabilità”, è stato il commento dell’avvocato Alfredo Besi, che come parte civile ha assistito i familiari della vittima, al Corriere della Sera.
Tre omicidi in tre giorni nella Capitale
L’omicidio di Sergio Buccolini fu solo uno dei tre che in tre giorni, nell’estate del 2001, sconvolsero la Capitale, insieme a quello del 26enne omosessuale Francesco Bertolini, assassinato nei pressi di Porta Capena, vino alle Terme di Caracalla, dopo essersi appartato dietro a una siepe insieme a un altro giovane e a quello di Maria Daniela Setaccioli, la 55enne trovata morta nel suo appartamento di via delle Quinqueremi, a Ostia, due giorni più tardi. Un omicidio che sconvolse la comunità e che per molti versi ricorda quello, più recente, di Alessandro Gozzoli a Modena.