Lotito crede in Tudor. Forse più di quello che si crede e il presidente lo dice apertamente, senza peli sulla lingua e con grande convinzione. Al termine della sfida Lazio Women-Freedom, il presidente Claudio Lotito è intervenuto ai microfoni ufficiali del club e ha parlato ancora meglio di Tudor: “Sono fiducioso. La scelta che ho fatto è stata non programmata, ma nel momento in cui si è verificata l’emergenza, atteso che l’allenatore ha dato le dimissioni, ho fatto una scelta ponderata e sono contento e convinto. Poi vedremo il percorso in campionato e soprattutto l’anno prossimo”.
Lazio, Lotito incorona Tudor: “E’ derminato, sono fiducioso”
Il presidente della Lazio è sempre più convinto della scelta che ha fatto, anche se ha divuto vedere andare via un allenatore che stimava pubblicamente ma che in realtà non riusciva più a comprendere, ma adesso con Tudor tutto pare si sia sistemato almeno in apparenza: “Ho preso un allenatore determinato, volitivo che è bastone e carota, che serve nel calcio. Oggi la Lazio ha fatto grandi investimenti, partiremo anche con l’Accademy. Voglio creare catena organizzativa che parte dalla scuola calcio alla prima squadra e tutti devono avere le stesse potenzialità organizzative infrastrutturali”.
Lotito tira in ballo anche i giocatori e stavolta non vuole alibi di alcun genere: “Sta poi a loro avvalersi e dimostrare le potenzialità. La scelta di Tudor non è stata a caso, né per l’emergenza. Lo ritengo la persona giusta dal punto di vista caratteriale, professionale e tecnico-tattico. Può mettere la squadra nella condizione di riacquisire la sicurezza dei propri mezzi e le proprie potenzialità. In alcune partite la squadra si è smarrita, con le forti abbiamo ottenuto grandi risultati e con le piccole no”.
“Vanno responsabilizzati i singoli giocatori, la Lazio è un punto di arrivo e non di partenza ed è riconosciuto da tutti e dallo stesso allenatore. Mentre io sto qui e controllo, loro vanno in campo. L’unica cosa che posso fare è mettere a disposizione dei giocatori che continuamente vogliono mettersi a svolgere questo ruolo all’interno del club, poi le gare sono storia a sé. Tudor può riportare quella voglia e quell’orgoglio di apparenza per dire ‘Ci siamo anche noi’. Quelle che oggi sono sopra a noi, magari ci potevamo anche vincere. In Tudor ho intravisto il mio carattere, è una persona vera. Sono tutti sovrastrutturati pronti a crearsi alibi, questo è un errore. Un segnale sbagliato alla squadra, deve giocare chi è più in forma in relazione all’avversario. Ieri Tudor ha detto in modo chiaro: ‘Ok giocare bene, ma a me interessa vincere’. Adesso ci sono le condizioni per farlo, così come la femminile. Ho detto a alcuni giocatori di prendere esempio dalla femminile”.