Pensione di reversibilità con il sistema contributivo? Forse è giunto il momento di ricordare il detto “Meglio tardi che mai”. Nel 2022, l’ex premier Mario Draghi, sotto pressione dall’OCSE, aveva proposto l’applicazione del calcolo contributivo sulla pensione di reversibilità. In tempi migliori o meno controversi, questo progetto sarebbe rimasto un suggerimento ignorato.

Tuttavia, i primi segnali di cambiamento sono arrivati dalla pressione sui conti pubblici e dalla necessità di sostenere la spesa pubblica, senza che scattasse l’allarme.

Ora, il Ministero del Lavoro e dell’Economia potrebbe prendere in considerazione tale proposta; pertanto, tale intervento potrebbe prendere forma dal 2025, e si presume che sarà ripresentato pronto per essere discusso nella prossima riunione. Vediamo insieme gli svantaggi di questa misura.

Pensione di reversibilità con il sistema contributivo

Senza aspettare mosse e contromosse, il governo Meloni potrebbe ripercorrere i passi incompiuti dell’ex premier Draghi. L’idea che circola tra gli esperti riguarda la possibile applicazione del sistema contributivo alle pensioni di reversibilità, con la prospettiva di ridurre la quota di reversibilità spettante al coniuge o familiare superstite.

Per sostenere i conti dell’INPS, saranno necessari altri tagli alle prestazioni sociali. Nel mirino del governo sembrerebbero esserci le pensioni di reversibilità.

Dal 2025, potrebbe giungere un nuovo colpo per le pensioni anticipate; l’applicazione di questo intervento potrebbe contribuire a salvaguardare i conti pubblici da ulteriori dissesti.

La realtà è diversa: sebbene esista il progetto di applicare il sistema contributivo alle pensioni di reversibilità dal 2022, come riportato da investireoggi.it, al momento sembra essere soltanto una voce di corridoio.

Cosa potrebbe cambiare dal 2025?

Non è semplicemente un’altra psicosi legata ai cambiamenti previdenziali; presto potrebbe diventare una realtà concreta. Vediamo insieme come potrebbe funzionare la pensione di reversibilità calcolata con il sistema contributivo.

Nel 2022, le pressioni dell’OCSE spinsero l’ex premier Draghi ad adottare diversi provvedimenti applicabili negli anni successivi, tra cui i cambiamenti nel calcolo della pensione di reversibilità. Attualmente, questa proposta è un’ombra che potrebbe tornare a far parlare di sé con l’avvento di nuovi cambiamenti previdenziali.

Non c’è ancora una chiara indicazione sulle modalità di calcolo delle pensioni di reversibilità, ma non è detto che la misura venga introdotta dal 2025.

D’altra parte, si tratta di una storia già vista; modifiche, paletti e restrizioni sono parte integrante dell’evoluzione del sistema previdenziale, come dimostrano le modifiche apportate a Quota 103, Ape sociale e Opzione donna.

In sostanza, la proposta di riforma riguarderebbe un cambiamento nel modo in cui vengono calcolate le pensioni di reversibilità. Invece di basarsi sulla percentuale dell’assegno spettante, la proposta prevede di intervenire direttamente sul calcolo della pensione fin dall’inizio del processo anziché correggerlo successivamente.

Attualmente, l’INPS effettua controlli a posteriori sui redditi percepiti dagli ex coniugi e parenti per adeguare l’importo della pensione di reversibilità.

Con questa nuova proposta, i controlli ordinari sarebbero eliminati, poiché il calcolo sarebbe basato sui redditi dell’avente diritto fin dall’inizio. In altre parole, si tratterebbe di una modifica che semplificherebbe il lavoro amministrativo per l’INPS.

Pensione di reversibilità calcolate con il sistema contributivo: cosa potrebbe cambiare e per chi

In base a quanto riportato da investireoggi.it, la pensione per i superstiti potrebbe essere calcolata utilizzando il sistema contributivo per la parte dell’assegno del defunto.

Tuttavia, non si esclude la possibilità che l’erogazione della pensione di reversibilità sia mantenuta per intero o ridotta leggermente in favore dei coniugi superstiti con redditi bassi e che superano una determinata età anagrafica, impedendo loro di essere inseriti nella categoria dei lavoratori occupabili.

È evidente che il reddito certificato ISEE avrà un ruolo determinante nell’assegnazione dell’importo della pensione di reversibilità.

Infine, secondo le ipotesi, la pensione ordinaria del defunto durante la fase di reversibilità non sarebbe oggetto delle modifiche previste dalla nuova riforma. La pensione di reversibilità calcolata con il sistema contributivo sarebbe applicata alle pensioni anticipate, escludendo dalla riforma la pensione vecchiaia.