Oltre 400 milioni di dollari: a tanto ammonterebbe il tesoro in Bitcoin conservato dal governo di El Salvador in un cold wallet. Lo ha affermato il presidente di El Salvador Nayib Bukele, appena rieletto con un consenso plebiscitario (con annesse accuse di brogli elettorali).
Sembra quindi che la scommessa sulla regina delle criptovalute operata dal piccolo Paese centramericano stia dando i risultati sperati. Anche se le cifre al proposito sono ancora abbastanza ballerine, non è comunque arduo pensare che il guadagno sia effettivo, alla luce dei rialzi di BTC dal momento in cui sono stati effettuati gli acquisti.
El Salvador e Bitcoin: una scommessa riuscita
El Salvador ha immagazzinato più di 400 milioni di dollari in Bitcoin, depositati all’interno di un “portafoglio freddo”, ovvero tenuto offline. È stato il presidente Nayib Bukele ad affermarlo in un messaggio postato su X, l’ex Twitter.
Questo il succo del messaggio: “Abbiamo deciso di trasferire una grossa fetta dei nostri Bitcoin su un cold wallet e di conservarlo in un caveau fisico all’interno del nostro territorio nazionale. Possiamo indicarlo come il nostro primo salvadanaio Bitcoin”.
La scelta di un cold wallet è giustificata dal fatto che questo genere di portafogli è in grado di proteggere meglio i token detenuti da una singola entità, in quanto li mantiene offline, prevenendo in tal modo da attacchi di pirateria informatica.
Per ufficializzare la situazione, lo stesso Bukele ha poi condiviso uno screenshot dell’investimento che mostra un totale di 5.689,7 bitcoin, con una valutazione di 406,6 milioni di dollari. Ha poi concluso affermando: “Non è molto, ma è un lavoro onesto”.
El Salvador e Bitcoin: un legame destinato a rafforzarsi?
El Salvador è stato il primo paese al mondo a dichiarare Bitcoin come moneta a corso legale, affiancandolo al dollaro statunitense. Una decisione presa nel con la Bitcoin Law del settembre 2021, all’epoca molto contestata.
Non solo all’interno del Paese, ove era evidente la paura di dover ricorrere a mezzi tecnologici che molti ancora non sono in grado di padroneggiare. In particolare il Fondo Monetario Internazionale ha più volte aspramente contestato la decisione di Bukele. Sino a minacciare lo stop ai prestiti nel caso El Salvador avesse deciso di proseguire sulla strada intrapresa.
Se da un punto di vista finanziario il programma di acquisto di BTC è andato bene, occorre comunque sottolineare come le criptovalute siano ancora scarsamente utilizzate nel Paese. Secondo un sondaggio condotto a gennaio dall’Università privata dell’America Centrale (UCA), l’88% dei salvadoregni non ha infatti utilizzato il token nelle proprie transazioni nel 2023.
Al tempo stesso occorre sottolineare come per Bukele l’icona crypto abbia rappresentato più che altro un tentativo di attirare rimesse dall’estero a un costo inferiore. Senza contare che per tale via si sta cercando di includere i tanti “unbanked” salvadoregni, cittadini che non hanno strumenti di gestione finanziaria per provvedere al proprio patrimonio.
Quanto ha reso effettivamente il programma di Bukele?
Naturalmente, occorre anche cercare di capire quanto abbia effettivamente reso al governo salvadoregno il programma di acquisto dei Bitcoin. A dare una prima idea in tal senso è il sito web Nayib Bukele Portfolio Tracker, secondo il quale il tesoro virtuale di El Salvador sarebbe stato in attivo di 85 milioni di dollari, il passato 11 marzo, quando la creazione di Satoshi Nakamoto ha conseguito il suo nuovo massimo storico a 72mila dollari.
Un risultato derivante dal fatto che il Paese centroamericano ha iniziato ad acquistare BTC nel settembre 2021, a seguito della promulgazione della Bitcoin Law. In quel momento, l’asset aveva una quotazione pari a 51.769 dollari statunitensi.
Quello che sembrava un pessimo affare, all’epoca del crypto winter, con il prezzo di BTC crollato a 16mila, si è poi trasformato nel suo esatto contrario nel corso degli ultimi mesi. Lo stesso Bukele, però, ha fatto chiaramente capire come l’operazione non vada giudicata solo da un punto di vista di puro bilancio.
I vantaggi di BTC per El Salvador
Il passato 12 marzo, in particolare, il presidente ha affermato che oltre al profitto, occorre mettere nel conto anche i ricavi del programma di passaporti del Paese, quelli derivanti dalla conversione di BTC in dollari statunitensi per le imprese locali, i proventi del mining e i ricavi dai servizi governativi. Un esempio in tal senso è il pool di mining reso possibile da una partnership tra Volcano Energy e Luxor Technology.
Nel passato mese di dicembre, inoltre, è stata approvata una legge sull’immigrazione, che prevede la concessione della cittadinanza veloce a quegli stranieri che effettuano donazioni in Bitcoin a favore di programmi governativi di sviluppo sociale ed economico.
Secondo Tim Draper, noto venture capitalist, nel caso in cui Bitcoin raggiungesse i 100dollari in termini di quotazione, El Salvador sarebbe persino in grado di pagare i debiti verso il Fondo Monetario Internazionale. In pratica, il Paese potrebbe presto conseguire l’indipendenza dal punto di vista finanziario.