La nuova legge sulla sicurezza nazionale di Hong Kong, conosciuta anche come Articolo 23, è entrata in vigore oggi, 23 marzo 2024. Questa legge introduce pene severe, fino all’ergastolo, per una vasta gamma di crimini, tra cui tradimento e insurrezione. La mossa dell’amministrazione della città suscita preoccupazioni per le libertà.
La nuova legge sulla sicurezza di Hong Kong entra in vigore
Nonostante i timori per le libertà e le critiche internazionali, la legge sulla sicurezza nazionale è entrata in vigore. La proposta di legge è stata presentata l’8 marzo e, quattro giorni fa, i legislatori pro-Pechino di Hong Kong l’hanno votata all’unanimità.
L’amministratore di Hong Kong, John Lee, ha affermato che la legge “ha compiuto una missione storica, essendo all’altezza della fiducia riposta in noi dalle autorità centrali”.
Le reazioni internazionali
Gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e il Giappone hanno espresso preoccupazione riguardo alla possibilità che la legge possa ulteriormente erodere l’autonomia della città.
Il segretario di stato degli Usa, Antony Blinken, ha dichiarato, in una nota, che la legge: “Include disposizioni vagamente definite riguardanti ‘sedizione’, ‘segreti di stato’ e interazioni con entità straniere che potrebbero essere utilizzate per frenare il dissenso”.
Le Nazioni Unite e l’Unione Europea hanno sollevato preoccupazioni riguardo all’approvazione estremamente rapida della legge, avvenuta con una consultazione pubblica limitata. Hanno, inoltre, evidenziato che tale approvazione è stata condotta da un’assemblea legislativa riformata negli ultimi anni, con l’intento di eliminare i democratici dell’opposizione.
Le autorità di Hong Kong “hanno condannato fermamente tali manovre politiche con commenti distorti, distorcenti i fatti, allarmistici e seminanti il panico“.